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Untore Hiv, oltre 200 le vittime: indagato anche per omicidio volontario

La nuova accusa per la morte della moglie per Aids. Claudio Pinti da 9 anni aveva rapporti non protetti pur sapendo di avere l’Hiv. Per aiutare le 200 possibili vittime la Polizia ha deciso di rendere pubblici volto e nome dell’uomo 

È stato indagato anche per omicidio volontario dell’ex compagna Claudio Pinti, nuovo untore dell’Hiv accusato di aver contagiato oltre 200 vittime, sia uomini che donne, facendo sesso non protetto anche dopo aver scoperto di aver contratto il virus e senza informare i partner per almeno 9 anni. L’autotrasportatore di 36 anni è stato arrestato il 13 giugno con l’accusa di lesioni gravissime. Era stato denunciato dalla sua ultima compagna, dopo che ha scoperto di avere l’Aids, e ora si trova nel carcere di Montacuto.

La procura di Ancona ha aperto un altro fascicolo per indagare sulla morte della moglie di Pinti per Aids, avvenuta circa un anno fa. Si indagherà sulle modalità con cui la donna ha contratto il virus, se sia stato lui a contagiarla e se la donna fosse a conoscenza del fatto che il marito aveva l’Hiv. La polizia ha deciso di diffondere le generalità di Pinti, mostrandolo a volto scoperto, come vedete nella foto qui sotto. L’obiettivo è quello di riconoscerlo per le sue eventuali vittime. La polizia sta cercando comunque di contattare chi ha avuto incontri sessuali con Claudio Pinti e ha messo a disposizione anche un numero di telefono: 0712288595.

 

Con Nadia Toffa ci siamo occupati del caso di un altro untore dell’Hiv, chiamato HIValentino, arrestato nel nel dicembre del 2015 con l’accusa di aver contagiato volontariamente più di trenta ragazze, alcune minorenni, in una decina d’anni. La nostra Iena ha raccolto per prima la testimonianza di una delle vittime: “L’ho conosciuto appena dopo i miei diciotto anni, siamo stati insieme per circa sette mesi. Prima di sottopormi a un piccolo intervento, ho fatto delle analisi e ho scoperto di aver contratto l’Hiv. Avevo una carica virale altissima pur non avendo mai avuto disturbi”. Quando la chiamano dalla Questura scopre che è stato proprio Valentino a contagiarla, come era successo ad altre 30 ragazze. Valentino aveva proprio questo obiettivo: diffondere l’Hiv.

“Oggi noi vittime ci sentiamo su WhatsApp per supportarci aiutandoci l’una con l’altra. Ci sceglieva tutte vergini. Stavo con un mostro”, ha raccontato la vittima a Nadia Toffa nel servizio che vedete qui sotto. “Poi ha iniziato a cercare persone sposate, è stato anche con una donna incinta”.

Guarda qui sotto il servizio di Nadia Toffa

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