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News | di Alessandro Barcella |

Fentanyl: la droga killer arriva in Italia. E la 'ndrangheta fa affari d'oro

Cento volte più potente dell’eroina, il farmaco – droga Fentanyl sta iniziando a uccidere anche da noi, mentre nel mondo i morti sono già 400mila. Il mercato, ci spiegano gli esperti della Direzione investigativa antimafia, fa gola ai clan mafiosi, soprattutto alla ‘ndrangheta

Una droga sintetica 100 volte più potente dell’eroina. Un killer silenzioso, nato come farmaco, che solo nei Stati Uniti negli ultimi 5 anni ha ucciso almeno 200mila persone. Un nemico pubblico che anche in Italia, tra il 2016 e il 2017, ha fatto aumentare le morti per overdose del 9,7%: per la prima volta dopo 15 anni consecutivi di calo. Noi de Le Iene abbiamo lanciato l’allarme per primi anche per il nostro Paese tre anni fa, con il servizio che vedete qui sopra sulla “via dell’Est”, in particolare in Estonia.

Stiamo parlando del Fentanyl, un oppiaceo utilizzato in medicina come antidolorifico che è diventato una potentissima e letale droga da sballo. La dose mortale? Due milligrammi appena, cioè un granello. Basta toccarlo o inalarlo: è così potente che le forze dell’ordine, quando effettuano i sequestri, indossano tute ermetiche e maschere.

“È molto poca, ma funziona, io la inietto”, dice a Marco Maisano un ragazzo incontrato in un parco in Estonia. L’effetto dura mezz’ora e c’è chi si fa la dose anche cinque o sei volte al giorno. Incontriamo poi Viktor, che il Fentanyl lo fuma: “Non è il massimo, però funziona. Non mi piace bucarmi perché mi vengono tutte le ferite”. Tutti trovano nel Fentanyl, un motivo per evadere anche dalle migliori realtà: “È molto potente e ti senti come un bimbo circondato da cose leggere. Se riuscissi a smettere, otterrei tutto quello che voglio per le mie capacità”, dice Viktor. Per lui, fidanzato, la droga viene anche prima dei rapporti sessuali: “Ti causa un’erezione molto debole. Non ci importa di fare sesso. Tra il Fentanyl e una bella donna non abbiamo dubbi”.

Le stragi del Fentanyl non colpiscono solo gli strati più poveri ed emarginati della popolazione. La morte  del cantante Prince nel 2016 ne è la prova più clamorosa. Recentemente questa droga è tornato alla ribalta dei media, perché sarebbe stato responsabile della morte il 23 agosto scorso a New York del famoso chef italiano di Cipriani, Andrea Zamperoni. Se allarghiamo il discorso dell’allarme Fentanyl a livello globale, i dati dei decessi sono quelli di una guerra: 400mila morti negli ultimi 20 anni, con quasi 2 milioni di persone che ne sono diventate dipendenti.

Da un lato c’è l’allarme dunque, tanto che il presidente Usa Donald Trump l’ha definita “un’emergenza nazionale” mentre un tribunale dell’Oklahoma ha condannato la Johnson & Johnson, produttrice storica di oppioidi, a pagare 572 milioni di dollari per aver sottovalutato i rischi e spinto i medici alle prescrizioni. Dall’altro, come in tutti i mercati del genere, c’è l’opportunità di business, enorme. Basti pensare che da 1 kg di polvere di fentanyl, che si paga attorno ai 10mila euro, è possibile ricavare un milione di pillole, vendute a 20 dollari l’una….

Di Fentanyl parliamo in esclusiva con la Divisione analisi del I Reparto “Investigazioni Preventive” della Dia, la Direzione investigativa antimafia. “Le aree geografiche di maggiore consumo sono il Nord America (Canada e Stati Uniti) e il Nord Europa (Scandinavia e Repubbliche Baltiche). La diffusione è stata agevolata negli anni passati, in alcuni Paesi, da criteri di somministrazione pubblica troppo ‘leggeri’. In questo momento il traffico si sviluppa parallelamente al mercato legale, dove la si reperisce attraverso ricette rubate o falsificate, furti in strutture sanitarie e attraverso il web. Di solito il Fentanyl viene acquistato in piccolissime quantità”.

Piccole quantità che però possono essere sfruttate dai “chimici” delle organizzazioni criminali. E se poi la sostanza viene ulteriormente sintetizzata, se ne possono ottenere altre, come per esempio il carfentanil, a sua volta 100 volte più potente del fentanyl. Una bomba inquietante, insomma.

E come allora questo business può non far gola alle organizzazioni criminali, ‘ndrangheta calabrese in primis? Quegli stessi clan calabresi, soprattutto della zona della Locride e della costa tirrenica, che già detengono di fatto il monopolio del traffico internazionale della cocaina, avendo messo in piedi patti di ferro con i cartelli messicani e colombiani della droga.

Un monopolio confermato a Iene.it dalla DIA: “La ’ndrangheta, oramai da circa venti anni, rappresenta uno dei principali player del traffico di cocaina avendo acquisito e poi consolidato, nel corso degli anni, grande affidabilità nei confronti dei principali produttori e trafficanti sud e centro americani. Un’affidabilità che è stata mantenuta nonostante le evoluzioni dello scenario in Colombia, dai cartelli alle formazioni paramilitari, e la globalizzazione dei mercati. Oltre al settore del traffico della cocaina, la mafia calabrese ha rivolto la propria attenzione anche alla produzione di marijuana facilitata dalle condizioni climatiche e geografiche di alcune zone della Calabria”. Accanto a questo business “tradizionali”, dicevamo, è in ascesa l’interesse dei clan calabresi per la nuova droga sintetica.   

È lo stesso procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri a confermarlo, in un’intervista rilasciata qualche giorno fa a La Stampa: “I consumatori sono soprattutto giovani studenti universitari dei campus americani e a questa domanda sempre più alta la ’ndrangheta si rivolge perché non può permettersi di immaginare che chi chiede il Fentanyl si rivolga altrove”.

Anche attraverso le consegne dal web il Fentanyl è già  nelle nostre strade. E ha iniziato la sua strage silenziosa. La prima vittima italiana è stata un 39enne di Milano, che aveva comprato la potente droga sul web. Sembrava una “normale” overdose, ma nel corpo non c’era traccia di eroina. Poi è stato scoperto un analogo del Fentanyl. Al momento girano 22 sostanze simili. Alcune di esse riconducono al famigerato boschetto della droga di Rogoredo (dove si sta vivendo una vera e propria emergenza anche in queste ore).

Ma chi vuole sballarsi non si accontenta mai ed ecco allora che nascono i cocktail micidiali, tra cui quello del Fentanyl mischiato allo Xanax, un altro medicinale che crea dipendenza di cui vi abbiamo parlato qui su Iene.it mostrandovi quanto sia facile reperirlo in Italia senza ricetta medica.

A confermare ulteriormente la diffusione del Fentanyl in Italia è anche il dato che emerge dal rapporto annuale 2019 della Dcsa, la Direzione centrale per i servizi antidroga del Ministero dell’Interno:  “Nel 2018 si è registrato un +37,31% nel sequestro di droghe sintetiche già confezionate in dosi, e la metà dei casi di morte per overdose è da attribuirsi agli oppiacei”.

Il report lancia anche un preoccupante allarme: “È ipotizzabile che, a partire dai prossimi anni, il dispositivo di contrasto dovrà fare i conti con questo fenomeno e con le sue insidiose modalità di implementazione dell’offerta: ordini telematici e transazioni via web che utilizzano per recapitare lo stupefacente il vorticoso circuito delle spedizioni postali che, negli ultimi anni, grazie all’ecommerce, ha raggiunto numeri particolarmente elevati”. Insomma occhi apertissimi sul questo killer silenzioso, talmente diffuso che lo stesso prossimo film di Carlo Verdone, nelle sale a febbraio, “Si vive una volta sola” ne parlerà.

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