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Isis, gli Usa pubblicano il primo video del raid in cui è morto Al Baghdadi

L’autoproclamato Califfo del sedicente Stato islamico è stato ucciso dagli Stati Uniti in un raid. L'Isis proclama il nuovo capo: al Quraishi. A Le Iene vi abbiamo raccontato l’inferno in cui era precipitata Mosul dopo l’arrivo dell’Isis attraverso il racconto di un blogger coraggioso

È morte come un cane, un codardo. È morto piangendo, urlando e singhiozzando”: non ha usato giri di parole Donald Trump per descrivere il raid in cui è morto Abu Bakr al-Baghdadi, il leader dell’Isis, ucciso dagli Stati Uniti pochi giorni fa. E dopo il crudo, e contestato, resoconto dell’ex tycoon ecco che arriva il primo video del raid.

Le immagini pubblicate dal Pentagono mostrano un velivolo che si avvicina al compound dove era nascosto al-Baghdadi: alcuni miliziani dell’Isis, armati e vestiti di scuro, escono allo scoperto e cominciano a sparare in direzione del mezzo dell’esercito americano. “Quando la sua cattura era ormai imminente al-Baghdadi si è fatto esplodere, uccidendo se stesso e anche due suoi giovani figli”, ha raccontato il generale Frank McKenzie, a capo delle operazioni. L'Isis ha intanto confermato la morte del sedicente Califfo e annunciato il nome del suo nuovo successore: è Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurashi.

Noi de Le Iene ci siamo occupati varie volte degli orrori causati dall’Isis e dalla sua occupazione di vaste aree della Siria e dell’Iraq. Siamo riusciti a parlare con Omar Mohammed, blogger di “Mosul Eye” e per anni unica fonte diretta di tutte le esecuzioni, gli agguati e gli attentati suicidi compiuti a Mosul, in Iraq.

“Sapevo che era una cosa molto pericolosa, ma bisognava farlo”, racconta Omar, che è stato testimone di orrori indicibili: “Gli omosessuali venivano buttati giù dai tetti, i cristiani crocifissi in mezzo alla strada, lapidazioni, decapitazioni e torture, per qualsiasi motivo. Le esecuzioni erano diventate veri show per tutti, girati a volte come dei film. Ho visto dei bambini giocare a calcio, in mezzo alla strada, con le teste dei cadaveri”.

Con Gaston Zama, nel servizio che potete vedere cliccando qui, ci siamo occupati anche del “Rambo iracheno”, un soldato diventato famoso in tutto il medio Oriente dopo esser stato filmato mentre spara con una mitragliatrice in spalla senza indietreggiare.

Per via della somiglianza con Sylvester Stallone, Ayyub Faleh al Rubaie è diventato una leggenda tra coloro che si oppongono all’Isis, in particolare i curdi. I racconti delle sue gesta di guerra parlando addirittura di 1.500 jihadisti uccisi. Si tratta con ogni probabilità di esagerazione, che hanno tuttavia contribuito ad accrescere la sua fama. È stato addirittura soprannominato Azrael, come il biblico Angelo della morte.

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