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Riace, rinviato a giudizio il sindaco pro migranti Mimmo Lucano

Mimmo Lucano è stato rinviato a giudizio e dovrà affrontare il processo. L’ex sindaco di Riace è accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina

Rinvio a giudizio per Mimmo Lucano, l’ex sindaco di Riace. Lo ha deciso il tribunale di Locri, che sta giudicando le accuse formulate su di lui e su altre 26 persone a seguito dell’indagine “Xenia” sulla gestione dei migranti nel comune calabrese.   

Solo pochi giorni fa Mimmo Lucano era stato “riabilitato” dalla Cassazione, che aveva pubblicato le motivazioni della sentenza con cui lo scorso febbraio a Lucano si era espressa in merito al divieto di dimora a Riace. I legali dell'ex sindaco hanno presentato ricorso al provvedimento del Tribunale che faceva riferimento all'affidamento fraudolento della raccolta dei rifiuti a Riace, secondo l'accusa non avrebbero avuto i requisiti necessari. La Cassazione ha dato in parte ragione a Lucano sostenendo che non ha commesso né truffe, né matrimoni di comodo. Si dovrà pronunciare ora il Tribunale del Riesame.

Del “modello Riace” ci siamo occupati fin dal novembre 2014 anche noi de Le Iene con un servizio di Nina Palmieri che vi riproponiamo in alto. Abbiamo raccontato infatti il “modello Riace” in un paese della Locride di duemila abitanti, da cui molti giovani fuggivano verso il Nord e che restava abitato soprattutto da anziani. Lucano punta su “un centro di accoglienza diffuso nel paese”, ripopolando le case abbandonate e cercando di dare accoglienza e integrazione vera ai migranti di ogni etnia e provenienza.

Lucano è finito ai domiciliari nell’operazione “Xenia” (in greco antico “ospitalità”) della Guardia di Finanza. La procura di Locri lo accusava, come abbiamo detto, anche di fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti. È stato deciso pure il divieto di dimora per la sua compagna Tesfahun Lemlem. Smontate dal gip invece le contestazioni più gravi di malversazione, truffa ai danni dello Stato e concussione, a un anno dalla perquisizione che aveva subito e dal suo interrogatorio. Si contestavano i bonus e le borse lavoro per i migranti: "Superficialità ma nessun reato sulla gestione dei soldi".

Il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina riguarda, sostenevano i magistrati, “la particolare spregiudicatezza del sindaco Lucano, nonostante il ruolo istituzionale rivestito, nell’organizzare veri e propri ‘matrimoni di convenienza’ tra cittadini riacesi e donne straniere, al fine di favorire illecitamente la permanenza di queste ultime nel territorio italiano”. Agli atti ci sarebbero alcune intercettazioni da cui emergerebbe che Lucano si è adoperato in prima persona per organizzazione di matrimoni “di comodo”. Non si parla mai di soldi. Lucano del resto non ha mai nascosto la sua “disobbedienza civile”.

L’unica intercettazione che finora era emersa sulla stampa è questa: "Sai qual è secondo me l'unica strada percorribile? Volendo spremere le meningi, che lei si sposa! come ha fatto Stella. Stella si è sposata con Nazareno. Sono responsabile dell'ufficio anagrafe, il matrimonio te lo faccio immediatamente con un cittadino italiano ... guarda come funziona Daniela, se lei ... però dobbiamo trovare un uomo che è libero come stato civile ... divorziato si ...".

Il “modello Riace” è diventato un simbolo dell’accoglienza, anche all’estero: la rivista americana Fortune ha inserito il sindaco fra i 30 uomini più importanti del mondo. In suo favore si è schierato con forza lo scrittore antimafia Roberto Saviano. Dure e ripetute invece le critiche del ministro dell’Interno Matteo Salvini, vicepremier e segretario della Lega, che aveva commentato così su Twitter il suo arresto: “Accidenti, chissà cosa diranno adesso Saviano e tutti i buonisti che vorrebbero riempire l’Italia di immigrati!”

Guarda qui sotto il servizio completo di Nina Palmieri.

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