Cambridge Analytica, Ocasio-Cortez fa balbettare Zuckerberg | VIDEO
La giovane star del Partito democratico statunitense ha messo all’angolo il miliardario proprietario di Facebook. Con Fabio Rovazzi vi abbiamo spiegato cosa si nasconde dietro lo scandalo di Cambridge Analytica
Come un fantasma dal passato, Cambridge Analytica torna a tormentare Mark Zuckerberg. Il proprietario di Facebook balbetta, è sudato e a disagio davanti a una commissione del Parlamento americano: non sa come rispondere alle domande incalzanti di Alexandria Ocasio-Cortez, la giovane star del Partito democratico. Il fondatore di Facebook è lì per discutere di Libra, il nuovo sistema di pagamento digitale del social network che dovrebbe essere lanciato nel 2020. Ma sta per essere sottoposto a un fuoco di fila di domande che non si aspettava.
La deputata di New York infatti inchioda Zuckerberg su una storia del passato, lo scandalo di Cambridge Analytica. “Ho scoperto lo scandalo nel marzo 2018”, ricorda il fondatore di Facebook incalzato dalle domande di Ocasio-Cortez. La giovane democratica insiste su chi all’interno del social network sapesse dello scandalo, e Zuckerberg non sa rispondere. A quel punto la deputata lo attacca: “È il più grande scandalo sui dati, che ha avuto un impatto catastrofico sulle elezioni del 2016 (quelle che hanno eletto Donald Trump presidente, ndr), e lei non sa?”. Il fondatore di Facebook prova ad abbozzare una risposta, ma Ocasio-Cortez lo liquida con un laconico: “Ok”.
Noi de Le Iene vi abbiamo raccontato cos’è lo scandalo Cambridge Analytica con Fabio Rovazzi, nel servizio che potete vedere qui sopra. Cambridge Analytica era una società di consulenza britannica nel settore delle analisi dei dati online. Nel 2018 si è scoperto che l’azienda avrebbe ottenuto informazioni personali di oltre 50 milioni di utenti Facebook negli Stati Uniti senza autorizzazione grazie all’aiuto di un ricercatore esterno.
Queste informazioni sarebbero state usate per creare contenuti personalizzati sui social network, in modo da rendere più efficace la campagna elettorale dei clienti di Cambridge Analytica: questa tecnica, definita microtargeting, punta a convincere gli elettori a votare per un determinato candidato. Tutto questo è stato possibile anche grazie alle informazioni ottenute senza permesso dai profili Facebook. Il social network, dopo l’esplosione dello scandalo, ha modificato molte delle sue regole in termini di privacy.
Lo scandalo ha causato molta preoccupazione in tutto il mondo perché Cambridge Analytica ha lavorato alle vittoriose campagne elettorali della Brexit e di Donald Trump: il contributo dell’azienda è stato determinante per queste due vittorie e ha messo in discussione il modo in cui i social network possono influenzare le democrazie. La Commissione federale degli Stati Uniti che vigila sulle telecomunicazioni ha multato Facebook per 5 miliardi di dollari per “grave violazione della privacy” dei suoi utenti.