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Chierichetti del Papa: tre nuovi testimoni parlano di abusi in Vaticano | VIDEO

Nelle precedenti puntate dell’inchiesta de Le Iene di Gaetano Pecoraro e Riccardo Spagnoli, due giovani ex “chierichetti del Papa” avevano parlato di violenze sessuali subìte nel preseminario San Pio X in Vaticano. Ora si aggiungono tre nuove clamorose testimonianze

“Senti io ti prometto una cosa, se tu cerchi mio fratello, dove sei sei, ti spezzo”. Questa frase di minacce, rivolta a Gaetano Pecoraro, è stata pronunciata dal fratello di una presunta vittima di abusi sessuali all’interno delle mura vaticane.

Esistono altri episodi di abusi su minori avvenuti all’interno del preseminario San Pio X?

Con Gaetano Pecoraro e Riccardo Spagnoli torniamo a occuparci dei presunti abusi all’interno dell’unico luogo dello stato vaticano dove vivono dei bambini, i cosiddetti “chierichetti del Papa”.

Nelle puntate precedenti della nostra inchiesta vi avevamo raccontato la storia di Kamil, chierichetto di Joseph Ratzinger e di Papa Francesco, che a Le Iene aveva sostenuto di essere stato testimone oculare di abusi sessuali che il compagno di stanza Marco, da ragazzino, avrebbe subìto al pre-seminario, distante appena 200 metri dalla basilica di San Pietro.

 A quelle accuse gravissime si erano aggiunte le testimonianze di un secondo giovane, che aveva puntato il dito contro la stessa persone: il seminarista Gabriele Martinelli, poi diventato sacerdote.

Il 17 settembre di quest’anno poi, la sala stampa della Santa Sede aveva fatto sapere che “lo Stato del Vaticano ha chiesto il rinvio a giudizio di Don Gabriele Martinelli, con l’accusa di abusi sessuali, e di don Enrico Radice, rettore del preseminario all’epoca dei fatti, con l’accusa di favoreggiamento.” 

È la prima volta nella storia della Chiesa che si indaga su quello che sarebbe accaduto tra le mura del Vaticano, grazie allo stesso Papa Francesco, che ha modificato la procedura rimuovendo la causa di improcedibilità.

Adesso in questa nuova inchiesta vi raccontiamo di altre tre importanti testimonianze, che parrebbero confermare ancora una volta la presenza di casi di abusi. E saremmo a cinque vittime, cinque ragazzini abusati in qualche modo da preti all’interno delle mura del Vaticano.

Siamo partiti da una email, che un giorno riceviamo. In allegato c’è una foto di Papa Giovanni Paolo II che sorride e tende la mano verso un gruppo di ragazzi che lo guardano.

Il messaggio recita così: “Quello con gli occhiali sono io, ho fatto il ministrante per il Santo Padre nel preseminario San Pio X dove i preti e le suore pedofile attingevano quotidianamente. Contattami, sono grande ormai e ne parlo quasi in tranquillità.”

Decidiamo di metterci subito in contatto con lui: tutti i  nomi che sentirete d’ora in poi saranno di fantasia.

Al telefono l’uomo ci racconta di essere stato al preseminario 29 anni fa, tra la fine degli anni ‘80 e i primi anni ‘90. Si tratta di un elemento importantissimo, perché stiamo parlando di presunti abusi avvenuti in un periodo nuovo rispetto al quale fino a oggi non erano emerse accuse.

Fabio, così lo chiameremo, racconta di essere stato un ragazzino di circa 13 anni che da un quartiere popolare di Roma all’improvviso si trova a vivere e studiare nel cuore della Santa Sede. Un giorno, mentre fa la doccia, un prete avrebbe provato a toccarlo nelle parti intime.

Cerchiamo di capire se tra i ragazzi del preseminario si sia mai parlato di questa cosa, ma lui dice: “Oddio… non ricordo però… era successo qualcosa”.

Allora proviamo a forzare la situazione e gli chiediamo dei nomi. Fabio ci fa i nomi di tre persone, due di loro li chiameremo ‘i fratelli’. Il terzo invece è un suo ex compagno di classe del preseminario, che a suo dire potrebbe esserci molto d’aiuto: “Io penso che sicuro abbia visto più di me… parecchi sacerdoti..”.

E di quel suo ex compagno di classe dice: “Aveva delle frequentazioni con un sacerdote…nelle stanze di Santa Marta”, vale a dire il palazzo proprio accanto al preseminario, lo stesso che ospita anche la residenza del Santo Padre

In una di queste stanze, secondo l’ex alunno del preseminario, un sacerdote della scuola avrebbe portato un suo compagno. “È stata una vittima pure lui…”, spiega a Gaetano Pecoraro, ma il nome di quel sacerdote proprio non vuole farcelo.

Le informazioni che ci dà Fabio non sono tantissime: abbiamo i nomi di due fratelli e quello di un suo compagno di classe, oggi diventato prete. Raggiungiamo quest’ultimo, per cercare di avere qualche conferma. Proviamo a fargli il nome del prete che secondo Fabio lo avrebbe portato nelle stanze di Santa Marta, lui continua a negare qualsiasi cosa.

Non insistiamo ma proviamo comunque a  chiedergli di fare uno sforzo in più. Ci pensa per qualche istante e poi tira fuori dei nomi: il primo è uno psicologo, il secondo un designer a New York e poi ci sono una coppia di fratelli, gli stessi che ci aveva nominato anche Fabio.

Il don sembra andare in confusione, come se si fosse pentito di averci fatto quei nomi ma a un certo punto senza volerlo ci dà un altro indizio fondamentale. Il Don ci racconta di una cena di ex alunni avvenuta molti anni fa, prima che scoppiasse lo scandalo del preseminario, durante la quale sarebbero usciti dei discorsi molto delicati.

Proviamo a  capire se la cena di cui ha parlato il Don ci sia stata veramente e raggiungiamo uno dei partecipanti. Quando lo incontriamo di persona ci parla di un prete, che all’epoca dei fatti era un membro dell’Opera Don Folci e che al preseminario San Pio x faceva l’insegnante.

L’uomo si ricorda molto bene che durante quella rimpatriata a parlare degli abusi dell’insegnante, non sarebbe stato un solo ragazzo… “E poi ne è venuto fuori un altro”, ci dice e fa riferimento a uno dei due fratelli di cui ci ha parlato Fabio.

Insomma questo testimone sembra confermarci l’esistenza di quella cena di  rimpatriata tra ex compagni del preseminario. Una cena durante la quale sarebbero saltate fuori due vittime dirette di un prete molestatore che faceva l'insegnante lì.

E così nel giro di qualche giorno riusciamo a ricostruire l’elenco di tutti i partecipanti a quella cena: ci sono i due fratelli di Roma, Carlo di Trieste e altri due, uno di Milano e uno sempre di Roma.

Riusciamo a incontrare un altro di questi ex preseminaristi che ci racconta: “Sono uno di quelli che ha fatto più anni, 3 di medie e 5 di superiori…”. Poi nomina l’insegnante che, secondo il suo racconto, con il più piccolo dei due fratelli di Roma non ci sarebbe “andato leggero…”: “L’ha buttato sul letto…con intenzioni ambigue”.  

Incontriamo ancora un altro testimone, che racconta di essere stato molestato dall’insegnante: “Aveva una sua stanza... mi ha chiesto di avvvicinarmi… avevo o 10 o 11 anni… mi mette una mano più o meno sulla gamba così… piano piano questa mano veniva su… e lui mi mise una mano così… il dito sopra e la mano sotto, a cucchiaio”, e fa riferimento al suo organo genitale. Poi continua: “Appoggiato lì cominciò a chiedermi se avessi voluto fargli vedere il mio pene. Più di una volta, fu insistente su questo discorso… io ho sempre detto di no. Ha insistito tre o quattro volte”.

Alla fine riusciamo a metterci in contatto proprio con uno dei due fratelli di Roma di cui ci aveva parlato un testimone, il maggiore.

E, quando gli chiediamo se durante la sua permanenza di 4 anni al San Pio X abbia mai subito molestie o abusi sessuali, ci dice che sarebbe sbagliato parlare di abusi, ma di “seduzione”, negando violenze vere e proprie.

Gaetano Pecoraro prova a insistere: “A me hanno parlato di un don che faceva l’insegnante e che non si sarebbe comportato bene. Ti dice niente?”. Risponde di getto: “È un frocetto, era uno che ci provava ma è stato solo pesante. Tutto qua…. Vuoi sapere troppo... Io so di un episodio…”. Quando però facciamo riferimento a suo fratello, lui si altera immediatamente e ci minaccia “Se tu cerchi mio fratello dove sei sei a Milano io ti spezzo. È una minaccia, prendimi sul serio… Se so che tu o qualche tuo collega l’ha cercato, ti faccio male… Mio fratello lo lasci in pace ”.

Capiamo che è il caso di mollare il colpo: è bastato solamente dire la parola “fratello” per scatenare in questo ex chierichetto una reazione spropositata. Ma nel cuore della notte  torna a farsi vivo con messaggi WhatsApp e i toni sono sempre minacciosi: “Stai molto attento…. E buon karma bello!”

Per chiudere il cerchio proviamo a raccogliere la testimonianza anche del fratello minore, la vittima numero 2 dell’insegnante. Di sua spontanea volontà decide di mettersi in contatto con noi e ci accusa di aver voluto gettare fango sull’Opera Don Folci: “Ti vengo a prendere, se insisti e persisti con l’Opera Don Folci in questa maniera… Ti vengo a prendere io… Non ti mettere contro i Cavalieri dell’Immacolata, non ti conviene”. Però sembra confermare quei fatti: “Io l’ho detto solo in confessione quindi o te l’ha detto il mio padre confessore o nessuno lo sa!”

Non ci resta che andare a parlare proprio con quel sacerdote che avrebbe molestato due bambini di undici anni dentro al preseminario: l’insegnante.

E quando gli facciamo sentire l’audio testimonianza di uno dei ragazzi che sarebbero stati approcciati sessualmente da lui, il sacerdote risponde: “Io non ho mai toccato ragazzi, non mi ricordo. Quando ero rettore non andavo neanche quando facevano la doccia a vederli, mandavo sempre l’assistente. Io non dico che sono matti, dico che possono sbagliarsi”.

Se tutto quello che abbiamo raccontato fosse confermato, lo scandalo legato al preseminario San Pio X potrebbe diventare davvero importante e coinvolgere almeno 5 vittime nell’arco di 30 anni.

Crediamo ci sia ancora tanto da raccontare su questa storia: chiunque di voi voglia darci una mano, si faccia avanti. 

Ecco qui sotto
 tutti i prinvipali servizi e articoli che abbiamo dedicato finora a questo caso.

 

Abusi sessuali: la nostra inchiesta sui chierichetti del Papa

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