Fico e la colf in nero: perché ha querelato (e perso contro) Le Iene? | VIDEO
Siamo tornati dal presidente della Camera Roberto Fico. Un anno e mezzo fa ci aveva querelato dopo le vicende della colf in nero che lavorava nella casa di Napoli della compagna. Ora il giudice si è pronunciato: noi abbiamo detto il vero. E lui? Antonino Monteleone glielo ha chiesto citando anche Beppe Grillo…
Un anno fa il presidente della Camera Roberto Fico ci ha detto il falso quando gli abbiamo chiesto della presenza di una colf in nero nella casa della compagna in cui a volte vive quando è a Napoli. Ora lo possiamo dire con certezza senza essere smentiti.
Quando il 29 aprile 2018 gli abbiamo chiesto se avesse mai avuto collaboratori con situazione contrattuale borderline in quella casa, Fico ci ha risposto: “Sì, nella casa dove vivo quando sono a Napoli, della mia compagna, lì la situazione è tranquilla”. Non ci sono collaboratori domestici? “Collaboratori domestici no, non ce ne sono, collaboratori domestici”. Mai stati? “No”. Con contratto, senza contratto? “No”.
Ora possiamo dire che ha detto il falso: in quella casa c’era una colf e per di più era sprovvista di contratto. Dopo avervelo raccontato, Fico ci ha querelato per diffamazione. A dire che avevamo ragione oggi non sono solo i nostri testimoni, ma anche un giudice per le indagini preliminari. Ha accertato che non abbiamo in alcun modo diffamato il presidente della Camera.
Avevamo ricevuto una segnalazione da una persona che frequenta la via della casa in cui vive il presidente quando torna a Napoli. “Si chiama Imma cioè Immacolata”, ci aveva detto. La nostra fonte sembrava molto ben informata perché – oggi lo possiamo rivelare – frequentava la colf ed era in confidenza con lei tanto da raccogliere i suoi sfoghi: “Lei accettava quello che le veniva proposto perché aveva bisogno di lavorare e tutti sapevano quello che fa perché abita pure nel palazzo della compagna di Fico”, ci spiegava la fonte. La colf-baby sitter si occupava della spesa e dei bambini. La nostra fonte sembrava davvero ben informata anche sui compensi: “Prima prendeva 700 euro, poi ridotto a 500 perché le hanno diminuito le ore di lavoro perché si alterna con un ucraino, Roman. E la pagavano in contanti”.
Antonino Monteleone allora aveva provato a incontrare il presidente per chiedergli informazioni: alla nostra vista non si era fermato imboccando anche strade contromano, nonostante lui gli chiedesse di fermarsi. Così lo abbiamo chiesto alla diretta interessata. Siamo andati a fare qualche domanda a Imma. “Io lavoro qua faccio la babysitter”, ci diceva sull’uscio della casa dove abita la compagna di Fico. Ci aveva parlato anche dei turni che faceva: “Da mezzogiorno alle 3 e dalle 6 alle 7 e mezza dal lunedì al venerdì”. E addirittura del suo compenso: “500 euro, come se fossero 5/6 euro all’ora. Sono rimasta qui per l’affetto verso la bambina perché me la sono cresciuta”. E quando le abbiamo chiesto se era in nero: “No, con contratto perché loro ci tengono molto a queste cose”, aveva risposto.
Così lo scorso 29 aprile 2018 chiediamo conferma al presidente Fico: “Imma? La conosco bene. È una vicina di casa che abita dove c’è la mia compagna ed è una sua carissima amica”. E alla nostra richiesta se le venissero pagati i contributi, la risposta di Fico è inequivocabile: “Quali? Se ci fosse un rapporto di lavoro tra la mia compagna e lei, sì”.
Dopo i nostri servizi, il presidente Fico ci ha querelati. La colf Imma invece è stata sostituita da un’altra domestica. Possibile che nessuno dal Movimento 5 Stelle sensibile alla legalità abbia detto nulla sulla vicenda? Beppe Grillo ha taciuto, Luigi Di Maio e Rocco Casalino pure. L’unico che ha commentato è stato Alessandro Di Battista: “Dovrebbe intervenire per far capire alla propria compagna che occorre sistemare questa situazione. Se una persona ricopre un ruolo pubblico ha il dovere di essere onesto e di apparire come tale”.
Perché Fico dopo i nostri servizi ha deciso di querelarci? Antonino Monteleone ha incontrato il presidente della Camera e citando Beppe Grillo gli ha chiesto se è d’accordo con un intervento del leader dei 5 stelle: “Di solito non si querela la verità, ma la menzogna. Chi querela sono i politici e i rappresentanti delle cosiddette istituzioni, quando non hanno altre argomentazioni per finire sui giornali di regime e fare la figura dell’innocente”. Fico però non è completamente d’accordo: “Quando qualcuno pensa di essere stato diffamato, querela. I magistrati hanno scritto che io non ho alcuna colf a nero nella casa dove abito, dove ho la residenza...”. Ma qui cerca di cambiare le carte in tavola: nessuno ha mai sostenuto che la domestica sia nell’appartamento in cui lui ha la residenza. Come fa a confondere le due cose?
Anche un giudice ha scritto che questa sua dichiarazione è falsa: la colf Imma è in nero. E Fico prova a spiegare perché il giudice non gli ha dato ragione: “La diffamazione è stata archiviata perché è valso il diritto di cronaca”. Nelle carte si precisa che “la fonte della notizia è risultata qualificata e la ricostruzione della vicenda è apparsa veritiera. Nel caso specifico, gli indagati (cioè Le Iene, ndr) hanno riportato un dato logico e di interesse pubblico evidenziando la mancata regolarizzazione di un rapporto di lavoro della colf”.
A queste obiezioni della iena Monteleone Fico si è opposto insistendo di aver ragione: “Tutti i giudici hanno scritto che io non ho alcuna colf a nero”. In tutto ciò a noi interessa che fine abbia fatto Imma, che è stata sostituita da un’altra collaboratrice. “Farà la sua vita”, risponde Fico. Ma come: non era tanto amica?
E al di là di tutto rimane una domanda: può la terza carica dello stato liquidare come amicizia una colf in nero senza contratto e contributi? A casa cosa penseranno i tanti cittadini che rispettano la legge mettendo in regola i propri domestici e dipendenti?