> External link Facebook Facebook Messenger Full Screen Google+ Instagram LinkedIn News mostra di più Twitter WhatsApp Close
News |

Riace, il sindaco anti Mimmo Lucano era ineleggibile | VIDEO

Antonio Trifoli ha fatto della battaglia contro l’ex primo cittadino di Riace, Mimmo Lucano, la sua bandiera. Una battaglia vittoriosa, peccato che il neosindaco leghista fosse ineleggibile. Noi vi avevamo raccontato il “modello Riace”  in un servizio di Nina Palmieri

Ha condotto una campagna elettorale a testa bassa contro l’ex sindaco, Mimmo Lucano. E una volta eletto, come primo atto della sua amministrazione, ha fatto rimuovere i cartelli affissi all’inizio del centro abitato che definivano il borgo calabrese come “paese dell’accoglienza”. Peccato che Antonio Trifoli, attuale primo cittadino di Riace, fosse ineleggibile

Eletto nelle file della Lega nelle amministrative dello scorso 27 maggio scorso, Trifoli era subentrato proprio a Lucano, indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Ora è il ministero dell’Interno, in una nota inviata alla Prefettura di Reggio Calabria, a spiegare i motivi della sua ineleggibilità: Trifoli è un vigile urbano e dunque già dipendente del comune reggino, un impiego che gli impedisce per legge la nomina a primo cittadino. Una storia paradossale, perché appare assai strano che nessuno prima delle elezioni si sia ricordato di questa norma: e adesso Trifoli, spiegano dal Ministero dell’Interno, potrebbe decadere dal ruolo di primo cittadino.

Solo pochi giorni fa Trifoli aveva fatto parlare di sé facendo rimuovere da Riace i cartelli che lo definiscono ”paese dell’accoglienza”. “A breve ce ne saranno altri e verranno apposti cartelli turistici”, ha spiegato il Sindaco. Al loro posto sono comparsi dei pannelli marroni che ribattezzano il borgo "paese dei santi medici e martiri Cosma e Damiano".

Noi de Le Iene vi abbiamo raccontato con Nina Palmieri, nel servizio che potete rivedere sotto, il modello di solidarietà che è diventato famoso in tutto il mondo costruito dal suo predecessore Mimmo Lucano.

Nel paese della Locride di duemila abitanti, da cui molti giovani fuggivano verso il Nord e che restava abitato soprattutto da anziani, Lucano puntava su “un centro di accoglienza diffuso nel paese”, ripopolando le case abbandonate e cercando di dare accoglienza e integrazione vera ai migranti di ogni etnia e provenienza. Il “modello Riace” era diventato un simbolo dell’accoglienza, anche all’estero: la rivista americana Fortune aveva inserito il sindaco fra i 50 uomini più importanti del mondo. Mimmo Lucano era stato poi indagato assieme ad altre 26 persone per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Agli atti della Procura ci sarebbero alcune intercettazioni da cui emergerebbe che Lucano si è adoperato in prima persona per organizzazione matrimoni “di comodo”. Non si parla mai di soldi. L’ex sindaco del resto non ha mai nascosto la sua “disobbedienza civile”. Se avesse disobbedito alla legge lo ha fatto per motivi umanitari e di solidarietà, non per interessi personali. 

Smontate dal gip invece le contestazioni più gravi di malversazione, truffa ai danni dello Stato e concussione, a un anno dalla perquisizione che aveva subito e dal suo interrogatorio. Si contestavano i bonus e le borse lavoro per i migranti: "Superficialità ma nessun reato sulla gestione dei soldi".

Lucano era finito ai domiciliari con il divieto di tornare nella sua Riace e soltanto 20 giorni fa, appena revocata la misura e terminato “l’esilio”, aveva potuto riabbracciare l’anziano padre malato.

Guarda il reportage di Nina Palmieri dal "paese dell'accoglienza"

 

Ultime News

Vedi tutte