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I leoni da tastiera se la prendono con Emanuela (e con Le Iene). Forse perché è nera? | FOTO

Dopo il video in cui la 17enne di origini nigeriane ha chiesto al Parlamento di non approvare le nuove norme sulla cittadinanza, si è scatenata un'ondata di odio sui social network. E qualcuno minaccia pure di uccidere "i giornalisti de Le Iene". Vi mostriamo questi commenti vergognosi!

Il mondo è pieno di leoni. Ma non quei begli animali che popolano le savane africane. Parliamo di quelli da tastiera, di quelli che nascosti dietro l’illusione dell’anonimato danno il meglio di sé. Cioè il peggio.

La conferma ci sta arrivando in queste ore, da quando abbiamo pubblicato il video-appello di una ragazza nigeriana di 17 anni ma nata in Italia, Emanuela.

La giovane è figlia, insieme ad altre 3 sorelle, di una coppia di nigeriani che risiede nel nostro Paese da quasi 22 anni. La sua richiesta? Raccogliere le firme per una petizione su Change.org per abolire il nuovo Decreto Sicurezza voluto da Matteo Salvini, almeno nel passaggio in cui riforma le leggi sul diritto di cittadinanza.

Il nuovo testo infatti, già approvato al Senato e che ora attende il via libera anche della Camera, ha stabilito che debbano passare 4 anni (e non più 2) per veder riconosciuto (in presenza di tutti i requisiti) il diritto a diventare “nuovi italiani”. Ma questa novità, contrariamente a un principio ormai consolidato in giurisprudenza, sarà retroattiva.  Dunque i genitori di Emanuela, che attendevano ormai a momenti la convocazione per il giuramento, dovranno aspettare altri due anni.

Emanuela, carica dell’entusiasmo tipico di ogni adolescente, ha deciso di cavalcare questa battaglia contro il decreto, e ci ha mandato il suo appello.

Apriti cielo. Schiere di “soldati digitali” si sono mobilitate per fare guerra a Emanuela. E a Le Iene. La critica ci sta, sempre, ma solo se espressa con modi garbati e se analizza il punto della questione. Qui invece le orde dei “nuovi barbari” digitali sono andate a sputare odio su aspetti che nulla hanno a che fare con l’appello della ragazza. Un fenomeno preoccupante, che abbiamo deciso di snocciolare per condividere con voi il livello preoccupante del dibattito sui social (e non solo) a cui siamo arrivati. 

“Guarda che unghie”

Moltissimi, evidentemente esperti di look, hanno notato come Emanuela fosse ben curata, i capelli acconciati e le unghie laccate. Katia scrive: "Non mi sembra che stai messa male. Capelli fatti, unghie, macchinetta..." e arriva a definirla “bella di sera”, alludendo chiaramente al mestiere più antico del mondo. Tant'è che gli fa eco Alessandro: “Però, che unghia… che lavoro farà?”

 

“Nessuno ha notato che è seduta dalla parte del guidatore…”, è l’arguto commento di Sonia. Ah, perché ora un cittadino straniero non può guidare una macchina o non ha diritto a possederla?

E Francesco rincara la dose, contrapponendola subito ai pensionati italiani in difficoltà:  “Chiedete ai pensionati che dopo 38/40 anni di lavoro dovevano andare in pensione e la Fornero li ha fatti lavorare anni in più. E qualcuno ha pure perso il lavoro”.

Che c'entra Emanuela con i pensionati? Oltretutto non ha mai detto di essere in condizioni di disagio, come avevamo raccontato proprio nell'articolo che accompagna il video-appello. Viene da una famiglia perbene, non ha mai avuto alcun problema con la legge, studia con profitto e vorrebbe diventare una diplomatica. 

“Torna a casa tua”

Il leone Daraku, che ha pure un nome profilo straniero, le regala una lezione di vita: “Qualcuno le ricordi che se è scappata dal suo paese è perché lì hanno combinato merda! Ed ora vogliono il paradiso facile altrove invece di rimediare”.

Caro Daraku, se tu avessi letto il nostro articolo prima di sentenziare avresti scoperto che Emanuela è nata in Italia, e quindi non è scappata da nessun paese.

“Africani e non italiani”

 “Io non conosco italiani di colore”, chiosa Pasquale, tagliando la testa ad ogni discussione.

“Ma perché non vai a protestare contro chi violenta, uccide, taglia a pezzi e mangia le ragazze bianche italiane?”, si chiede Maurizio.

Il riferimento è all’omicidio della povera Pamela Mastropietro, per il quale è in carcere il nigeriano Innocent Oseghale. La notizia di presunti atti di cannibalismo ai danni di Pamela era stata diffusa dallo psichiatra Alessandro Meluzzi. Lui, caro Maurizio, è lo stesso noto sibillatore anti immigrati che sostiene l’esistenza di un piano studiato a tavolino per sostituire gli europei con la razza africana (il cosiddetto "piano Kalergi", una tesi complottista diffusa da diversi bufalari del web). Mentre i carabinieri e la procura di Macerata hanno seccamente smentito atti di cannibalismo sulla povera Pamela. E' sempre bene scegliersi le fonti, perché il rischio di incappare in una fake news, come in questo caso, è molto alto. E la figuraccia, come per Maurizio, è dietro l'angolo.

Nuovi talenti comici

Tra un “suca”, un “viaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa” , un “immigrati tutti a casa! Non vi vogliamo, avete rotto il cazzo!” e bestemmie varie, si nascondono alcune perle che meritano una menzione speciale, come quella di Misci, che spiega: “Io sono nato in ginecologia. Quindi sono ginecologo??? Iene infami”.

#boicottleiene

E così, tra un tripudio di offese gratuite, in diversi se la prendono con Le Iene.

"Sono sempre più merde ste iene. – scrive Cristina. – Bisognerebbe bloccare questo programma".

C’è spazio anche per nuovi talenti creativi, come quello che prova a lanciare l’hashtag, sperando che diventi virale, “#LEIENEMERDACCIA”: finalmente un po' di iniziativa, dopo tante parole buttate al vento!

Liberissimi di pensarla così. Ma non serve l’embargo, caro creativo. Basta esercitare l’unico vero strumento di democrazia televisiva: il telecomando. Il potere sta tutto lì: non vi piace una cosa in tv? Bene, non seguitela più, e cambiate canale.

E’ un grande esercizio di democrazia. Ma qualcuno, forse, non sa cosa farsene della democrazia, e si spinge oltre.

Come Mirko, che è diretto e inequivocabile: “Io ucciderei tutti i giornalisti delle Iene”! E giù l’emoticon col saluto fascista.

Un leone tra i leoni, non c’è che dire, salvo poi cancellare il suo commento pochi minuti dopo.

Ma quello che viene consegnato al web, caro Mirko, rimane nel web! Per sempre. E così possiamo mostrarvi cosa è riuscito a scatenare il video-appello di una diciassettenne che con educazione e pacatezza faceva una richiesta pubblica al ministro dell'Interno. Come disse Umberto Eco: "I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli". Perché non proviamo invece a far sentire la voce di chi vuole dibattere in maniera civile e democratica? 

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