Morte di Mario Biondo: si è davvero suicidato? | VIDEO
“Devo dimostrare a tutto il mondo che mio figlio è stato ammazzato per dargli dignità”. Sono le parole della madre di Mario Biondo, il cameraman palermitano trovato morto nel 2013 a Madrid. Cristiano Pasca indaga su questa storia che sembra piena di incongruenze. Le autorità spagnole hanno archiviato come un caso di suicidio
Mario Biondo si è suicidato: questo è almeno quanto sostengono gli esiti delle tre diverse autopsie svolte sul corpo sia in Italia che in Spagna. Di questa tragedia vi abbiamo parlato diverse volte, come potete vedere in fondo all'articolo, e oggi sembrano essere ancora di più le incongruenze rispetto alla versione ufficiale.
La favola di Mario Biondo, cameramen palermitano sposato con la star spagnola Rachel Sanchez Silva, è diventata una tragedia avvolta dal mistero quando il 30 maggio 2013 viene trovato impiccato alla libreria della loro casa di Madrid. Nell’arco di 6 anni sono state fatte tre differenti autopsie. Una di queste è stata effettuata in Spagna ed è stata contestata, tanto da aver fatto finire il medico legale sotto indagine. Le altre due autopsie fatte in Italia hanno poi confermato la prima ipotesi del suicidio.
L’esito dell’ultima autopsia sembra però contenere possibili anomalie: “È impossibile che tu effetti un’autopsia e faccia queste cazzate” dice la madre di Mario Biondo.
Una delle cose che potrebbe far pensare alla messa in scena è un segno all’altezza della tempia. La tesi della famiglia è che Mario sarebbe stato colpito in testa e poi impiccato alla libreria: “Mario è stato messo a ko dalla botta che ha preso”. E questo fondamentale dettaglio sarebbe stato segnalato per la prima volta solo nel 2016.
Ma perché né il medico spagnolo né il primo medico della procura italiana sembra non abbiano riscontrato questo dettaglio? Quando siamo andati a chiedere chiarimenti a quest’ultimo, si è rifiutato di rispondere.
A condividere l’opinione dei genitori è anche Maurizio Cusimano, uno dei periti della famiglia: “Il segno è stato fatto quando Mario era ancora in vita. E questa botta sarebbe stata fatta con il posacenere della sua stanza”. L’ultima autopsia riconosce l’esistenza di questa lesione, ma la dichiara impossibile per stordire e generare la perdita di coscienza.
C’è un’altra cosa che sembra non tornare: secondo il dottor Cingolani “la lesione sarebbe causata prima della lesione del collo”. Per i medici invece non significherebbe nulla. E secondo le analisi, nel materiale cerebrale sotto la tempia, non ci sarebbero alcuni segni di emorragia.
Voi potreste pensare che sia stato un errore dovuto alla poca professionalità di quello che ha fatto l’ultima autopsia. Il dottore Cingolani invece sostiene: “Il segno sotto la tempia non è stato trovato perché non è stato prelevato il pezzo dell’encefalo corrispondente a quella zona affetta. È stato prelevato un pezzo di encefalo, ma era la parte posteriore rispetto a quella”.
L’avvocato Morreale, legale della famiglia Biondo, ci dice che “i genitori di Mario Biondo hanno chiesto di fare un accertamento più specifico su quella porzione dell’encefalo”. Cosa ha fatto poi il professore Procaccianti? “Ha dato tutta la pratica in mano ai consulenti. Da lì dovevamo spedirli a Roma per essere analizzati, ma prima di questo abbiamo fatto delle foto” dice la madre di Mario. La donna sostiene di aver fatto una scoperta che se fosse vera sarebbe clamorosa: “Più della metà delle cifre dei reperti sono state contraffate. Un 5113 è diventato 5713”.
Vi spieghiamo come funziona la catalogazione dei reperti quando si fa un’autopsia. Le parti interessate del corpo vengono sezionate e messe su un supporto. E su ogni supporto vengono messi dei numeri. L’avvocato Morreale ci spiega: “I primi numeri sono quelli dell’autopsia, gli ultimi due sono dell’anno in cui viene fatto l’esame autoptico”.
Ma cosa sembra non quadrare in tutta questa tragedia? Pensate che il sacchetto arrivato a Santina, la madre di Mario, è segnato 5113 e poi sembra esser stato corretto con un pennello, diventando 5713. Il registro che dovrebbe dimostrare a quale pezzo corrisponde il reperto sembra non sia mai saltato fuori. Quando Pippo e Santina decidono di denunciare queste anomalie, la procura di Palermo sequestra tutti i reperti per capire se si tratta di qualche sostituzione. A oggi i risultati del confronto tra i due reperti non ci sono ancora. Il perito Cingolani inoltre sostiene: “Io non penso che è stato uno scambio deliberato. È stato probabilmente un errore derivato da qualche problema sulla gestione di quella che si chiama catena di custodia”.
I genitori sono stremati. Le indagini continuano per 6 anni e i dubbi sembrano aumentare: “Devo dimostrare a tutto il mondo che mio figlio è stato ammazzato per dargli dignità” è il grido della madre.
Cristiano Pasca va dal dottore Procaccianti per fare chiarezza sulla nuova autopsia. Alla domanda sui reperti con i numeri segnati con il pennarello, risponde: “Non mi ricordo di questo. Le dichiarazioni si fanno solo davanti al magistrato”.
Oltre ai dubbi che vi abbiamo appena raccontato, su cui sarà la magistratura eventualmente a intervenire qualora si rivelassero fondati, sarebbe falso anche l’orario della morte e le dichiarazioni fatte da un investigatore privato spagnolo che si è occupato della vicenda.
Cristiano Pasca aveva raccolto le confidenze di Eduardo Navasquillo, che non sapendo di essere registrato aveva spiegato di avere “molte altre informazioni sulla morte di Mario Biondo che preferisco non svelare. Ho le prove ma le tengo per me, anche perché il caso in Italia non è del tutto chiuso”.
Il perito Cingolani inoltre sostiene: “Io non penso che è stato uno scambio deliberato. È stato probabilmente un errore derivato da qualche problema sulla gestione di quella che si chiama catena di custodia”.
A fronte dei dettagli contraddittori riguardo la morte di Mario Biondo, chi potrebbe esserci dietro a tutto questo? Noi de Le Iene continueremo a indagare, prendendo in considerazione le dichiarazioni dei genitori: “Così come un omicidio deve essere dimostrato, così devono farlo anche con un suicidio”.
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