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Sindrome aerotossica: il sistema di areazione degli aerei fa male? | VIDEO

Alessandro Politi torna a occuparsi della sindrome aerotossica, ovvero quei danni che sarebbero causati dai fumi tossici nelle cabine degli aerei. Non esistono studi che confermano l’esistenza di questo fenomeno: alcune persone che lavorano nel settore ci hanno però raccontato quello che sembra accadere

Poche settimane fa con Alessandro Politi ci siamo occupati dell’aria che respiriamo in aereo. Ci hanno raccontato che potrebbe avere delle tossine dentro, perché passando attraverso i motori potrebbero esserci delle perdite di olio e lubrificanti che finirebbero nei nostri polmoni.

Bisogna specificare che non esistono studi scientifici che dimostrino questo fenomeno. Tuttavia, come potete vedere nel servizio qui sopra, sono molte le testate giornalistiche internazionali che si sono occupate del caso. Il centro del dibattito è il sistema di areazione degli aerei di linea: le turbine che servono a far volare l’apparecchio fanno entrare l’aria frontalmente, sia per far funzionare i motori sia per fornire aria alla cabina.

Per funzionare correttamente le turbine hanno bisogno di essere lubrificate con un olio sintetico che raggiunge in 450 gradi. Il problema è che potrebbero esserci delle micro perdite che potrebbero contaminare l’aria che arriva in cabina con le sostanze tossiche contenute in questi oli. Al Parlamento europeo è stata presentata una mozione in cui si chiede di incoraggiare gli studi sulla sindrome aerotossica. Alessandro Politi ha provato a parlare con vari piloti, hostess e steward: c’è chi nega e chi invece sostiene di aver firmato un contratto e quindi di non poter parlare. “Sono tutte cazzate”, sentenzia un pilota. Dopo la messa in onda del servizio, però, abbiamo ricevuto varie segnalazioni.

Tra queste quella di uno steward. “Mi fa strano che ci siano persone, addirittura piloti, che dicano che non lo sanno”, ha detto ad Alessandro Politi. “Per me è proprio un discorso di omertà. Se fai questo mestiere ti è capitato sicuro” di avere questi sintomi, sostiene lo steward che vuole rimanere anonimo. “Le compagnie ti fanno anche tanta pressione psicologica, anche nelle policy aziendali c’è scritto di non parlare dell’azienda”. Anche un pilota ci aveva detto di non poterne parlare perché aveva firmato un contratto.

All’estero, però, sia piloti che hostess sembrano confermare l’esistenza di questo problema. Perché da noi quindi è così difficile parlarne? Alcune persone che lavorano nel mondo dell’aviazione ci hanno raccontato in forma anonima come le compagnie aeree cercherebbero di nascondere quello che succede: “Il pilota se c’è un ‘fume event’ deve riportarlo, l’escamotage che hanno trovato è di chiamarlo ‘smell event’. Così l’aereo può rivolare”, sostiene una hostess.

In caso di ‘fume event’, ovvero quando l’olio delle turbine si mescola all’aria che entra in cabina, “in teoria c’è una circolare di Airbus che prevede che l’aereo resti fermo per almeno 100 ore. In pratica non succede quasi mai”, ci racconta un’altra hostess. “Un aereo che sta a terra costa tantissimo per la compagnia ed è già tanto se sta fermo fino al giorno seguente”, sostiene. Quando succedono questi eventi, però, sembra che molti dei passeggeri non se ne accorgano: “La maggior parte delle persone pensa che sia ‘l’odore dell’aereo’”, sostiene un ex pilota irlandese.

Siamo sicuri che le aziende del settore facciano di tutto per garantire la sicurezza delle persone che volano in aereo, ma una telefonata ricevuta da un ingegnere italiano ci ha preoccupato: “Ho avuto un’esperienza di meno di un anno in un’azienda italiana”, ci racconta. “Occupandomi essenzialmente di manutenzione motori e del sistema di areazione, quindi del collegamento tra il velivolo e la cabina, i condotti di olio e aria arrivavano in condizioni abbastanza pietose. Non garantivano più l’impermeabilità”, sostiene questo ingegnere. “Questo problema lo presentava l’80% dei casi”. A domanda specifica se l’olio possa quindi finire in cabina mescolato all’aria, lui però ci dice di aver firmato clausole di segretezza.

Alessandro Politi ha chiesto ai produttori degli aerei quale sia la loro posizione sulla sindrome aerotossica: “Ci sono degli odori, ma oggi tutti i sistemi di aerazione sono certificati e vengono controllati molte volte dalle autorità”. Noi ovviamente ci auguriamo che sia tutto a posto e funzioni per il meglio. Airbus, comunque, sta lavorando a un nuovo sistema di areazione che non passa più per i motori. Sembra che questo sia applicabile anche agli aerei di vecchia generazione. Questo garantirebbe un miglioramento della qualità dell’aria in cabina. “Io sono diventata l’ombra di me stessa dopo quei fumi tossici”, chiude l’hostess che ci è venuta a trovare.   

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