> External link Facebook Facebook Messenger Full Screen Google+ Instagram LinkedIn News mostra di più Twitter WhatsApp Close
News |

Hassan, il “Tom Hanks siriano”, liberato dall'aeroporto-prigione

Come nel film “The Terminal”, è rimasto bloccato per quasi 9 mesi all’aeroporto di Kuala Lumpur, in Malaysia. Il Canada di Justin Trudeau gli ha aperto le porte, e ora inizia la sua seconda vita

Hassan Al Kontar, il siriano bloccato all'aeroporto di Kuala Lumpur da quasi 9 mesi, è finalmente libero di iniziare il suo sogno canadese.

Dopo una interminabile odissea burocratica iniziata nel marzo scorso, da quando era rimasto bloccato all’aeroporto malese di Kuala Lumpur, il giovane ha potuto prendere il volo per Vancouver, dove spera adesso di iniziare la sua nuova vita.

Ve ne avevamo parlato mostrandovi un primo video, in cui lui stesso, dal terminal dell’aeroporto malese, raccontava di essersi allontanato dalla Siria e da una guerra che non riconosceva come propria (clicca qui per vederlo).

Hassan lavorava negli Emirati dal 2011, nel settore del marketing. E’ stato cacciato dal Paese alla fine dell’anno scorso, e ha ottenuto un visto per la Malesia che è scaduto dopo tre mesi. Con i suoi ultimi risparmi Hassan ha acquistato un volo per l’Ecuador: per andarci però i siriani non hanno bisogno del visto. 

All’ultimo minuto la Turkish Airline non lo ha fatto salire, senza dargli alcuna spiegazione. Hassan non poteva neanche rientrare nel suo paese, la Siria, dove manca da otto anni, perché lì è ricercato per aver disertato la chiamata per il servizio militare. E perché è in corso una guerra “non mia, e io non voglio uccidere nessuno”.

Così il 36enne Al Kontar si è ritrovato a vivere in aeroporto, mangiando riso e pollo che viene servito sui voli e facendosi la doccia nei bagni dei viaggiatori. Hassan aveva contattato praticamente tutte le organizzazioni internazionali, “Onu, Human Rights Watch, Croce Rossa”, ma nessuno aveva saputo dargli una risposta. “E allora chi me la dovrebbe dare?”, aveva chiesto in uno dei video pubblicati su Twitter.

E grazie a questi video, on line sin dal quinto giorno della sua “prigionia”, ha raccontato la sua odissea di uomo “solo, debole, indesiderato, rigettato, odiato”. I suoi video sono diventati virali, Hassan ha ricevuto ogni giorno decine di commenti e messaggi. “Vorrei rispondere a tutti voi, ma non riesco, non sempre ho la connessione. Grazie di cuore, mi date la forza per andare avanti. Grazie a voi ora credo nel futuro”. C’è chi, dopo aver conosciuto la sua storia su internet, è andato a cercarlo di persona in aeroporto: “E’ venuta una coppia dalla Nigeria e sono stato con loro a parlare. So che ora mi stanno guardando, mi ha fatto tanto piacere”.

Era inevitabile allora il paragone con Tom Hanks nel film “The Terminal”, in cui recita i panni di un cittadino di uno stato immaginario dove avviene un colpo di stato proprio mentre lui è in volo. Quando atterra all’aeroporto di New York, il suo passaporto non vale niente: è costretto a restare lì. Nel frattempo si innamora anche di una hostess. “No, ragazzi”, ha spiegato Hassan rispondendo ai tanti che gli hanno fatto notare la somiglianza di quello che gli sta succedendo con il film, “questa è la realtà. E io non ho Catherine Zeta Jones con me! Fosse qui, rimarrei tutto il tempo che vuole”. La voglia di scherzare non gli è passata, e nei suoi video ha fatto gli auguri in diretta a un lavoratore dell’aeroporto, mostrato con l’acquolina in bocca una barretta di cioccolata conquistata con fatica e raccontato del suo sogno di avere un “lettone matrimoniale con tanti cuscini”.

Col passare dei mesi si era aperto uno spiraglio proprio grazie al Canada, perché un gruppo di volontari di quel Paese gli aveva fatto richiesta di visto (trovandogli un avvocato e addirittura un lavoro).

“Quando il resto del mondo stava a guardare, mi ignorava o faceva di me un semplice scoop” ha raccontato entusiasta Hassan in uno dei suoi ultimi video, che potete vedere qui, prima che la situazione si sbloccasse del tutto.  “Un grande Paese, una società solidale, un governo giovane ha deciso di prendere posizione per mostrare al resto del mondo come ci si comporta di fronte a un disperato bisogno di aiuto”

Ora il sogno di Hassan, il Tom Hanks dei nostri giorni, può finalmente avere inizio.

GUARDA QUI SOTTO I DUE NOSTRI SERVIZI SU HASSAN AL KONTAR, IL "TOM HANKS SIRIANO".

 

Ultime News

Vedi tutte