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News | di Alessandro Barcella |

Morta dopo le botte dalle bulle, il padre di Mariam: “Sentenza vergognosa”

Hatem Moustafa, il padre della ragazza italiana di origini egiziane morta dopo essere stata brutalmente picchiata in Inghilterra da un gruppo di giovanissime bulle come vi abbiamo raccontato con Pablo Trincia, commenta la condanna per due di loro a 8 e 12 mesi: “Una parente mi ha riso in faccia, sono in guerra da solo contro l’Inghilterra, per salvare la mia famiglia: perché l’Italia non mi aiuta?”

“L’Inghilterra non può proteggere la mia famiglia, questa sentenza è vergognosa. Adesso ho paura anche per gli altri due miei figli, che hanno 17 e 14 anni: vedrete che alla fine tutte e 6 le imputate della morte di Mariam torneranno a casa, per strada”.

Hatem Moustafa è il padre di Mariam, la ragazza italiana di origini egiziane morta a Nottingham, in Inghilterra, a seguito dell’aggressione brutale da parte di 6 bulle, avvenuta nel febbraio del 2018, come vi abbiamo raccontato per primi con Pablo Trincia (con il servizio che potete rivedere sopra).

La ragazza, che soffriva di una grave malformazione cardiaca dalla nascita, la sera del pestaggio viene rimandata a casa dall’ospedale. Morirà il 14 marzo, dopo tre settimane di coma. 

Dopo oltre un anno è arrivata la prima sentenza, per due delle sei ragazze che l’hanno aggredita: 8 mesi di carcere per Mariah Fraser, 20 anni, e 12 mesi per Britania Hunter, 18 anni, che sconterà la pena in una comunità. Una sentenza particolarmente mite, perché per la corte i medici legali non sono riusciti a determinare con certezza una relazione di causa-effetto tra le botte e la morte.  

Uno scandalo per papà Hatem, che con un filo di voce urla tutta la sua indignazione: “Al momento della sentenza, la sorella di una delle due ragazze colpevoli mi ha riso in faccia, dicendomi che quello era il massimo, che non avremmo potuto fare nulla a sua sorella. Rideva, perché sapeva che la giustizia in quel Paese non esiste”.

Quando chiediamo a questo padre disperato chi ha sbagliato nei confronti di Mariam, è un fiume in piena: “Hanno sbagliato tutti, dalla polizia che ha fatto le indagini ai soccorsi, dalle persone che hanno assistito all’aggressione all’autista nell’autobus. Il sistema giudiziario di quel Paese sta andando completamente in merda… Nessuno ha fatto nulla per far sì che mia figlia fosse ancora qui con noi, adesso. Pensate che Mariam è stata aggredita per strada, in pieno centro, davanti a tantissime persone nessuna delle quali ha chiamato la polizia. Nello scappare dall’aggressione è salita sull’autobus, chiedendo all’autista di non fare salire a bordo le ragazze che la stavano picchiando: l’autista le ha risposto che non poteva non farle salire… Le ragazze salendo non hanno pagato il biglietto, perché l’uomo alla guida non ha fatto nulla?”

Hatem, che spiega che non sa cosa farà della sua vita, tanto è la rabbia di queste ore, ha comunque una certezza: “Non mollerò mai, fino anche a rivolgermi alla Corte europea dei diritti dell’uomo: sto combattendo da solo contro quel Paese”.

Sotto “accusa”, nelle parole dell’uomo, anche le istituzioni italiane, che a suo dire non lo avrebbero aiutato in questa battaglia per difendere sua figlia e la sua famiglia: “Dopo questa vergognosa sentenza nessuno dal consolato o da altre autorità italiane mi ha contattato, neanche per esprimere vicinanza. È vero, io sono di origine egiziane, ma i miei figli sono cresciuti in Italia, sono cittadini italiani. Dov’è finita l’Italia? Chiedo ufficialmente l’aiuto dell’Italia, dell’ambasciata, del Ministro degli Esteri, del governo italiano: aiutatemi in questa guerra che sto portando avanti contro il sistema giudiziario inglese”.

Noi de Le Iene vi abbiamo raccontato per primi la storia di questa ragazza di origini egiziane nata e cresciuta a Ostia, che in un video postato sui social aveva anche raccontato la sua paura verso quelle bulle che la terrorizzavano da tempo.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti britannici, il gruppo aveva preso di mira Mariam con insulti razzisti e minacce, passando poi all’aggressione fisica.

Mariam si era trasferita in Inghilterra da 4 anni. È stata pestata su un autobus da quel gruppo. Un'aggressione simile c’era già stata nell’ agosto 2017 da parte della stessa banda di bulle, mentre si trovava con la sorella in un parco: le avevano rotto una gamba. Un'aggressione che è stata filmata dalle stesse bulle e poi è finita su Internet.

Per il prossimo mercoledì è prevista la decisione della corte sulle altre 4 ragazze indagate, che hanno tutte confessato. E il padre di Mariam, sull’esito del processo, purtroppo sembra non avere dubbi: “Volete sapere come andrà a finire? Il buongiorno si vede dal mattino: al 100% le faranno andare a casa a vedere la televisione, magari anche con un regalo…”

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