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"Lady Raggiro": l'arresto e la storia della truffatrice dei finti lavori

Dai 2.500 ai 6.000 euro per impieghi che erano veri solo sulla carta, dal Comune di Roma al Coni fino al Giubileo: almeno 180 le persone truffate. Tra il 2015 e il 2016 avevamo già denunciato il caso con tre servizi di Giulio Golia

“Lady Raggiro”, che tra il 2015 e il 2016 era finita sotto i “riflettori” de Le Iene e del nostro Giulio Golia, è stata arrestata. Si è conclusa così la vicenda della 54enne Teresa De Zorzi, che avrebbe promesso lavori inesistenti in cambio di denaro.

La Polizia locale di Roma Capitale l’ha fermata su ordine del Tribunale di Roma. L’indagine, partita nel 2013 dalla segnalazione di uno dei presunti truffati, ha confermato il ruolo centrale della donna. Tra le contestazioni: contraffazione, estorsione, violenza e minacce.

Il meccanismo della truffa ipotizzata sarebbe stato semplice, quanto “spietato”, in tempi di “fame di lavoro” così acuta. La De Zorzi, a capo di una sedicente agenzia specializzata nella ricerca di lavoratori, avrebbe messo in piedi un vero e proprio “teatrino”.

Tantissimi sarebbero stati i “figuranti” al suo servizio, che dovevano convincere gli aspiranti lavoratori a iscriversi all’agenzia. C’era lo psicologo, il medico per la visita di idoneità fisica, il formatore.

Tutto perfetto, tutto come in una vera agenzia di recruitment. A mancare era solo un “dettaglio”: il lavoro promesso. E che lavoro, verrebbe da dire!

Chi avrebbe mai rifiutato, infatti, un posto al Giubileo Straordinario, all’ente “Risorse per Roma” o addirittura al Coni? E che dire poi di una bella poltrona comoda proprio al Comune di Roma? Tutti lavori a tempo indeterminato, si intende, ben pagati e con inserimento immediato. Un sogno che avrebbe allettato chiunque, e infatti in questi anni la De Zorzi sarebbe riuscita a raggirare almeno 180 persone.

Attorno ai 100mila euro, questa è la quantificazione attuale degli inquirenti, il giro d’affari della donna. Le pratiche di assunzione richiedevano infatti al lavoratore il pagamento di una cifra variabile tra i 2.500 e i 6.000 euro.

Tanti soldi, che l’agenzia però consentiva di pagare in più tranche, con saldo alla consegna della lettera d’assunzione. Ovviamente falsa, traboccante di timbri contraffatti e carta intestata a regola d’arte. Nessuna tangente però, si affrettava a spiegare la titolare dell’agenzia di servizi, ma denaro necessario ai corsi di preparazione all’impiego.

Un meccanismo consolidato quello che sarebbe emerso dalla indagini e ben oliato, che oltre a un numero importante di complici richiedeva un elemento fondamentale: la credibilità. E di credibilità Teresa De Zorzi, che avvicinava le sue “vittime” presentandosi talora come dipendente di “Roma Capitale”, ne aveva tanta. Tra passaparola attraverso “ganci” affidabili, presunte conoscenze politiche importanti, incontri in luoghi della Roma Bene e uffici impeccabili.

A questi fatti si era poi recentemente aggiunto il “filone immobiliare”, con la vendita di una casa popolare al prezzo di “saldo” di 27mila euro. Peccato però che l’appartamento promesso fosse già sotto sfratto. Una vera professionista nel lavoro dunque. Peccato che l’unico “lavoro” vero fosse il suo. 

Nel primo servizio di Giulio Golia del 16 aprile 2015 "La mandrakata dei posti al Coni" abbiamo raccontato e documentato il meccanismo della truffa di cui è accusata, partendo da una vittima a cui sarebbe stato promesso, dietro pagamento, un finto posto al Coni. La nostra Iena è andata a incontrare altre vittime, l'intermediario (pentito) e la stessa Teresa De Zorzi, l'organizzatrice del tutto, che dopo i posti in Comune di Roma era passata al Coni, con posti finti comprati da una quarantina di persone a 1..500 euro l'uno, più "ricarico" di almeno 400 euro dell'intermediario. 

Nel secondo servizio "Finto psicologo per finti posti al Coni", Giulio Golia ha incontrato il cameriere che si sarebbe finto psicologo per i finti colloqui e altri truffati, per migliaia di euro ciascuno, sempre in contanti. Abbiamo seguito tutto il meccanismo dai falsi colloqui con lo psicologo (l'unico che sarebbe stato a conoscenza della truffa), ai corsi di informatica, dalle visite mediche fino ai falsi abiti e alla falsa lettera di assunzione del Coni.

Nel terzo servizio "Finti posti di lavoro: la truffa continua" la nostra troupe è finita aggredita dal marito della De Zorzi. Avevamo continuato a indagare: nonostante l'avessimo raccontata, la presunta truffa non si sarebbe fermata. Sempre con falsi posti di lavoro in vendita: questa volta, dopo quelli finti al Comune di Roma e al Coni, nel mirino c'era addirittura il Giubileo. E con il solito meccanismo rodato, dalle visite mediche alle prove degli abiti e almeno 30-40 vittime.

Guardate qui sotto i tre servizi completi sul caso. 

 

 

 

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