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Iptv, parla ex spacciatore di pezzotto: “Parte tutto dalla camorra” | VIDEO

Per 3 anni ha venduto il pezzotto che consente di guardare molte tv a pagamento in maniera illegale. Ha guadagnato circa 40mila euro al mese ed è stato in carcere. A Le Iene parla un ex admin che rivela uno stretto legame tra le Iptv pirata e la camorra

Tra il pezzotto e la camorra c’è un forte legame. Chi se lo fa installare a casa deve aver paura: alimenta la malavita”. Lo sostiene un ex admin di Napoli che nella vita ha spacciato il dispositivo che permette a milioni di italiani di visionare molti canali a pagamento in cambio di un abbonamento low cost pirata

Dopo il primo servizio della scorsa stagione (clicca qui per vederlo), la Iena ha incontrato chi per anni è arrivato a guadagnare cifre da capogiro dalla vendita del pezzotto. L’ex admin gestiva circa 350 pannelli, i cosiddetti reseller, che a loro volta servono dalle cento alle mille persone. Era arrivato ad avere oltre 40mila clienti, per un giro di affari da 40mila euro al mese. È stato anche in carcere e ora ha iniziato una nuova vita. 

“Ho deciso di parlare con voi de Le Iene dopo gli arresti di questi giorni. Il mondo della Iptv pirata sta diventando molto pericoloso”. Lui faceva l’idraulico, a 21 anni è stato licenziato. A casa aveva già il pezzotto, così ha chiesto di entrare in questo giro a chi glielo aveva installato. “Mi disse: più amici mi porti e più ti faccio guadagnare. Chiunque potrebbe imparare a installare un abbonamento pezzotto nella smart tv o nel decoder”. Così si mette a vendere abbonamenti illeciti che in cambio di pochi euro consentivano di vedere molti canali a pagamento. “Mi cercavo i clienti sui forum, poi ci scambiavamo i contatti e via Skype ci trasmettevamo i codici delle loro Postepay”.

Si appoggiava a World Stream per la gestione di tutti i flussi pirata. "Davo 2.000 euro a server, per un totale di 10.000 euro al mese. Mi hanno scritto più volte per dirmi che dovevo smettere per violazione copyright. Io ho risposto che era un errore e che avrei provveduto a cancellarlo, ma io continuavo. E infatti non mi hanno mai chiuso il server".

Ha lavorato così per tre anni, poi l’anno scorso è stato arrestato. “La Guardia di Finanza è venuta a casa mia alle 6 di mattina. Mi hanno sequestrato i telefonini e i computer. Hanno capito che ero un admin molto grande perché stavano monitorando i miei movimenti su Postepay”, racconta il nostro testimone. Rischia tre anni tre anni di carcere per associazione a delinquere e violazione del copyright. 

“Secondo le mie stime in Italia usano il pezzotto 7 milioni di utenti, compresi gli italiani che stanno all’estero”, ci racconta a pochi giorni dalla maxi indagine della Finanza che ha scosso il mondo delle tv pirata. Ma sono bastate poche ore perché i pezzotti tornassero a trasmettere i segnali illegali. Com’è stato possibile? “Il software Extreme che gestisce i pannelli Iptv rilascia sempre nuove versioni aggiornate. Queste ultime sono state bloccate dalla Finanza, così alcuni sono riusciti a craccare le vecchie versioni e si sono appoggiati su quelle per rimettere i flussi Sky, senza nemmeno bisogno di cambiare la stringa”, sostiene l’ex spacciatore di pezzotti. Così gli utenti si sono automaticamente riconnessi.

E allora, come si può evitare la diffusione del pezzotto? Il nostro testimone, che nel frattempo è tornato a fare l’idraulico e dice che ora finalmente riesce “a dormire la notte”, ha una proposta.

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