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Riscaldamento globale: addio alla spiaggia di Alassio e poi a Venezia?

Mentre la spiaggia di Alassio (Liguria) sta letteralmente scomparendo, alcuni studi parlano di città come Venezia e Roma sommerse dalle acque nel caso di uno scioglimento dei ghiacci. Un’ipotesi che non è poi così lontana: “Il Polo Nord entro il 2050 potrebbe vedere estati senza ghiaccio”. Con Nadia Toffa e l’aiuto di un esperto vi abbiamo spiegato i pericoli e le possibili soluzioni del cambiamento climatico sul nostro Pianeta

La famosa spiaggia di Alassio è stata già messa letteralmente alle strette, con il mare che lascia pochissimo spazio a bagnanti e ombrelloni. L’immagine è di oggi, il futuro purtroppo non può che peggiorare: nel 2050 metà della cittadina ligure sarà sommersa dal mare, a meno di interventi davvero decisi contro il riscaldamento globale . 

Non è una previsione apocalittica in stile “moriremo tutti”, ma sono i risultati di uno studio degli ingegneri del Diccia, il Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica e Ambientale dell'università di Genova. Il dossier è stato presentato dal professor Giovanni Besio il 29 gennaio scorso e ora, guardando le immagini della spiaggia di Alassio è evidente che non si tratti di allarmismo, ma di un problema concreto. Per il momento il mare si sta limitando a cancellare la spiaggia, ma potrebbe inghiottire molto di più. Lo studio si basa sui dati sull’innalzamento delle temperature e quindi del mare.

Noi de Le Iene ci siamo occupati dei pericoli legati al riscaldamento globale nel servizio di Nadia Toffa che potete vedere qui sotto. “Il modo in cui abbiamo affrontato i cambiamenti climatici è particolarmente stupido, perché abbiamo un problema enorme, ma non ce ne stiamo occupando”, spiega l’esperto Simone Molteni. “Ogni volta che bruciamo dei combustibili fossili, cosa che facciamo anche solo accendendo la macchina o la luce, generiamo emissione di gas effetto serra”. I gas come la Co2, l’anidride carbonica, intrappolano il calore del sole, trasformando il nostro pianeta in una sorta di gigantesca pentola a pressione.

“Se continuiamo a emettere Co2 quello che succederà è già stato previsto: c’è l’innalzamento dei mari”, spiega Molteni. “L’Italia è uno dei Paesi che deve stare più attento. Il Mar Mediterraneo in questo secolo potrebbe crescere di un metro, che è tantissimo. Potrebbe portare all'inondazione di vaste aree della costa”. 

In concreto, ad esempio, la Puglia potrebbe essere spezzata in due dalle acque, che sommergerebbero gran parte della Toscana, Roma e praticamente tutta la Pianura Padana, da Rimini a Milano, con Venezia che ovviamente sarebbe la prima ad andare sotto.

Cosa si può fare per contrastare questa tendenza? “La soluzione esiste da 30 anni”, sostiene Molteni. “È la transizione energetica dai combustibili fossili alle rinnovabili. Basterebbe il 3% della superficie del Sahara con pannelli solari per produrre più di tutta l’elettricità che usiamo in tutto il mondo. Non sono le tecnologie che ci mancano, è il coraggio e la voglia di applicarle”.

Intanto, nel nostro piccolo, tutti noi possiamo fare qualcosa, come spiega Molteni nel servizio. “Possiamo usare i mezzi pubblici, non riscaldare la casa d’inverno a 25 gradi, ma tenerla magari più bassa e mettersi un maglione. Scegliere di utilizzare energia rinnovabile, ci vogliono 5 minuti online e non costa di più. Questi comportamenti valgono tanto quanto le scelte dei nostri governi”.  

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