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Facebook e Twitter fanno il mea culpa al Congresso degli Stati Uniti | VIDEO

La direttrice di Facebook Sandberg e l'amministratore delegato di Twitter Dorsey ammettono di aver commesso errori con le loro piattaforme. Con Matteo Viviani vi mostriamo quanto è facile creare una bufala e diffonderla, proprio grazie ai social 

Nell’audizione di fronte al Congresso degli Stati Uniti i massimi dirigenti di Facebook e Twitter hanno difeso le loro aziende, rinnovando il loro impegno nel combattere le fake news e sottolineando ciò che hanno imparato dalle elezioni americane del 2016. In quell'occasione, infatti, sono scoppiate numerose polemiche dovute al sospetto che paesi stranieri, principalmente la Russia, abbiano usato i social media come parte di “una campagna globale e multiforme per diffondere discordia, minare le istituzioni democratiche e interferire nelle elezioni degli Stati Uniti e dei nostri alleati”.  “Siamo stati troppo lenti nel capirlo e troppo lenti ad agire. È colpa nostra”, ammette la direttrice operativa di Facebook, Sheryl Sandberg. Così, per implementare la lotta alla disinformazione, l’azienda consulta “soggetti terzi per il fact checking”. "Pensiamo che non dobbiamo essere noi gli arbitri di ciò che è vero e di ciò che è falso", dichiara Sandberg. "Se il ‘fact checker’ indica qualcosa come falso, noi diminuiamo considerevolmente la distribuzione sulla nostra piattaforma. Ti avvertiamo se stai per condividere quel contenuto, ti avvertiamo se l’hai condiviso e ti mostriamo accanto articoli correlati, in modo che le persone possano vedere versioni alternative”.

Più deciso nel criticare la propria piattaforma è stato l'amministratore delegato di Twitter Jack Dorsey. Che è addirittura arrivato a mettere in discussione il motore dei social network, e cioè il meccanismo dei follower: “La domanda che ci facciamo adesso è se il numero di follower di un utente sia il giusto incentivo, se sia realmente un indicatore di quanto contribuisci a Twitter e a questo spazio pubblico digitale. E non crediamo che lo sia”.

Ma le bufale che circolano continuano a trovare nei social il volano che permette loro di diffondersi. Noi de Le Iene, nel servizio di Matteo Viviani che vedete qui sotto, vi abbiamo raccontato come si creano le fake news e come si guadagna con la loro diffusione. Guardate qui:

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