Tragedia in autostrada a Bologna: “No al maxi deposito di Gpl in Laguna”
Dopo l’esplosione di un’autocisterna sul raccordo di Casalecchio, torna il dibattito su stoccaggio e trasporto del Gpl che, via treno, nel 2009 ha già provocato una strage a Viareggio. A Chioggia (Venezia) torna la protesta contro il deposito di 9 mila metri cubi in costruzione, di cui ci siamo occupati con Gaetano Pecoraro
L’incidente di Bologna è ancora negli occhi e nella mente di tutti gli italiani. Dopo un tamponamento con un camion, un’autocisterna che trasportava Gpl è esplosa in autostrada, assieme all’altro mezzo coinvolto, sul raccordo A1-A14 di Casalecchio, scatenando un inferno di fiamme e fumo visibile da tutta Bologna.
Il bilancio è di un morto, Andrea Anzolin, che guidava l’autocisterna, e di 70 feriti. Restano danni ovunque: metà ponte della tangenziale è crollato, sono iniziate a esplodere in serie le auto di due concessionarie vicine e sono state colpite anche molte abitazioni della zona.
L’incidente riapre il dibattito su stoccaggio e trasporto del Gpl, il gas propano liquido, che già via treno a Viareggio ha provocato, il 29 giugno 2009, una strage con 32 vittime. A protestare è in particolare il Comitato no deposito Gpl a Chioggia: “Non permetteremo mai il transito di navi gasiere e il continuo via vai di autocisterne di gpl a pochi metri dalle nostre case e dalle nostre scuole”.
La vicenda, di cui ci siamo occupati con due servizi di Gaetano Pecoraro del 26 febbraio e del 5 marzo 2017, è quella del maxi-deposito da 9 mila metri cubi di Gpl in costruzione dal 2014 a Chioggia, 50 mila abitanti, parte della città metropolitana di Venezia. Il 5 giugno scorso il Tar ha dichiarato illegittima l’ordinanza del Comune che ne bloccava la costruzione per la mancanza di autorizzazione paesaggistica (quest’ordinanza sarebbe stata presentata in ritardo). I lavori sono ripartiti, anche se ci vorrà qualche anno per completarli.
“Non siamo contro l’uso del Gpl, figuriamoci”, ci ha detto Maria Rosa Boscolo, vicepresidente del Comitato di protesta. “È la zona scelta per l’area di stoccaggio che secondo noi è sbagliata e pericolosa. Un’autocisterna come quella di Bologna trasportava circa 40 metri cubi di gpl, a Viareggio ne sono bastati 32 per provocare una strage, qui parliamo di un deposito da 9 mila metri cubi che si trova a 200 metri dal centro storico di Chioggia. Non solo, le navi gasiere dovrebbero attraversare la Laguna di Venezia, patrimonio dell’umanità Unesco, ed entrare nel porto canale di Chioggia che attraversa la città e che ha già un traffico molto intenso di imbarcazioni piccole e grandi. Poi non possiamo accettare che ogni giorno 25 autocisterne come quella di Bologna attraversino la città per rifornire di Gpl e riscaldare il Nord Italia”.
Per capire meglio i termini della vicenda ecco qui sotto i due servizi di Gaetano Pecoraro.
E, per non dimenticare la strage di Viareggio, ecco anche il servizio di Giulio Golia "Il treno che ha ucciso 32 persone".