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Alvin libero: è nell'ambasciata italiana a Beirut con Luigi Pelazza | VIDEO

Il bambino, dopo essere stato liberato dal campo di prigionieri dell'Isis in Siria dove si trovava, ha appena avuto il visto d'ingresso per l'Italia ed è nella nostra ambasciata in Libano. Lì lo ha raggiunto Luigi Pelazza che con Le Iene l'ha trovato e ha sollevato il caso. In meno di un mese, grazie alla collaborazione con Farnesina, governo italiano e albanese, Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, si è arrivati alla sua liberazione 

Alvin è libero, sta per rientrare in Italia ed è al sicuro nell’ambasciata italiana a Beirut dove è arrivato anche il nostro Luigi Pelazza, come potete vedere dalla foto qui sopra. Possiamo darvi finalmente la notizia tanto attesa dopo che vi abbiamo raccontato stamane la liberazione di questo bambino di 11 anni rimasto solo nel campo per prigionieri dell’Isis di Al Hol in Siria. Il piccolo di origine albanese si trovava lì perché la madre, che si era radicalizzata, l’aveva portato via dall’Italia nei territori del sedicente Stato islamico nel 2014.

Alvin Berisha prima è stato portato nella sede della Mezzaluna Rossa di Damasco (clicca qui per il video), poi è arrivato a Beirut, dove gli è stato dato il visto d’ingresso per l’Italia entrando nella nostra ambasciata. E ora sta per rientrare in Italia.

Questa operazione è stata realizzata grazie alla collaborazione di forze di polizia e del governo italiano e albanese, Croce rossa e Mezzaluna Rossa. Un ringraziamento particolare va ai diplomatici della Farnesina con cui noi de Le Iene siamo stati in stretto contatto per settimane trovando la collaborazione di persone estremamente capaci, competenti e professionali. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è intervenuto parlando di "una di quelle notizie che ti riempiono il cuore".

La mobilitazione per Alvin è partita il 15 ottobre scorso con il reportage di Luigi Pelazza. Nato in Italia da genitori originari dell’Albania, Alvin è stato portato via dalla madre 5 anni anni fa, quando il piccolo ne aveva solo 6. Nel 2016, in un primo servizio, Luigi Pelazza ci aveva raccontato della battaglia del padre Afrim per riportare il bambino in Italia. Dal 2014 non aveva mai più potuto incontrare suo figlio. 

Quest’anno siamo tornati da Afrim che ci ha detto tra le lacrime: “Sono 5 anni che posso guardare solo queste foto”. Abbiamo deciso di prendere in mano la situazione e siamo partiti per la Siria. Siamo entrati nel campo di Al Hol dove vivono in prigionia migliaia di mogli dei miliziani dell’Isis con i loro bambini. Abbiamo scoperto che la madre di Alvin è stata uccisa durante un bombardamento, assieme agli altri figli avuti da un militante dello Stato islamico. Solo il piccolo Alvin è sopravvissuto e zoppica ancora per le ferite riportate in quell'esplosione.

Dopo una lunghissima attesa papà e figlio si sono riuniti in un bellissimo abbraccio. Il bambino è confuso, sembra lontano, ma riconosce subito il suo papà e la delusione di Alvin è enorme quando capisce che non può tornare subito a casa con il padre, perché nessuna autorità sembra volerci aiutare a tirarlo fuori di lì. 

Ora però grazie alla collaborazione di forze di polizia e del governo italiano e albanese, Croce rossa e Mezzaluna Rossa e a quella preziosissima dei diplomatici della Farnesina, Alvin è tornato libero e sta rientrando in Italia.

Qui sotto potete vedere invece il reportage del 16 ottobre.

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