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L'ergastolo ostativo è incostituzionale: via libera ai permessi premio per i mafiosi | VIDEO

Lo ha stabilito la Consulta, dopo che la Corte europea dei diritti dell’uomo lo aveva già bocciato la settimana scorsa. Noi de Le Iene abbiamo incontrato il primo condannato in Italia a questo regime carcerario: “Meglio la pena di morte, è più umana”

La Corte costituzionale ha ritenuto incostituzionale il cosiddetto ergastolo ostativo, il regime carcerario durissimo destinato a mafiosi e terroristi: secondo i giudici la mancata collaborazione con la giustizia non può impedire la concessione di permessi ai detenuti condannati al carcere a vita, purché ci siano elementi che escludono collegamenti con la criminalità organizzata. La sentenza della Consulta arriva a pochi giorni di distanza dalla decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo, che aveva definito l’ergastolo ostativo contrario a diritti umani.

Noi de Le Iene ci siamo occupati dell’ergastolo ostativo con Antonino Monteleone. La Iena ha incontrato Carmelo Musumeci, il primo a cui è stato applicato questo regime carcerario: il criminale è stato condannato per vari reati tra cui omicidio e la fine della sua pena è prevista il 31 dicembre 9999, cioè tra 7.980 anni.

Criminali si diventa, non si nasce”, racconta Carmelo alla Iena. “Mia nonna mi aveva insegnato a rubare, passavo un uomo in divisa e mi diceva ‘attento, quello è l’uomo nero’. Nasco come rapinatore, perché era la cosa più semplice”. Nel 1972 entra per la prima volta in riformatorio a causa di una rapina a mano armata: “Il carcere è una fabbrica di criminalità”, ci dice.

Uscito dal riformatorio inizia la sua carriera criminale: comincia così a rapinare banche e a guadagnare molti soldi. Organizza una banda di soldati agguerriti, e in qualche anno diventa il boss della Versilia pronto a scalzare il clan rivale: “È stata una vera e propria guerra che è durata un anno: non si sapeva se si sarebbe tornati vivi. Non ho ordinato degli omicidi, ma ne ho compiuti”. Cosa si prova a uccidere una persona? “Ho sudato freddo, avevo paura perché anche lui era armato”. Carmelo a un certo punto decide di uscire dal giro, ma i suoi compari non vogliono e gli fanno un agguato: sopravvive e subito dopo viene arrestato e portato nel super carcere dell’Asinara.

Ho conosciuto i peggiori regimi, ho vissuto il carcere in modo cattivo”, ci dice. Antonino Monteleone allora gli chiede cosa bisognerebbe fare con una persona che spaccia, ruba e uccide: “Bisogna fermare chi lo fa arrestandolo, ma poi va aiutato a migliorare non a peggiorare”, risponde. Condannato all’ergastolo, mentre è in isolamento decide di studiare e diventa scrittore. Oggi ha una voce su Wikipedia, dove viene descritto come “scrittore e criminale”. Prima scrittore, poi criminale. “Sono entrato in carcere con la quinta elementare, ora ho tre lauree”, racconta con una punta di orgoglio.

Da quando si è istruito, ha fatto parlare molto di sé e in tanti gli hanno offerto sostegno. Dopo 27 anni ha la libertà condizionale, e vive in un convento dove fa volontariato. “Gli studi e le relazioni mi hanno fatto bene”. Però non è fuori dal mondo andare giù duri con i mafiosi: “Dare l’ergastolo ostativo a 19 anni come può permetterti di cambiare? È meglio la pena di morte dell’ergastolo ostativo, è più umana”.

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