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Investita e uccisa dall'ex: condannato a 8 anni Giuseppe Varriale

Giuseppe Varriale, accusato di aver investito e ucciso l’ex fidanzata 24enne Alessandra Madonna, è stato condannato in secondo grado a otto anni e due mesi di carcere per omicidio preterintenzionale. Un caso di cui noi de Le Iene ci siamo occupati con Nina Palmieri

Giuseppe Varriale è stato condannato a otto anni e due mesi di carcere per omicidio preterintenzionale. È la condanna disposta dai giudici della Corte d’Appello di Napoli per il giovane accusato di aver investito e ucciso l’ex fidanzata Alessandra Madonna, 24 anni. Alessandra è morta l’8 settembre 2017, trascinata dall’automobile dell’ex fidanzato, che in primo grado era stato condannato a quattro anni e otto mesi per omicidio stradale colposo.

Un caso di cui noi de Le Iene ci siamo occupati con Nina Palmieri. Alessandra e Giuseppe avevano avuto una relazione burrascosa e continuavano a sentirsi. La notte del 7 settembre 2017, dopo un incidente in auto, Giuseppe porta la ragazza al pronto soccorso. Lì Alessandra muore nove ore dopo. 

Nel nostro servizio, di cui l’avvocato di parte civile, Massimo Batragliola aveva chiesto l’acquisizione, si fa riferimento a un messaggio di cui parla un'amica di Alessandra. “Ti auguro la morte più brutta che possa esistere”, sarebbero state le parole di Giuseppe nel messaggio di cui Alessandra avrebbe poi parlato all’amica. 

Nina Palmieri ha ripercorso la dinamica di quella notte. Alessandra come sempre chiude il bar del padre e va a casa dalla madre. Tra la 20:33 e le 21:35 si sarebbe scambiata molti messaggi con l'ex fidanzato Giuseppe per poi uscire di casa verso le 22. "E' andata in questo locale dove lavorava e ha incontrato Giuseppe", racconta il padre a Nina Palmieri. Giuseppe quella sera avrebbe flirtato con un'altra ragazza davanti ad Alessandra, che glielo avrebbe pure fatto notare. Due ore dopo Alessandra e Giuseppe escono praticamente in contemporanea dalla discoteca. I due sembrano seguirsi con le auto, ma poi, dai messaggi mandati a Giuseppe da Alessandra, sembra che lui la semini con l'auto. Quello che sarebbe avvenuto dopo ha potuto dirlo solo Giuseppe, che però ha rilasciato versioni contraddittorie. Nel primo racconto di Giuseppe subito dopo la tragedia, il ragazzo dice di essere arrivato davanti al cancello del suo condominio, dove avrebbe trovato Alessandra che lo aspettava. Lei gli avrebbe chiesto spiegazioni sulla loro relazione e si sarebbe aggrappata al finestrino, mentre Giuseppe avrebbe continuato a guidare, fino a che non si sarebbe accorto che Alessandra era caduta a terra. Ma nella seconda versione data agli inquirenti Giuseppe racconta che dalla macchina aveva sentito solo il rumore dei tacchi di lei e che successivamente avrebbe trovato Alessandra a terra. Non menziona più il finestrino. Dalle analisi fatte dopo l’incidente si scopre che Giuseppe aveva un tasso alcolemico quasi superiore al doppio di quello consentito dal codice della strada. 

In sede di requisitoria il sostituto procuratore generale aveva chiesto la condanna a 20 anni di reclusione per omicidio volontario.

Davanti al Palazzo di Giustizia, prima dell'inizio del processo di secondo grado, si è tenuto un sit-in organizzato dall'associazione “La forza delle donne”. “Vogliamo innanzitutto capire come è morta questa ragazza - ha detto la presidente Elisa Russo - vogliamo capire cosa è realmente successo quel giorno e vogliamo anche essere vicini alla famiglia. La madre di Alessandra rappresenta per noi un motivo di vera preoccupazione: legge ossessivamente i messaggi che si scambiava via cellulare con la figlia. Olimpia Cacace, la mamma, sta vivendo in un limbo da quel tragico giorno e ha già tentato di farsi del male”. 

Oggi, all’esito della lettura della sentenza d’Appello, la madre di Alessandra ha avuto un malore ed è intervenuto un medico.

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