Brescia: massacrato e ucciso il cane Kuma, mascotte dei bambini
A ritrovarlo è stata in un cespuglio Camilla, l’altro pastore tedesco di un maneggio. Un destino tragico che lo lega all’uccisione del cane Angelo, raccontata dalla nostra Nina, e a quello di Mia, che fortunatamente si è salvata e sta bene, come abbiamo visto nell'anticipazione del servizio di Ismaele La Vardera
L’hanno ritrovato morto, massacrato a bastonate e ucciso senza un apparente motivo. Il pastore tedesco Kuma, «il gigante buono», era la mascotte dei bambini di un centro equestre nel Bresciano.
Era sparito nel nulla il 24 luglio scorso. L'ha trovato sotto un mucchio di rami e sterpaglie, vicino alla cascina dove viveva, con evidenti segni di maltrattamenti, Camilla, l'altro pastore tedesco del maneggio, che a un certo punto ha iniziato a correre e scavare in un punto preciso, sotto una pianta con i rami spezzati.
Da tre anni giocava con i bambini che frequentano il campus di equitazione, li accompagnava nelle passeggiate e condivideva pure il pranzo, a caccia di briciole sotto al tavolo.
“Un gesto così vile, crudele e di tale barbarie non può rimanere impunito”, raccontano i proprietari del cane, che avevano subito denunciato la sua scomparsa due settimane fa ai carabinieri di Verolanuova. “I bambini lo adoravano, gli hanno scritto persino delle lettere. Siamo disperati. Faremo tutto il possibile per dare giustizia a Kuma».
Noi de Le Iene siamo da sempre in prima linea contro il maltrattamento degli animali e per un inasprimento di pena per l’“animalicidio”. Un filo rosso di violenza unisce per esempio il destino di Kuma con quello del cane Angelo, morto nei primi mesi del 2017 dopo che gli è stato messo un cappio al collo. Il motivo? “Giusto per far ridere i suoi carnefici”, come qualcuno ha minimizzato.
Siamo a Sangineto, in Calabria, è qui che la nostra Nina Palmieri ha voluto guardare negli occhi il gruppo di ragazzi che ha ucciso il cane. Hanno pure filmato l’uccisione e il video della tortura era girato in Rete, scatenando rabbia e incredulità. Nei giorni successivi, a Sangineto c’erano state manifestazioni con migliaia di persone per chiedere giustizia per il cane Angelo.
Altri abitanti hanno reagito cercando di minimizzare l'accaduto e chiudendosi. Una volta arrivata nel paese, la nostra Nina non era stata certo accolta bene da alcuni che volevano proteggere e giustificare chi ha ucciso Angelo.
Il processo contro i ragazzi si è chiuso il 26 maggio scorso e la sentenza del Tribunale di Paola, in qualche modo “storica”, ha deciso per il massimo della pena: un anno e quattro mesi di reclusione per ciascuno, con sospensione subordinata a sei mesi di volontariato in un canile municipale e un risarcimento di duemila euro a ciascuna delle venti associazioni parte civile nel processo.
Solo pochi giorni fa, un altro cane ha rischiato di morire annegato dal suo padrone. Fortunatamente la storia di Mia è a lieto fine. Era stata buttata in mare con una pietra al collo, la cagnetta però è riuscita a liberarsi e a portarsi a riva anche grazie all’aiuto di alcuni bagnanti. Il nostro Ismaele La Vardera è andato a Valderice nel Trapanese per incontrare Mia e, per primo, anche il suo "padrone".
Guarda qui sotto il servizio di Nina sulla storia del cane Angelo e la stretta di zampa di Ismaele La Vardera a Mia.