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Speciale Le Iene su Pantani 2: i trionfi del Pirata | VIDEO

Dal dominio tra i dilettanti ai tanti infortuni, dalla doppietta Giro-Tour nel 1998 alla discesa all’inferno: Alessandro De Giuseppe e Riccardo Festinese ripercorrono la leggendaria carriera di Marco Pantani nella seconda parte dello speciale de Le Iene dedicato alla sua morte

Per comprendere da dove derivano i dubbi sulla morte di Marco Pantani, di cui vi abbiamo parlato nella prima parte del nostro speciale, bisogna partire dalla carriera del Pirata: la sua storia ciclistica nasce quando Marco ha 12 anni e si unisce al gruppo Fausto Coppi di Cesenatico: già a quell’età comincia a far vedere tutto il suo talento. Nel 1989 Marco passa dagli Juniores ai Dilettanti, e nel 1992 vince il Giro d’Italia dei dilettanti.

Nel 1993 partecipa alla sua prima corsa rosa tra i professionisti, ma è una delusione: è costretto al ritiro per una tendinite, non rispettando le grandi aspettative intorno a lui e alimentando gli scettici del suo talento. La delusione però lo carica: “Qualche settimana prima del Giro del 1994 mi disse ‘o vado come dico io, o vado a vendere piadine con mia mamma’”, ricorda l’attuale ct della Nazionale di ciclismo Davide Cassani. Ma a vendere le piadine Marco Pantani non ci andrà mai.

In quegli anni il dominatore indiscusso delle corse a tappe è Miguel Indurain, lo spagnolo che nel 1993 aveva centrato la doppietta Giro-Tour. Al Giro però il protagonista è il Pirata: a Merano vince la sua prima corsa da professionista, dopo uno scatto in salita e una incredibile discesa fino al traguardo. Il giorno dopo, con arrivo sull’Aprica, Marco stacca tutti e va a vincere la seconda tappa. Alla fine del Giro sarà secondo: il mito del Pirata è appena iniziato.

Quando staccò Indurain la gente si innamorò a prima vista di Pantani”, racconta Davide Cassani. Un mese dopo Marco è al Tour, dove viene accolto come una star. All’Alpe d’Huez, leggendaria ascesa della Grande Boucle, segna il record di velocità della salita. Il giorno dopo il Pirata cade, è vicino a ritirarsi ma rimonta e vince la tappa. Finisce il suo primo Tour de France in terza posizione, facendo innamorare i tifosi di tutto il mondo.

Il 1995 è però un anno nero per Pantani: a pochi giorni dall’inizio del Giro Marco ha un brutto incidente. È costretto a saltare la corsa rosa, ma al Tour de France vince nuovamente la tappa dell’Alpe d’Huez. A ottobre, quando il peggio sembrava alle spalle, viene investito da una macchina: frattura di tibia e perone, muscolo inciso, carriera appesa a un filo. Il Pirata però non molla, e dopo soli cinque mesi torna in sella alla bici. La Mercatone Uno decide di scommettere sul suo pieno recupero, e per la stagione del 1997 costruisce una squadra su misura per il Pirata.

Il Giro d’Italia quell’anno lo vince Ivan Gotti, ma Pantani mostra evidenti progressi dopo un anno lontano dalle corse. Al Tour vince ancora all’Alpe d’Huez, e alla fine arriva terzo. Sembra un ottimo risultato visto il grave infortunio, ma Marco non è soddisfatto: ha 28 anni, e non ha ancora vinto una grande corsa.

L’inverno tra il 1997 e il 1998 riesce finalmente a prepararsi per le corse a tappe senza infortuni o incidenti, e i risultati si vedono: il Pirata vince il Giro d’Italia e il Tour de France nello stesso anno, impresa riuscita a pochi ciclisti prima e a nessun’altro dopo. A 21 anni da quel trionfo, Pantani è tutt’ora l’ultimo ad aver centrato la doppietta più prestigiosa del ciclismo. A 28 anni è in cima al mondo: tocca il paradiso con un dito, in attesa di tante nuove prevedibili vittorie. L’anno dopo però inizierà la sua discesa all’inferno.

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