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Alzheimer: nella casa di riposo (pubblica) delle meraviglie | VIDEO

Una casa di cura pubblica in Trentino che rende orgogliosi di pagare le tasse. Ve la raccontiamo dopo il servizio di Giulio Golia sull’Alzheimer, una malattia con cui quasi tutti, dati alla mano, abbiamo e avremo in qualche modo a che fare

Dopo troppi “ospizi degli orrori”, dà una soddisfazione particolare poter raccontare una realtà splendida come la casa di cura per pazienti affetti da Alzheimer del servizio di Giulio Golia e Marco Fubini, andato in onda domenica 14 ottobre, “Vivere il presente senza ricordarsi del passato”.

Parliamo di Levico Curae di Levico Terme (Trento). "Curae" sta per Centro unico riabilitativo assistenziale educativo, è una struttura pubblica (nel Trentino ci sono altre 43 Apsp, Aziende pubbliche di servizi alla persona così) e questo dà una soddisfazione in più per soldi pubblici palesemente ben spesi. 

Anche perché l’Alzheimer è una realtà con cui quasi tutti, direttamente o occupandoci di parenti, abbiamo o avremo a che fare: se ne ammala il 30% delle persone dopo gli 80 anni e il 40% dopo i 90. Più si allunga la vita, più persone vengono colpite. La casa di cura raccontata dalla nostra Iena è un ottimo esempio non solo per l’assistenza ai malati, ma anche per l’aiuto che così offre a familiari che possono trovarsi in situazioni di vita insostenibili, 24 ore su 24.

Qui sotto ecco il saluto postato su Instagram da Giulio Golia.

Golia è stato a Levico in occasione dell’Alzheimer Fest e ha incontrato molti pazienti di una struttura dove per la signora Elsa che ogni giorno vorrebbe prendere l’autobus per tornare a casa, per esempio, è stata allestita una vera e propria stazione della corriera, con panchina, cartello, orario e percorso. Si siede lì e si tranquillizza, accettando poi di restare nell’istituto. “Andare a casa” è un desiderio frequente durante il giorno per i pazienti ed è quello, in realtà, di recuperare la sicurezza e il conforto perduti.

L’Asps di Levico ha 131 posti letto per anziani non autosufficienti, con camere singole, doppie o triple, ci racconta il direttore, Fabrizio Uez. Circa la metà è affetta da demenza senile. Ci sono anche 95 posti letto per persone disabilli dai 16 ai 75 anni. E 250 dipendenti per occuparsi di tutti.

Il costo è di 48 euro al giorno a persona, la provincia di Trento copre gli altri 72 per chi vive nel suo territorio (Levico Curae è comunque aperta a tutti, pagando 120 euro al giorno).

Purtroppo chi arriva qua affetto da Alzheimer è verso la fine di un percorso che non permette essere più seguiti con un assistenza domiciliare.

Guarda qui sotto alcune immagini del servizio.

Alzheimer, i pazienti incontrati da Giulio Golia

 
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Il problema non è solo il non ricordarsi la propria età o il nome di una persona che ti è stata appena presentata”, spiega Manuela Berardinelli , presidente dell’associazione Alzheimer Uniti Italia onlus, che organizzato il Festival per i malati. “E nemmeno di non sapere il nome del ‘bicchiere’. A volte non ci si ricorda nemmeno a cosa serve e come usarlo. Con possibili reazioni anche pericolose, in altri casi. Per esempio, vi fareste lavare da un perfetto estraneo? È tuo marito o tua moglie, ma non lo sai. Come reagireste?”.

A Levico Curae si contano 50 decessi l’anno. Ogni istante è prezioso e si fa in modo che venga vissuto al meglio dai pazienti, senza evidenziare le contraddizioni, rispettando la loro libertà e seguendo un percorso personalizzato per ognuno che assecondi inclinazioni e desideri. Se la memoria a breve termine è persa, quella a lungo termine no. Così per un idraulico in pensione da molto avere un muro con rubinetto e maniglie su cui armeggiare è un aiuto indispensabile per allungare qualità e durata della vita.

Come fa la sala d’aspetto del medico che è stata ricreata. L’appuntamento è quotidiano, con tempi di attesa, chiacchiere e un dottore che prescrive esami per i giorni successivi (dando una via d’uscita ai pensieri ossessivi: si resta dentro ma rimane anche la finzione di poter uscire un giorno).

La filosofia: “l’Alzheimer non cancella la vita” e “la dolcezza cura”. “Queste persone vivono il momento”, ci spiegano: se non c’è più il passato, resta sempre una lunga serie di istanti, quanti più possibile, da vivere nella maniera migliore possibile.

Guardate qui sotto il servizio completo di Giulio Golia.

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