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News | di Alessandro Barcella |

Ecco come i medici di base ci vendono (a 70mila euro per mille pazienti)

Una dottoressa ci svela come alcuni giovani medici di base comprano, illegalmente, i pazienti dai colleghi che stanno per andare in pensione

“Un mio paziente giovane? Costa quanto un vecchietto. Basta che ci mettiamo d’accordo tra di noi sulla cifra”. Una conversazione surreale? Mica tanto: non sarebbe così distante da una pratica purtroppo abituale tra dottori. Parliamo della vendita dei pazienti dei medici di base che vanno in pensione ai giovani colleghi, in un giro d’affari che muove moltissimi soldi.

A raccontarcelo e a denunciarlo è un medico di base, Alessia (il nome è di fantasia): “E’ un meccanismo che mi è stato confermato da più colleghi, è quasi segreto di pulcinella”.

Il “gioco” inizia quando un medico di base si avvicina al giorno della pensione. “La Convenzione è chiara: per legge il paziente, pochi giorni prima del pensionamento del suo medico di famiglia, deve riceverne comunicazione e recarsi presso lo sportello Asl per confermare se rimarrà con il suo sostituto o andrà altrove”.

“Ed è proprio sul numero dei pazienti che confermano la scelta di quel preciso studio medico, che si basa la compravendita”, racconta Alessia. Il medico uscente, disonesto e lungimirante, si è mosso per tempo, e almeno tre mesi prima del suo ultimo giorno di lavoro comincia a guardarsi attorno: “Va alla ricerca di giovani dottori, quelli ancora senza alcun paziente da poter curare”. 

Non bastassero i furbacchioni, ci si mette anche la legge ad aiutare, fornendo “varchi” in cui infilarsi abilmente. “Nella trattativa possono rientrare non solo giovani medici del proprio distretto sanitario ma di altri vicini”, prosegue la nostra fonte. “Questi hanno infatti la possibilità di aprire un secondo studio anche fuori distretto, a patto però di chiudere il primo entro un certo periodo di tempo, mediamente un anno”. Ed ecco allora che la “campagna acquisti” dei medici prossimi alla pensione non ha davvero più confini.

“Se si arriva a un accordo, si va avanti così. Negli ultimi tre mesi di lavoro del pensionando, il giovane dottore verrà presentato ai pazienti come un valido sostituto. È una pratica assolutamente non consentita. Spesso assisterà alle visite del collega più anziano, cosa quest’ultima ancora più vietata”.

Nel buio delle stanze, o davanti ad un buon caffè, intanto si è già chiusa la trattativa. “Parliamo di circa 60-70mila euro pagati per un pacchetto di 1000 pazienti”, che il vecchio medico vende come contraccambio al nuovo facendolo di fatto subentrare nel suo studio.

E questi 60-70 mila euro, come è possibile pagarli, considerato che si tratta di una compravendita del tutto illegale, sia deontologicamente che fiscalmente? “Con l’escamotage del contributo per pagare l’affitto dello studio medico”, prosegue Alessia. “Una parte sarà versata ufficialmente per l’affitto dello studio, e un’altra sarà data in nero”. Magari a tranche, fino al pagamento del “debito” contratto, con buona pace di entrambi.

Tutto all’insaputa dei pazienti stessi, ovviamente, e fuori da ogni regola: “Una volta un collega mi raccontò di essere stato convocato nello studio di un altro: quando entrò quest’ultimo, prima di avanzargli la proposta, spense il cellulare e staccò addirittura la batteria. Aveva addirittura paura di essere intercettato”.

Un bel business che non è certamente la regola, sia chiaro, ma che muove importanti risorse, dato che le convenzioni in Italia consentono ai medici di base di acquisire fino a 1500 pazienti per studio. Un esborso sicuramente importante per chi compra, all’inizio, ma che può essere diluito nel tempo e compensato grazie alle entrate che il medico riceve dal Servizio Sanitario Nazionale per il suo lavoro. Le cifre ce le spiega ancora una volta la dottoressa: “In media per 1000 pazienti un medico riceve uno stipendio mensile lordo di 3.500 euro, più incentivi dovuti ad altre prestazioni erogate, quali ad esempio visite domiciliari o somministrazione di vaccini”.   

E adesso chiediamo un contributo a tutti per proseguire nella nostra inchiesta: se siete medici o comunque ben informati su questa pratica illegale, e volete raccontarci la vostra storia, scrivete un’email a redazioneiene@mediaset.it.

- LA SECONDA PUNTATA DELL'INCHIESTA. Il racconto della truffa dagli sportelli dell'Asl: spuntano mazzette

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