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Monte Bianco, un ghiacciaio verso il crollo: “Metà ghiacci alpini sono già spacciati”

“La metà dei ghiacciai alpini scomparirà entro il 2050, e purtroppo non si può più fare nulla per salvarli”, ha detto a Iene.it il ricercatore Fabrizio De Blasi, e secondo l’Onu la scomparsa dei ghiacci è destinata ad aumentare a causa delle temperature sempre più alte

Un disastro ambientale potrebbe colpire a breve le Alpi: il ghiaccio Planpincieux, lungo il versante italiano del massiccio del Monte Bianco, è a rischio collasso. Ma potrebbe non essere l’unico: “La metà dei ghiacciai dell’arco alpino è destinata a fondersi, a causa del riscaldamento globale e della siccità”, ci ha detto Fabrizio De Blasi, ricercatore dell’Istituto di scienze polari del Cnr. “I modelli attuali indicano che non si può più fare nulla per salvarli: anche se arrivassimo a emissioni zero, sono destinati a sparire”.

È ancora possibile, però, intervenire per salvare almeno una parte del patrimonio di ghiaccio delle Alpi: “Entro il 2100 le nostre azioni possono fare la differenza: potremmo salvare circa il 40% dei ghiacciai se riuscissimo a diminuire in modo significativo le emissioni di Co2. Se questo non accadrà dovremo dire addio al 90% di questi”.

E salvarli sarebbe fondamentale, sia per l’ecosistema sia per l’economia delle zone interessate: “Il primo effetto negativo sulle Alpi sarebbe la mancanza d’acqua: i ghiacciai che spariscono non potranno più tamponare l’afflusso ai fiumi nel caso di periodi di siccità: questo colpirà non solo l’ambiente, ma anche le attività economiche della zona, che farebbero più fatica a trovare fonti di approvvigionamento idrico”. E ci sarebbero effetti anche molto evidenti: “Per esempio il 30% della portata del Po deriva dai ghiacciai: se questi sparissero, vedremmo il fiume calare drasticamente”.

La massa del Planpincieux in movimento in queste ore è di circa 250mila metri cubi e cioè circa 225mila tonnellate che si muovono a una velocità di quasi 60 centimetri al giorno. Per fortuna, il collasso del ghiacciaio non dovrebbe interessare alcun centro abitato.

Brutte notizie insomma, con cui dovremo però imparare a convivere. L’allarme è stato infatti lanciato anche dal comitato scientifico sul clima dell'Onu, che in un nuovo rapporto ha denunciato: “A causa del riscaldamento globale, gli oceani vedranno un aumento senza precedenti della temperature e della acidificazione, un calo dell'ossigeno, ondate di calore, piogge e cicloni più frequenti e devastanti, aumento del livello delle acque, diminuzione degli animali marini. I ghiacciai montani si scioglieranno e metteranno a rischio le forniture idriche e le coltivazioni”.

"La perdita globale dei ghiacciai, la fusione del permafrost e il declino nella copertura della neve e nella estensione dei ghiacci artici sono destinati a continuare”, denuncia ancora il rapporto. “La causa è l'aumento della temperatura dell'aria in superficie, con inevitabili conseguenze per straripamenti di fiumi e rischi locali”.

Uno scenario quasi apocalittico, di cui noi de Le Iene ci occupiamo da tempo. I ghiacciai, purtroppo, sono tra le prime vittime delle sciagurate azioni dell’uomo: “Sulle Alpi hanno perso il 50% della loro superficie nell’ultimo secolo ed entro i prossimi 20-30 anni, diciamo entro il 2050, potrebbero scomparire sotto i 3.500 metri”, dice Renato Colucci, glaciologo del Cnr, Consiglio Nazionale delle Ricerche. Simone Molteni, direttore scientifico di LifeGate, ci aveva già avvertito nell’ottobre scorso di questi rischi, nel servizio che potete vedere qui sopra: “Le Alpi hanno sempre avuto un gran numero di ghiacciai: scompariranno tutti quelli sotto i 3.600 metri. Per farla semplice, i posti dove io andavo a sciare da piccolo non ci saranno più e non ci potrò portare i miei figli”.

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