Sigaretta elettronica: “Iene di parte” e sbuca la foto dello svapo!
Dopo il servizio di Alessandro Politi sulla sigaretta elettronica, su Facebook gli utenti si sono scatenati: “è un servizio di parte”. Peccato che basta fare un giro su molti di quei profili per capire che forse di parte è qualcun altro
“Penso che sia il peggior servizio della storia delle Iene, volto solo al terrorismo psicologico senza fare chiarezza su cosa sono e come si devono usare le e-cig. Continuate a spingere la gente a non smettere di fumare, che delusione”. Da un utente che su Facebook ha il nickname “***Svapo”, un commento così ce lo potevamo aspettare! La cosa curiosa però è che dopo la messa in onda, nella scorsa puntata de Le Iene, del servizio di Alessandro Politi sulla sigaretta elettronica di commenti dello stesso tenore sulla nostra pagina Facebook ne sono apparsi tantissimi.
La Iena è volata fino in America, a Chicago, per capirci qualcosa di più sulle ultime notizie uscite sui media di tutto il mondo in merito a possibili danni per la salute legati al cosiddetto “svapo”. Vi abbiamo raccontato della raccolta epidemiologica negli Usa dei dati sugli effetti collaterali della sigaretta elettronica. Secondo il CDC, ossia il più grande organismo di controllo sulla sanità pubblica americana, fino a un mese fa i casi di effetti collaterali denunciati dagli ospedali americani erano circa 300, mentre oggi sono più di mille. I casi di morti connesse all’uso negli Stati Uniti sarebbero 18. Come vi abbiamo raccontato, anche da noi il dibattito ha preso piede. Alessandro Politi ha incontrato due esperti, uno pro e uno contro sigaretta elettronica, come potete vedere nel servizio qui sopra.
Dopo la messa in onda del servizio il web si è scatenato. Nulla di nuovo, certo. Soprattutto quando si parla di argomenti attuali e ancora critici. Appena pubblicato il servizio, infatti, sulla nostra pagina Facebook sono arrivati molti attacchi dagli utenti. Ma a una più attenta analisi dei profili di chi ci accusava di aver fatto un servizio di parte contro la sigaretta elettronica ci siamo accorti di una cosa davvero curiosa. Molti di loro lavorano, o almeno così hanno scritto sui loro profili, per marchi di sigarette elettroniche. E chi non ha scritto esplicitamente che lavora in questo ambito, deve avere comunque il tema molto a cuore visto che sul profilo posta continuamente foto di “svapo” o rimanda a siti che pubblicizzano lo svapo.
“Il messaggio dei Tg è fuorviante e totalmente di parte! Come lo è stato il vostro. Si muore con la sigaretta e non con lo svapo!”, scrive un utente. Ci facciamo un giro sul suo profilo: non ci vuole molto per capire che non è proprio un commento disinteressato. A partire dall’immagine di copertina: un negozio di liquidi per sigarette elettroniche. E se rimanesse ancora qualche dubbio, ecco numerosi post in cui rilancia un sito che vende liquidi per le sigarette.
“State aiutando la disinformazione e aiutando a distruggere il miglior modo (forse l’unico rimedio concreto) per distaccarsi dalle sigarette tradizionali. Complimenti”. Questo utente rende la nostra analisi ancora più semplice: una serie di liquidi per lo svapo come immagine del profilo. Come se non bastasse vediamo che sul suo profilo rilancia una specifica marca di sigarette elettroniche. Ma magari è solo un appassionato!
“Se volevate demolire un settore avete dato la mazzata finale. Pagano bene le multinazionali eh”. Onestamente non capiamo il motivo per cui dovremmo “voler demolire un settore”, tantomeno il riferimento alle multinazionali. Quello che però capiamo benissimo è che forse chi gestisce questo profilo potrebbe avere qualche interesse perché quel settore non vada in crisi: “Ha lavorato presso Vape***” (un negozio di sigarette elettroniche) si legge sul profilo.
“Chissà quanto vi hanno pagato per mandare in onda questo servizio. La sigaretta elettronica non nuoce alla salute, è importante usare solo prodotti certificati”. Prodotti certificati come quelli che pubblicizza nella sua pagina Facebook magari!
Comunque una lezione da questa scorribanda sui commenti al nostro servizio l’abbiamo appresa: prima di accusare qualcuno di essere di parte, cambia almeno le “info” sul tuo profilo Facebook. Noi continueremo a darvi le corrette informazioni sulla sigaretta elettronica, avvalendoci soltanto di quanto stabilito dai principali enti di salute nel mondo.