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Inquinamento e ambiente, gli italiani muoiono ma non se ne preoccupano

L’Italia è ai primi posti in Europa per numero di vittime causate dai cambiamenti climatici, eppure i cittadini non sembrano percepire il grave pericolo.

Gli italiani sono tra gli europei a preoccuparsi di meno per l’aumento dell’inquinamento.  Lo dice una ricerca pubblicata sulla rivista Health and Place, che ha paragonato le reazioni degli abitanti di 20 paesi europei quando percepiscono un peggioramento delle condizioni dell’ambiente: l’aumento dello stress in Italia è solo dell’8%.

Regno Unito, Svezia e Germania sono invece i paesi in cui la preoccupazione aumenta di più. I risultati della ricerca mostrano come le persone più informate sui rischi dell’inquinamento siano quelle che subiscono di più lo stress per l’ambiente: nessuna sorpresa, dunque, nel vedere l’Italia in fondo a questa graduatoria.

E dire che sarebbero molti i motivi di preoccupazione: il più grave è quello delle vittime dell’inquinamento. Il nostro Paese è al secondo posto in Europa per numero di morti all'anno per Pm2.5 (60.600) e al primo per le morti da biossido di azoto (20.500) e per l'ozono (3.200). Inoltre vive nel nord Italia il 95% dei cittadini europei residenti in zone dove sono superati contemporaneamente e regolarmente i limiti dei principali inquinanti dell'aria (Pm10, biossido di azoto e ozono).

Ma non sono solo i morti causati dall’inquinamento ad allarmare. Anche il portafoglio degli italiani ne risentirà: secondo l’Unione europea infatti il valore dei terreni agricoli nel nostro Paese diminuirà drasticamente. Si parla di una perdita tra i 58 e i 120 miliardi di euro entro il 2100, cioè fino al 60% in meno del valore di oggi. 


A essere più colpite sono le zone dell’Europa meridionale – e quindi anche l’Italia – dove il reddito degli agricoltori potrebbe diminuire del 16%. I primi danni sono dietro l’angolo: nel 2020 l’erosione del suolo potrebbe causare la perdita di 38 milioni di euro di reddito rispetto al 2010.

Noi de Le Iene vi abbiamo raccontato anche un altro effetto del cambiamento climatico in Italia: l’erosione delle coste. La spiaggia di Alassio è stata già messa letteralmente alle strette, con il mare che lascia pochissimo spazio a bagnanti e ombrelloni. Nel 2050 metà della cittadina ligure sarà sommersa dal mare. 

“Il modo in cui abbiamo affrontato i cambiamenti climatici è particolarmente stupido, perché abbiamo un problema enorme, ma non ce ne stiamo occupando”, ha spiegato l’esperto Simone Molteni ai microfoni de Le Iene. “Ogni volta che bruciamo dei combustibili fossili, cosa che facciamo anche solo accendendo la macchina o la luce, generiamo emissione di gas effetto serra”. 

I gas come l’anidride carbonica intrappolano il calore del sole, trasformando il nostro pianeta in una sorta di gigantesca pentola a pressione. “Se continuiamo a emettere Co2 quello che succederà è già stato previsto: c’è l’innalzamento dei mari”, spiega Molteni. “L’Italia è uno dei paesi che deve prestare più attenzione. Il Mediterraneo in questo secolo potrebbe crescere di un metro, che è tantissimo, e potrebbe inondare vaste aree della costa”. Ad esempio, la Puglia potrebbe essere divisa in due dal mare, che sommergerebbe gran parte della Toscana, Roma e quasi tutta la pianura padana, da Rimini a Milano: Venezia ovviamente sarebbe la prima a finire sott’acqua.

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