> External link Facebook Facebook Messenger Full Screen Google+ Instagram LinkedIn News mostra di più Twitter WhatsApp Close
News | di Simone Carcano |

Caccia alle balene, Sea Shepherd: "23 uccise nel Nord Europa" | FOTO

Caccia alle balene: la mattanza nel Nord Europa

 
1 di 18

Nuova grindadráp nell’Oceano Atlantico, dove è stata data la caccia a 23 balene. La mattanza è stata documentata nell’arcipelago delle isole Faroe da Sea Shepherd Italia, l’organizzazione che da anni si batte contro questa pratica. Anche noi de Le Iene ce ne siamo già occupati scoprendo che è la più crudele (altro che Giappone)

Sono 23 le balene uccise in un altro “grindadráp”, ovvero una tra i tipi più spietati di caccia ai giganti del mare. Lo ha documentato, nelle foto qui sopra, Sea Shepherd Italia, l’organizzazione che da anni si batte contro la caccia alla balena e che abbiamo conosciuto nel servizio di Mauro Casciari che invece vi riproponiamo in fondo all’articolo.

Siamo ad Hvalvik nell’arcipelago delle isole Faroe, tra l'Islanda e la Norvegia. È la mattina del 2 agosto, quando le acque dell’Oceano Atlantico si tingono di rosso per la decima volta da inizio anno. “È arrivata la notizia che un pod, ovvero un branco di balene, era circondato da ben 40 imbarcazioni”, raccontano da Sea Shepherd Italia. Sotto lo sguardo delle famiglie in spiaggia, i cacciatori con l’utilizzo di ultrasuoni hanno attirato il più possibile le balene vicino alla costa in una trappola mortale. “Una volta che il pod era nei fondali bassi è iniziata la macellazione delle balene”, spiegano i volontari di Sea Shepherd. “Avendo già osservato altre unità di caccia alle balene, il nostro equipaggio ha notato che questo pod era rassegnato al proprio destino perché non abbiamo udito alcun grido degli animali”.

E l’orrore non finisce qui: l’uccisione delle balene non è un destino solo degli esemplari adulti. “Abbiamo visto un feto tagliato dall'utero della madre, sembrava essere a pochi giorni o settimane dalla nascita”. Davanti a quella mattanza molte famiglie hanno abbandonato la spiaggia mentre la famiglia di balene veniva uccisa a colpi di lancia. I corpi degli animali sono stati caricati sulle imbarcazioni per essere spartiti. “Ai partecipanti in seguito sarebbe stata assegnata una percentuale di carne di balena”, raccontano i volontari di Sea Shepherd. “Uno di loro ha detto al nostro equipaggio che avrebbe ricevuto 24 chili. Come scienziati abbiamo raccomandato di mangiarne al massimo massimo di 250 grammi al mese per motivi di salute. Possiamo sperare così che non parteciperà a nessuna nuova battuta per i prossimi 8 anni?”. 

Ai primi di luglio anche il Giappone ha ripreso la caccia alle balene, non a scopi scientifici, bensì commerciali. Anche qui riprende una pratica interrotta 31 anni fa, quando Tokyo aderì alla moratoria internazionale, che vieta la caccia alle balene per questo fine. I giapponesi avevano continuato la caccia alle balene usando appunto l’escamotage della “ricerca scientifica”, per cui la Convenzione prevede una deroga. Fino a che nel 2014 il Giappone viene portato davanti alla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja, che conferma l’assenza di fini scientifici in molte operazioni e quindi la violazione della Convenzione. È per questo che, alla fine dell’anno scorso, Tokyo decide di lasciare la Iwc (International Whaling Commission). La decisione è stata formalizzata il 30 giugno: dopo nemmeno un giorno la caccia alle balene è ricominciata.

Guarda qui sotto il servizio di Mauro Casciari sulla caccia alle balene. 

Ultime News

Vedi tutte