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Morto per “nonnismo”? Nuova autopsia per il parà Emanuele Scieri

Il giovane paracadutista di 27 anni, in servizio a Pisa, fu trovato morto il 16 agosto 1999. Per l’accusa sarebbe stato picchiato da commilitoni e costretto a salire su una scala di 10 metri, dalla quale precipitò. E poi nascosto per tre giorni. Della sua morte, e di nonnismo, ne avevamo parlato con Enrico Lucci

 

Il corpo di Emanuele Scieri sta per essere riesumato. Lo ha deciso la Procura di Pisa, nell’ambito di una nuova inchiesta che vuole accertare le cause della morte del paracadutista siciliano di 27 anni, il cui corpo è stato trovato senza vita il 16 agosto 1999 all’interno della caserma Gamerra di Pisa.

Una morte misteriosa, di cui vi avevamo raccontato nel servizio di Enrico Lucci, che era partito dalla sua storia per parlare attraverso le testimonianze di alcuni soldati della piaga del nonnismo nelle nostre caserme (a quel tempo però negata dai militari). E di nonnismo sarebbe morto Emanuele, che secondo l’accusa la sera in cui fu visto l’ultima volta sarebbe stato oggetti di violento nonnismo e picchiato con calci e pugni, per poi essere costretto a salire su una scala di 10 metri, dalla quale presumibilmente sarebbe caduto per poi morire.

Solo un anno fa in questa tragica e misteriosa vicenda era arrivata una svolta clamorosa, quando tre ex commilitoni erano stati accusati ora di omicidio volontario.

È il 13 agosto 1999 quando Emanuele viene visto alla “Gamerra” per l’ultima volta. Da una settimana ha fatto il suo giuramento da parà e dopo cena decide di uscire per Pisa con un gruppo di commilitoni. Attorno alle 20 fa due chiamate: la prima alla mamma e la seconda al fratello: sarà l’ultima volta che i familiari di Emanuele sentiranno la sua voce. Attorno alle 22 Emanuele sarebbe rientrato in caserma ma da quel momento e fino al ritrovamento del corpo tre giorni dopo, è buio fitto.

La richiesta di riesumare il corpo di Emanuele ha l’obiettivo, anche alla luce delle nuove tecniche di investigazione scientifica, di far chiarezza una volta per tutte sulle cause della sua morte. Se fosse stato soccorso per tempo Emanuele si sarebbe potuto salvare? I pm dell’accusa ne sono certi.

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