“‘Guarda che lo faccio per aiutare voi, questo video vi serve perché serve all’avvocato’”. Rosa Bazzi racconta la sua versione del girato da Massimo Picozzi della confessione (poi ritrattata) della strage di Erba. Lo fa, con dichiarazioni che, se fossero vere, sarebbero clamorose, in una parte inedita dell’intervista esclusiva che le abbiamo realizzato nel carcere di Bollate, per la prima volta in tv dopo 12 anni: “È servito sì… ci ha servito l’ergastolo”.
Rosa Bazzi è stata condannata in via definitiva all’ergastolo assieme al marito Olindo Romano, per gli omicidi di Raffaella Castagna, del figlio Youssef Marzouk, della madre Paola Galli e della vicina di casa Valeria Cherubini avvenuti a Erba (Como) l’11 dicembre 2006.
Abbiamo già mandato in onda la prima parte di questa intervista “Ho visto un uomo nella palazzina la sera degli omicidi” (clicca qui per vederla) e la seconda “Rosa Bazzi parla di Pietro Castagna" (clicca qui per vederla), nell’ambito dell’ampia inchiesta sulla strage di Antonino Monteleone e Marco Occhipinti (clicca qui per vedere lo speciale “Rosa e Olindo: due innocenti all’ergastolo?” e clicca qui per vedere l’analoga intervista a Olindo Romano).
Quello che dice della registrazione del colloquio psichiatrico con Massimo Picozzi, due mesi dopo la strage e su incarico del difensore di ufficio di allora Pietro Troiano, se fosse vero, sarebbe clamoroso: “Lui mi faceva le domande e mi spiegava quello che avevo da dire…”, sostiene Rosa Bazzi, “mi spiegava ‘Rosy fai questo fai quello, devi dire così devi fare così, quando è il momento ti devi agitare, cioè muovi le braccia così, muovi le braccia così’”.
Il video ha un'importanza fondamentale sugli sviluppi dell’inchiesta perché poi è finito nelle mani dei pm e di una trasmissione tv. Nato come strumento voluto dalla difesa per difendere meglio i coniugi Romano, in realtà è servito all'accusa contro Rosa e Olindo perché una volta reso pubblico convinse tutta Italia che Rosa Bazzi fosse colpevole, molto tempo prima delle sentenze. Riguardo ai colloqui, video-appunti per una perizia psichiatrica che non verrà mai depositata, la detenuta racconta ad Antonino Monteleone particolari difficili da credere, perché se fossero veri, consentirebbero di vedere quel video sotto un’altra prospettiva.
Le Iene ricostruiscono un'altra anomalia in questo caso, che si aggiunge alle tante già analizzate in questi mesi. La video confessione di Rosa è stata depositata in procura dalla difesa dell'epoca con la giustificazione che lei raccontava di aver subito uno stupro da parte di Azouz Marzouk, che perse moglie e figlio in quella strage. A quella accusa inventata non ha mai creduto nessuno, men che meno i pubblici ministeri, ma il legale che all'epoca assisteva Rosa, ossia l'avvocato Troiano, e il consulente tecnico dello stesso, lo psichiatra Massimo Picozzi, considerarono "attendibili" quelle dichiarazioni, tanto da decidere di depositare il video in Procura. Solo che, stranamente, non fu mai presentata una denuncia querela per quella presunta violenza sessuale.
Perché mai consegnare quel filmato nelle mani dell'accusa allora, se poi non fu mai presentata una denuncia? Anche perché la violenza sessuale non è un reato perseguibile d'ufficio, ma ha bisogno per essere perseguito di una querela di parte. Se invece al contrario il video doveva servire solo per una perizia psichiatrica dei due, che poi era lo scopo per il quale la difesa aveva deciso di girarli, perché allora non fu mai depositata alcuna perizia psichiatrica insieme a quel video?
Ma le anomalie legate a quei video, che dovevano documentare semplicemente dei colloqui psichiatrici tra i detenuti e il consulente della difesa Massimo Picozzi, non finiscono qui. Buona parte dei contenuti della “confessione video”, piene zeppe di errori e palesi contraddizioni, di Olindo (clicca qui per vederne una della donna e clicca qui per una del marito) non è mai mai stato depositato in Procura, ma sarebbe comunque finita, non si sa come, nel libro “Vicini da Morire” scritto dal giornalista Pino Corrias e pubblicato prima dell’inizio del processo, come denunciano i nuovi avvocati difensori di Rosa e Olindo.
Antonino Monteleone è andato a sentire il professor Picozzi per sentire la sua versione dei fatti. Ma Picozzi ha fatto scena muta, nonostante in questi anni è più volte intervenuto in tv per discutere della strage di Erba.
C'è una rivelazione di Rosa Bazzi, riguardo a quei video, che può essere riscontrata. La detenuta parla anche della figura di una donna che le avrebbe fatto fare dei test psicologici, che poi avrebbe discusso con Picozzi e Troiano tra febbraio e marzo 2007 e che poi non si sarebbe più presentata in carcere. Abbiamo rintracciato una psicologa del San raffaele di Milano che ci ha confermato di essere stata da Rosa in quei mesi e poi essersi ritirata appunto per problemi di “coscienza” e perché non condivideva la la linea adottata dalla difesa dell'epoca.