Ambulanza della morte, due richieste di rinvio a giudizio per omicidio
Due ambulanzieri ritenuti responsabili di quattro omicidi. Le indagini sono partite dall'inchiesta di Roberta Rei sui barellieri che, per guadagnare più soldi, avrebbero ucciso pazienti in agonia mentre venivano trasportati dall’ospedale di Biancavilla alle loro case in ambulanza
Richiesta di rinvio a giudizio per i due indagati del caso ”ambulanza della morte”, l’indagine della procura di Catania partita dall’inchiesta della Iena Roberta Rei del 21 maggio 2017. I due ambulanzieri sono ritenuti responsabili di almeno quattro omicidi di pazienti di Biancavilla.
Secondo gli inquirenti tra il 2012 e il 2016 le morti sospette sarebbero 55. Morti che sarebbero avvenute mentre il paziente, in fin di vita, veniva trasportato dall’ospedale di Biancavilla alla propria abitazione, come ha raccontato il testimone chiave della nostra inchiesta, ora in un programma di protezione. “Praticamente la gente non moriva per mano di Dio. Siccome era in agonia e doveva morire lo stesso, lo facciamo morire prima sull’ambulanza così si guadagnano 300 euro invece di 50 o 20”.
Così, i pazienti in fin di vita sarebbero stati uccisi attraverso dell'aria iniettata nel sangue e questo avrebbe garantito agli ambulanzieri che li trasportavano un maggior guadagno. Infatti, “se il paziente in agonia viene trasportato vivo i barellieri prendono 20, 30, 40 euro. Ma se lo devono trasportare morto guadagni il doppio perché c’è anche la vestizione”. E non solo, gli ambulanzieri avrebbero guadagnato anche vendendo il cadavere alle ditte funebri che avrebbero realizzato il funerale, come ci ha raccontato un altro testimone oculare. “Chiamavano le ditte per passare il defunto: chi offriva di più aveva il funerale garantito”. Tutto questo all’insaputa delle famiglie delle vittime, che in un momento di debolezza, alla notizia della morte del parente, si sarebbero affidate agli ambulanzieri per la disposizione del funerale.
Oltre ai quattro omicidi dei pazienti biancavillesi, viene contestato ai due ambulanzieri il reato di estorsione, aggravato dal metodo mafioso, ai danni dell’impresa funebre Arena. L’udienza preliminare davanti al Gup Giovanni Cariolo è fissata a ottobre. Vi terremo, naturalmente, aggiornati.
Guarda qui in basso tutti i servizi di Roberta Rei sull’“ambulanza della morte”