Carne di cane, chiude il più grande mercato della Corea del Sud. "Ma la mattanza continua"
Al posto del mercato della carne di cane ci sarà un parco pubblico. Ma la mattanza in Asia continua, a partire dalla Cina, dove il 21 giugno inizierà il festival di Yulin, che noi de Le Iene abbiamo documentato l’anno scorso nel reportage di Giulia Innocenzi e Francesca di Stefano
I cani venivano allevati in condizioni pessime per poi essere uccisi e mangiati. Era il mercato della cane di cane più importante della Corea del Sud, il Gupo Livestock Market di Busan. Finalmente, il mese prossimo, chiuderà per lasciare spazio a un parco pubblico. Ci sono voluti anni di battaglie, ma gli attivisti possono finalmente festeggiare.
“È un grande passo perché la Corea del Sud è uno dei maggiori consumatori di carne di cane”, commenta Davide Acito, che con la sua associazione Action Project Animal combatte per fermare la mattanza, che raggiungiamo telefonicamente. “In questo paese il cane è il piatto nazionale. Ma negli ultimi anni hanno chiuso molti macelli”.
“Il piano di chiusura è il risultato di mesi di duro lavoro tra le autorità locali e i venditori del mercato”, commenta Nara Kim, attivista della Humane Society International. “Entrambe le parti devono essere lodate per aver raggiunto l’obiettivo che non solo porterà la fine del macello di Gupo, ma vedrà anche l’area rigenerata con nuovi servizi e attività commerciali a beneficio dell’economia locale moderna”.
A febbraio scorso l’associazione HSI era riuscita a salvare 200 cani da un macello di Hongseong in Corea del Sud. E il risultato di questi giorni è ancora più determinante nella battaglia contro questa terribile tradizione alimentare, che vi abbiamo raccontato in un reportage di Giulia Innocenzi e Francesca Di Stefano sul mercato della carne di cane in Cina girato lo scorso anno.
“Nonostante tutto in Corea del Sud il Boknal, il festival della carne di cane che si tiene dalla prima settimana di luglio e dura un mese, si terrà comunque”. Infatti, nota Davide Acito, “dobbiamo tener conto del fatto che si tratta della chiusura di un mercato. Il consumo di carne di cane però non è stato bandito. Ci sono tanti piccoli venditori che venderanno comunque con la loro bancarella in altri posti”. Ma resta un risultato importante, che evidenzia un altro dato fondamentale: “Il consumo della carne di cane in Asia si è dimezzato negli ultimi anni”. E si avvicina il festival più famoso al mondo per la carne di cane, quello di Yulin, che ripartirà il 21 giugno, al solstizio d'estate. Gli attivisti preparano la mobilitazione che ogni anno vede sit-in e proteste online sotto lo slogan #StopYulin.
L’anno scorso con Giulia Innocenzi siamo andati in Cina, dove assieme a Davide Acito e alla sua associazione abbiamo documentato con telecamere nascoste i maltrattamenti che avvengono all’interno del mercato di Yulin. Nel reportage abbiamo mostrato immagini impressionanti delle condizioni in cui vengono tenuti questi animali. Sono migliaia i cani e gatti che vengono macellati ogni anno in onore di quella che nel sud della Cina viene considerata una tradizione. Una questione culturale, certo, come da noi è considerato normale mangiare il maiale o il coniglio. Ma di una crudeltà inaudita: cani e gatti vengono presi con un punzone di ferro per il collo, bastonati per essere storditi, e poi sgozzati sulla strada. Senza alcun rispetto delle condizioni igieniche.
Ma anche a Yulin qualcosa sembra muoversi. “Saranno comunque migliaia i cani maltrattati, ma contro i 10mila di qualche anno fa, la statistica di quest’anno parla di 4mila cani”, commenta Acito, che con la sua associazione sarà anche questa volta in prima linea per salvare gli animali dal macello.
"Per Yulin manterremo lo stesso protocollo dello scorso anno", ci spiega l'attivista italiano. "Elisabetta Franchi interverrà con la fondazione e ci ha messo a disposizione un’equipe di medici italiani. L’organizzazione è quindi molto più articolata rispetto all’anno scorso. Una squadra locale che collabora con noi è già sul posto. Il festival inizia il 21 giugno, ma i cani vengono venduti già nelle settimane prima”. Ma c’è un indizio, ci spiega Davide, che farebbe ben sperare sui numeri dei cani destinati al macello quest’anno. “Un po’ prima del festival inizia il traffico di cani che arrivano a Yulin e quest’anno gli attivisti, che sono molti di più dell’anno scorso, non hanno ancora bloccato alcun camion di cani rubati”. Forse ce ne sono meno? La speranza è che la denuncia contro la mattanza dei cani sia arrivata anche qui.