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Accusato di stalking finisce in carcere. Ma era tutto falso e lo Stato lo risarcisce | VIDEO

Alessandro Valentino ha passato ingiustamente 92 giorni di detenzione, tra domiciliari e comunità di recupero dei minori. Lo abbiamo incontrato assieme al cugino Ciro, accusato di stupro dalla stessa ragazzina che ha accusato Alessandro di stalking. Ma era tutto falso e Veronica Ruggeri è andata a parlare con lei, che ci fa in lacrime la sua confessione

“Immagina che una mattina vengono da te i carabinieri e ti portano via per qualcosa che non hai fatto. Saresti la persona più arrabbiata del mondo”. È così che si sente Alessandro Valentino dopo essere stato portato via dai carabinieri una mattina senza capire il motivo. “Ho iniziato a piangere, a chiedere cosa avessi fatto”, racconta a Veronica Ruggeri, che in un servizio dell’ottobre 2018 si è occupata di questa assurda vicenda, che inizia nel 2015.

Per Alessandro, accusato di stalking insieme ad altre 10 persone, è finalmente arrivata la sentenza d’appello, dopo che nel maggio 2018 il tribunale dei minori di Firenze lo ha prosciolto. Lo Stato dovrà risarcirlo di quasi 18mila euro per l’ingiusta detenzione: due mesi in una comunità di recupero per minori e un mese ai domiciliari.

L’incubo per Alessandro e suo cugino Ciro è iniziato con le bugie di una ragazza all'epoca minorenne, ex fidanzatina di Ciro, che dopo essere stata lasciata decide di vendicarsi inventandosi di essere stata stuprata da Ciro e da un altro amico. Così denuncia i due per qualcosa che non hanno commesso. I carabinieri credono alla ragazzina, che dice di avere le prove dello stupro nel suo telefono.

“Alle 6 di mattina vennero i carabinieri a dirmi che ero uno stupratore”, racconta Ciro a Veronica Ruggeri. Cosa c’entrava Alessandro in tutta questa storia? “Fondamentalmente niente, perché non la conosco”, dice alla Iena. Ma la ragazzina sostiene che Alessandro nei giorni successivi alla violenza, insieme ad altri 8 ragazzi, avrebbe iniziato a stalkerizzarla con messaggi su Facebook e WhatsApp. “Muori zoccola, hanno fatto bene a sfruttarti e violentarti”. Ma anche questi messaggi si rivelano falsi. Il tribunale dei minori ha infatti accertato che la ragazza aveva utilizzato un’app per creare finte schermate dei messaggi.

Ma prima di arrivare a questa verità, Ciro e Alessandro passeranno anni terribili, tra tribunali, carcere e comunità minorili. “La prima notte lontano da casa l’ho passata fissando il muro in lacrime”, racconta Alessandro. “Mi faceva strano perché in comunità c’era gente che aveva commesso reati ed era con il sorriso, mentre io che ero innocente il sorriso non sapevo nemmeno più che forma avesse”. Alessandro aveva solo 15 anni, ma non ha mai perso il coraggio di urlare che era innocente.  

“Io non le auguro qualcosa di male, ma un cammino veramente difficile. Perché io ho trovato una salita immensa. Solo tempesta deve trovare”, dice Alessandro a Veronica Ruggeri della giovane che ha accusato lui e i suoi amici. Così, siamo andati a parlare direttamente con lei, che non aveva mai ammesso di essersi inventata tutta la vicenda. Come potete vedere nel servizio qui sotto, all’inizio la ragazza porta avanti la sua versione: “Sono stata violentata”, dice. Ma poi, per la prima volta, ammette di essersi inventata questa storia. Per un abbandono che non riusciva ad accettare, dieci ragazzi l’hanno pagano molto cara.

“Non le voglio le sue scuse”, dice Alessandro alla Iena. “Io non sono un prete che ti vai a confessare e lui ti perdona. Io non devo perdonare nessuno”.

Guarda qui sotto il servizio di Veronica Ruggeri

 

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