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Filippo Roma nell'ambasciata della Costa d'Avorio: "Ci hanno messo le mani addosso” | AUDIO

Pubblichiamo la telefonata tra Marco Occhipinti, autore de Le Iene e Filippo Roma, che per oltre due ore è stato trattenuto all’interno dell’ambasciata della Costa d’Avorio. “Sono arrivati in quattro e hanno tentato di strapparci i nostri telefoni, volevano arrestarci. I carabinieri sono stati bravissimi”

“Eravamo in un corridoio stretto dell’ambasciata, ci hanno circondato in quattro o cinque, nerboruti, ci hanno messo le mani addosso e ci hanno sottratto telecamera e microfono”.

Così Filippo Roma, dalla caserma Roma centro in cui si trova tuttora, racconta all’autore Marco Occhipinti le oltre due ore di grande tensione vissute all’interno dell’ambasciata della Costa d’Avorio in Italia, dove sono stati trattenuti nel tentativo di chiedere spiegazioni su un debito per la tassa sui rifiuti. Uno stallo che ha visto anche l'intervento della Farnesina, che si è interessata al caso contattando l’ambasciata.

Due ore di grande tensione, prima di essere liberati dagli uomini del comando di Roma centro.

E sull’intervento dei carabinieri, Filippo Roma racconta: “Sono stati molto bravi, con grande abilità e diplomazia sono riusciti a entrare. Hanno fatto un po’ una forzatura perché non potevano entrare armati dentro l’ambasciata, che è territorio della Costa d’Avorio. Una volta dentro hanno avviato una lunghissima trattativa con i vertici dell’ambasciata, capitanata dal comandante Valletta, della compagnia Roma centro. In ambasciata erano parecchio incazzati con me e Fabrizio: considera che prima che arrivassero i carabinieri ci avevano detto ‘siete entrati in un altro stato, avete commesso un reato violando la privacy e ora vi ammanettiamo’. Ci volevano arrestare, poi hanno cominciato a metterci le mani addosso perché volevano portarci via anche i nostri telefoni personali. Un poliziotto ivoriano mi ha messo le mani addosso e dopo una colluttazione ho salvato il mio telefono. A un certo punto ci hanno detto che saremmo usciti di lì solo se avessimo consegnato i nostri cellulari”. 

Sulla questione del debito della Tari, spiega: "Dicono di aver saldato il debito di oltre 70mila euro, ma non ci hanno mostrato i bollettini pagati. Per fortuna è andato tutto bene, ma sono stati momenti di grande tensione”.

Telecamera, microfoni e schede, oltre ai cellulari di Filippo e Fabrizio, sono stati sequestrati dai carabinieri.

 

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