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Villa confiscata alla mafia ma occupata abusivamente: dopo Le Iene arriva lo sgombero | VIDEO

La mega-villa sul mare del boss sanguinario “Scarpuzzedda” è tornata allo Stato dopo che la Iena De Giuseppe ha mostrato nel servizio andato in onda una settimana fa che era occupata da otto famiglie. E questa volta rimarrà libera?

E alla fine, come vedete nel video qui sopra, lo sgombero è arrivato. Vi avevamo parlato, col nostro Alessandro De Giuseppe, della mega-villa sul mare del boss mafioso Giuseppe Greco, detto “Scarpuzzedda”.

Una casa appartenuta a quello che è stato definito uno dei killer più sanguinari di Cosa nostra, al quale sono stati attribuiti più di cinquanta omicidi (tra cui l’agguato al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa) e che era stata confiscata dallo Stato a fine anni Ottanta. E quella casa, in teoria, avrebbe dovuto divenire parte del comando provinciale dei carabinieri di Palermo.

Ma alla fine, e questa è una delle cose più clamorose dell’intera vicenda, non solo non erano arrivati i Carabinieri, ma la villa era stata occupata abusivamente (da due anni) da otto famiglie con bambini piccoli. Una ventina di persone in totale, tra cui anche un neonato e una donna incinta. Uomini e donne che erano talmente tranquilli di poter rimanere, che avevano sistemato parti della villa allacciando regolari contratti della luce, e che stavano per ospitare nuovi inquilini abusivi.

E pensate che tra questi occupanti abusivi, beffa nella beffa, c’era addirittura Vito, che tra quelle mura scontava gli arresti domiciliari. Ma come è possibile?

“È casa nostra finché non ci buttano fuori”, avevano raccontato gli abusivi ai microfoni de Le Iene. “Se ci volevano buttare fuori, lo avevano già fatto”, avevano ribadito quelle famiglie.

E loro, gli occupanti (che avevano incassato il beneplacito dei parenti del boss Giuseppe Greco), erano pronti a tutto: “Lo so che viene l’antisommossa. Io ho già pronta la bombola con il cannello – aveva spiegato Santino ai microfoni di Alessandro De Giuseppe – quella per saldare la guaina: gli squaglio il casco in faccia”.

Alessandro De Giuseppe era andato allora a chiedere spiegazioni al sindaco di Bagheria Patrizio Cinque, al quale il bene era stato affidato dal 2015. Ma il sindaco, dopo aver spiegato di aver fatto tutto il possibile per scoraggiare gli occupanti a restare, aveva dovuto arrendersi all’evidenza e passare la palla alla prefettura. Ma la prefettura, dove la Iena si era subito dopo recata, aveva addirittura negato che il sindaco avesse mai inoltrato una richiesta di sgombero. Insomma, il classico pasticcio all’italiana.

Un pasticcio cui si è posto rimedio, finalmente, con l’arrivo del momento dello sgombero (che potete vedere nel video che abbiamo pubblicato sopra), avvenuto il 3 dicembre, sei giorni dopo il nostro servizio. Lo Stato è arrivato e ha deciso di fare le cose in grande.

Nell’ordine sono intervenuti: polizia, carabinieri, guardia di finanza, capitaneria di porto, vigili del fuoco, prefettura, Comune, polizia municipale, assistenti sociali, Asp e 118.

Abusivi tutti fuori dunque, mentre Vito aveva già trovato, pochi giorni prima di questo sgombero, una nuova casa: una cella del carcere di Palermo.

Al momento dello sgombero la maggior parte degli occupanti era fuori dalla villa. Il primo cittadino di Bagheria Patrizio Cinque, che ha parlato di “un’operazione in sinergia tra Comune e forze dell’ordine per ristabilire la legalità in un immobile simbolo di mafia e illegalità", ha spiegato di aver attivato i servizi sociali e le strutture comunali per i minori e le donne, laddove questi non dovessero trovare da soli un’altra sistemazione.

Guarda qui sotto il servizio in cui Alessandro De Giuseppe è entrato nella mega-villa confiscata e ha parlato a lungo con gli occupanti ora sgomberati.  

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