Omicidio Willy Branchi: la nuova pista seguita da Le Iene | VIDEO
Seconda puntata dell'inchiesta di Antonino Monteleone e Riccardo Spagnoli sulla morte del 18enne Willy Branchi, avvenuta il 30 settembre 1988 a Goro, nel Ferrarese
Nel servizio che vedete qui sopra, Antonino Monteleone continua a indagare sulla morte di Willy Branchi, 18enne con un deficit cognitivo, trovato barbaramente trucidato il 30 settembre 1988, dopo il primo servizio di una settimana fa.
Siamo a Goro (Ferrara). E proprio sotto il cartello che segna l’ingresso nel paese viene trovato il corpo completamente nudo del ragazzo, martoriato con una furia omicida impressionante.
“Secondo me tanti sanno che cosa è successo”, dice il fratello Luca.
Le indagini in un primo momento puntano verso un pluripregiudicato della zona, Valeriano Forzati. Ma due anni dopo la morte del ragazzo il giudice dichiara di non doversi procedere contro Forzati per non aver commesso il fatto. Così, sulla vicenda cala il sipario fino al 2013, quando il fratello lancia un appello per fare luce sul caso, perché in tanti sanno, ma nessuno vuole parlare.
Ai giornali arrivano lettere anonime e spuntano nuove testimonianze: dietro alla sua morte ci potrebbe essere l’ombra di un giro di festini tra omosessuali che includeva minorenni.
Antonino Monteleone segue una nuova pista, contenuta in una relazione dei Carabinieri del 1996 e mai sviluppata, che fa il nome di un uomo sposato con figli che avrebbe avuto una vita parallela di relazioni omosessuali.
“Avrebbe ucciso perché Willy era il suo amante occasionale”, confida Don Tiziano Bruscagin al giornalista Nicola Bianchi del Resto del Carlino. “Il ragazzo nella sua ingenuità ha detto 'ora lo dico a mio fratello'”. Proprio queste dichiarazioni hanno reso possibile la riapertura delle indagini da parte della Procura di Ferrara. Ma a quel punto il don ritira tutto.
Antonino Monteleone seguirà questa pista, andando a parlare con vari personaggi che potrebbero essere informati sulla vicenda, tra cui uno dei figli dell’uomo indicato dal parroco.
I figli infatti, secondo le parole del don, avrebbero aiutato il padre a sbarazzarsi del corpo di Willy.
La Procura di Ferrara in parallelo, intanto, dopo il nostro primo servizio, ha disposto nuove analisi del dna.