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Torture e stupri sui migranti in Libia: tre arresti a Messina | VIDEO

A riconoscerli a Messina sono state le vittime che hanno dovuto subire violenze anche sessuali e orrori di ogni genere. Noi de Le Iene con Gaetano Pecoraro ci siamo occupati delle condizioni disumane dei centri lager libici e torneremo a occuparcene in onda 

Migranti malmenati e violentati nel campo di Zawiya in Libia. A Messina tre uomini sono stati arrestati e a vario titolo dovranno rispondere anche di tortura. Sono stati riconosciuti da alcune loro vittime arrivate in Italia con la nave Alex di Mediterranea. Noi de Le Iene vi abbiamo parlato di questi centri dove operano anche alcune Ong finanziate dal governo italiano dove si vive come dentro a un lager. Gaetano Pecoraro ha raccolto la testimonianza di 9 ragazzi, come potete vedere nel servizio qui sopra. A cui se ne sono aggiunte di nuove in questi mesi che vedremo nella nuova stagione de Le Iene.

Le torture nel campo lager di Zawiya

Donne picchiate e abusate sessualmente, uomini torturati fino al pagamento di un riscatto. Lo raccontano i migranti dopo mesi e mesi di drammatiche violenze nel centro di Zawiya gestito dalle forze dell’ordine di Tripoli. Qui fino al luglio 2018 avrebbe operato nell’aiuto sanitario un’ong italiana. “Tutte le donne che erano con noi sono state chiuse a chiave in un capannone e violentate da chi gestiva la struttura”, racconta un migrante. “Erano due libici e un nigeriano armati di fucili mitragliatori mentre altri due usavano bastoni”.
 

Gli arrestati per tortura

A Palermo, la polizia ha arrestato tre di loro accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla tratta di persone, alla violenza sessuale, alla tortura, all’omicidio e al sequestro di persona a scopo di estorsione. Hanno tra i 24 e i 27 anni, sequestravano i migranti al loro arrivo in Libia e li lasciavano partire solo dopo aver ricevuto il riscatto dai familiari. "C'erano anche donne e bambini, la stragrande maggioranza di noi migranti pativa la fame e la sete. Nessuno veniva curato e quindi lasciato morire in assenza di cure mediche. Ho assistito alla morte di tanti migranti non curati”, dice una delle vittime. Nei campi-lager veniva data da bere acqua del mare e l’unico sostentamento era del pane duro.

L'inchiesta della procura di Agrigento

Quello che accadeva nel centro è stato messo agli atti dalla procura di Agrigento: "I migranti venivano picchiati con bastoni, calci di fucili e minacciati con scariche elettriche. A questo si aggiungeva la mancata fornitura di beni di prima necessità, quali l'acqua potabile, e di cure mediche per le malattie contratte in stato di prigionia”. Oltre a sofferenze fisiche e traumi psichici nei casi più estremi arrivavano a uccidere: “Durante la mia prigionia ho avuto modo di vedere che hanno ucciso a colpi di pistola due migranti che avevano tentato di scappare”.

L’INCHIESTA DE LE IENE.

Noi de Le Iene ci siamo occupati delle condizioni inumane dei migranti nei campi-lager. Gaetano Pecoraro ha incontrato nove ragazzi che sono stati in questi centri dove non c’era cibo né lo spazio per sedersi, con appena due bagni per 800-900 persone. Molti finiscono nelle mani di trafficanti di uomini che chiedono poi moltissimi soldi per liberarli. Ci parlano di pestaggi all’ordine del giorno con bastoni e catene. Uno di loro racconta di essere stato torturato fino a perdere i sensi, anche con l’elettricità.

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