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Piazza San Carlo, 4 ragazzi condannati a 10 anni per la tragedia | VIDEO

Il 3 giugno 2017 in piazza San Carlo a Torino, durante la proiezione della finale di Champions League, scoppiò il panico: oltre 1.500 persone sono rimaste ferite e due sono morte. Con Pablo Trincia abbiamo ricostruito quella notte di tragica follia 

Sono stati condannati a 10 anni di carcere per omicidio preterintenzionale i quattro giovani di origine magrebine accusati di aver scatenato il panico in piazza San Carlo a Torino. Sono loro che avrebbero spruzzato lo spray al peperoncino per tentare una rapina durante la proiezione su maxi schermo della finale di Champions League Juventus-Real Madrid. Si è da subito scatenato il panico che ha causato il ferimento di oltre 1.500 persone e la morte in un secondo momento di due donne, Erika Pioletti e Marisa Amato.

Anche noi de Le Iene con Pablo Trincia abbiamo voluto fare chiarezza su quanto accaduto la sera del 3 giugno del 2017. Nel suo servizio che potete vedere qui sopra, siamo partiti da un interrogativo: tutto questo poteva essere evitato?

La pena per Sohaib Boumadaghen, Hamza Belghazi e Mohammed Machmachi è di 10 anni e 4 mesi. Es Sahibi Aymene è stato invece condannato a 10 anni e 3 mesi di carcere perché non ha partecipato ai furti.

I pubblici ministeri Paolo Scafi e Roberto Sparagna avevano chiesto tre condanne a 14 anni e 20 giorni di reclusione e una quarta a 14 anni e 8 giorni di reclusione. Il gruppo sarebbe stato incastrato da alcune intercettazioni telefoniche in cui si parlava di una collanina, rubata in piazza San Carlo, del valore di diverse centinaia di euro. La tecnica sarebbe stata già usata già in altre occasioni, proprio in luoghi affollati. Naturalmente questo non basta a spiegare la tragedia. Proprio sugli altri fattori di estremo rischio ci siamo concentrati nel servizio di Pablo Trincia “Cosa fa il terrore del terrorismo”.

A scatenare la reazione della folla è stato infatti il timore di trovarsi in mezzo a un attentato, in un panico collettivo che si è alimentato esponenzialmente. La Iena ha indagato soprattutto sui mancati controlli agli ingressi, la presenza di venditori abusivi di birra (causa di quel “tappeto di vetri” su cui si sono feriti in molti), la mancanza di vie di fuga adeguate e di addetti alla sicurezza sufficienti, il sovraffollamento della piazza in cui si trovavano oltre 30 mila persone, il poco tempo con cui l'evento è stato organizzato.

A gennaio è morta Marisa Amato, la seconda vittima di piazza San Carlo a Torino. La donna era rimasta tetraplegica nell’incidente. “Ho cercato di resistere perché volevo rialzarmi, ma poi non ce l’ho fatta”, ha raccontato la donna a Le Iene da un letto del Cto di Torino. “Mi sono detta ora muoio e mi sono lasciata andare. Da quel momento non mi ricordo più nulla”.

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