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News | di Giulio Melis |

Bonus Cultura: ecco cosa succede nel mercato nero su Telegram | FOTO

Dopo i gruppi Facebook, siamo entrati nella chat privata di Telegram in cui si comprano e si vendono i bonus cultura, destinati in teoria solo ai 18enni e per acquisti “culturali”. Un mercato illegale che prosegue sotto gli occhi di chi invece dovrebbe controllare

La compravendita illegale del Bonus Cultura, di cui vi avevamo già parlato in questo servizio, dopo Facebook, sbarca anche su Telegram.

Dopo avervi raccontato di come su Facebook sia fiorito un ricco mercato di compravendita del Bonus (una vecchia misura prorogata dal Governo che consente a chi è nato nel 2000 di godere di un “borsellino virtuale” di 500 euro spendibili esclusivamente per acquisti in ambito culturale) ora anche Telegram, l’app di messaggistica tra le più amate soprattutto per la possibilità di chat segrete, diventa una piazza virtuale di “spaccio”.

Usiamo il termine spaccio non a caso proprio perché, lo ripetiamo, si tratta di una compravendita illegale, di persone che acquistano un voucher di soldi pubblici destinato solo ai 18enni e solo per acquistare libri, ingressi a musei, a eventi culturali. Soldi che invece, a quanto sembra, verrebbero regolarmente spesi per articoli che nulla hanno a che fare con la cultura e comunque non da parte dei legittimi proprietari, i 18enni.

Un mercato comunque “squilibrato”, in cui chi vende ci perde sempre, perché il bonus che vale 500 euro viene venduto illegalmente 70-10-200 euro al massimo. Duecentocinquanta quando si è davvero fortunati (come nel caso che state per vedere, e che abbiamo smascherato grazie a un nostro complice).

Le regole del Bonus sono chiare: basta registrarsi sul portale “18app” (www.18app.italia.it), e ottenere il caricamento di questi 500 euro su un “borsellino digitale”, dal quale man mano scalare gli acquisti effettuati. Non si possono comprare telefonini, sigarette elettroniche o beni che nulla hanno a che fare con la cultura. Sì a libri e corsi di musica, ticket per eventi culturali quali mostre o accessi a musei e concerti (e tanto altro ancora, purché di natura culturale).

Per ottenere il bonus, spendibile fino al 31 dicembre di quest’anno, bisognerà registrarsi al portale entro il 30 giugno 2019. A patto, appunto, di aver raggiunto la maggiore età nel 2018.

Noi de Le Iene, grazie a una vostra segnalazione, siamo venuti a conoscenza di un gruppo Telegram nel quale di fatto si sta svolgendo questo mercato illegale, e nel quale abbiamo infiltrato un nostro collaboratore 18enne.

Un gruppo Telegram il cui nome è inequivocabile: “Bonus 18 App”. Un gruppo che, al momento in cui ci siamo infiltrati, contava oltre 420 membri, e le cui fitte conversazioni dimostrano l’interesse spiccato verso l’acquisto o la vendita del bonus.

Anche durante un comune giorno lavorativo, la chat è già pienamente in servizio. Tra gli utenti più attivi (e che vi faremo conoscere meglio tra poco) troviamo D.S., che racconta di avere un negozio nel quale avrebbe acquistato, utilizzando appunto i bonus cultura, un po' di tutto: dalle gift card per vedere Netflix a quelle di Volagratis, Apple Pay, Play store e Infinity. Come fa, vi starete chiedendo? “Li faccio passare per libri”, spiega candidamente agli altri utenti del gruppo, non immaginando di essere osservato da Le Iene.

 

 

E sempre lo stesso utente, “spavaldo”, spiega di essere riuscito a “trasformare il bonus di 4 insegnanti in lavatrici, tv, tablet e pc” (facendo qui riferimento ad un’altra misura del Governo, la “carta del docente”, che dovrebbe di regola finanziare la formazione professionale di chi insegna). Altro strumento, insomma, ma stesso metodo truffaldino.  

 


“Io nella mia città ho comprato 5 bonus a 140 euro l’uno”, interviene un altro utente, L., che si vuole accreditare come acquirente fidato, in cerca evidentemente di “pesci” 18enni da fare abboccare.

“Io a 70 - gli fa eco un altro utente che non si firma, e che poi saggiamente aggiunge – dipende da chi trovi e se necessita subito i soldi”. Certo, perché spesso questi bonus vengono venduti a prezzi stracciatissimi: come dire” “pochi, maledetti e subito” (e in contanti, cioè in nero).

 

“Minchia appena 200 euro? Interviene sdegnato S. rispondendo al prezzo a cui un altro 18enne spiega di avere venduto – Andate in una cartolibreria qualsiasi e lo vendete a 300 o a 350, come nel mio caso”.

 

 

“È arrivato il mio giorno - esordisce L., un potenziale acquirente - . Se qualcuno di serio vuole vendere il suo bonus a prezzo modico/giusto sono qui”. E poi fornisce la sua “offerta” commerciale:

 

 

Questo, che abbiamo scovato su Telegram, è un gruppo nel quale si incrociano, in modo molto caotico, domande e risposte, soprattutto di chi chiede come acquistare con il bonus cultura anche oggetti che nulla c’entrano con la cultura. “La televisione passa?”, chiede F., che riceve però risposta negativa (e ci mancherebbe altro, aggiungiamo noi!)

“Cover ipad?”, chiede L., ma anche qui la risposta è un secco “No”.

“Link per caricatore di un telefonino?” Interviene  A, mentre Ch. vorrebbe comprarci uno zaino e domanda se qualcuno ha un link utile per acquistarlo. Usando sempre, si intende, il bonus cultura.

“Rega qualche negozio fisico a roma che chiude un occhio sul buono? (Per ora solo il ……… a ….. mi ha permesso di comprare giochi da tavolo da loro col buono)”, aggiunge A.

Andiamo bene, perché cita il nome di una grande catena di librerie italiane che a suo dire gli avrebbe fatto comprare giochi da tavolo usando il suo bonus cultura!

 

 

 

Anche F. è interessato ai giochi da tavolo, e posta uno screenshot di un “Monopoly di Tex” che avrebbe provato a comprare, ma sconsolato deve ammettere che “non passa” (cioè vale a dire che con il bonus cultura non lo ha potuto acquistarlo, ndr). Anche se poi però interviene G. che racconta di averlo comprato, proprio quel gioco, ma in un normale negozio.

 

 

Finalmente un frequentatore della chat mette in guardia da possibili sanzioni: "Raga se facessero un controllo su come avete speso il bonus e trovano irregolarità le multe sono abbastanza altre.  Conosco persone che si sono prese multe da 600/700 euro.  Quindi fate attenzione se volete guadagnarci”.

 

D.S, che prima si era vantato di poter far acquistare con il bonus le gift card che ha nel suo negozio, è di parola: “Mezzogiorno che chiudo (il negozio,ndr) ed entro in pausa vi dico tutto”, aveva scritto. E infatti, poco prima delle 14, ecco che torna on line e posta una foto con le card che, secondo lui, sarebbe possibile acquistare (nel suo negozio) pagando col bonus cultura.

 

 

Proviamo a capire meglio da lui come faccia a convertire il bonus in acquisti di altro genere, e alla nostra domanda di chiarimenti, ci invita in una chat privata. Per proseguire la trattativa. “Ho un esercizio e li faccio passare per libri”, spiega candidamente quando proviamo a saperne di più.

“Quindi io come ti do il bonus”?, gli chiediamo. “Se Sei di Torino ci vediamo di persona – aggiunge -. Se non sei di zona mi mandi il buono vedo se è vero intanto mi mandi il codice fiscale e Paypal e io ti mando il cash”. Semplice, no?

 

 

E per rassicurarci, dopo che gli esprimiamo i nostri dubbi e la paura di metterci nei guai per il fatto che il buono è intestato a noi, ci dice : “ho fatto 15 persone e fino adesso non ho avuto problemi di questo genere”.

Proviamo a capire dove sia esattamente il suo negozio, la sua carto-libreria e quando gli chiediamo di raggiungerlo proprio lì ci dice: “Non faccio venire gente in negozio per il semplice motivo che se tu fai parte di mibact rischio la chiusura dell’esercizio”.

Facciamo finta di non sapere, da ingenui 18enni, cosa sia il Mibact, e lui ci spiega: “Protezione dati…… In poche parole questi sono gli addetti al corretto funzionamento di 18 app”

 

 

Cerchiamo di andare al sodo e allora il nostro collaboratore gli chiede quanto guadagnerà dalla vendita del suo  bonus. “50%”, è la sua replica secca. “E tu ci compri roba per il tuo negozio per 500?”, gli chiediamo, per essere certi del meccanismo truffaldino. “Yes libri”, risponde secco.

 

 

Gli facciamo credere di esserci convinti a venderlo, il nostro Bonus cultura, e gli diciamo che lo ricontatteremo per andarlo a trovare in un luogo esterno al suo negozio, tra un paio di giorni. Ma ovviamente non abbiamo nessuna intenzione di commettere alcun atto illegale, e la cosa per noi finisce qui.

 

Ci è bastato dimostrare, e segnalare a chi di dovere, l’esistenza (quasi alla luce del sole), di questo malcostume. Un malcostume, che come abbiamo visto nel servizio che potete vedere anche sotto, è fiorente su Facebook e adesso è sbarcato anche sui Telegram.

 

E se lo volete proprio sapere, è in piena attività anche su Instagram. Non ci credete? Andare a fare una visitina all’account  “18_app_00” (di cui vi postiamo due screenshot qui sotto)

 

 

 

 

Cosa serve, ancora alle autorità, perché intervengano in qualche modo per evitare che tutto questo possa continuare?

Noi intanto continuiamo a seguire il caso: se vi sono arrivate “proposte” strane di questo genere, o conoscete negozi che sono disposti ad acquistare il vostro Bonus Cultura ( o farvi comprare con esso prodotti non propriamente culturali), scriveteci su redazioneiene@mediaset.it.

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