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Strage di Erba: una vendetta della 'Ndrangheta? | VIDEO

La testimonianza esclusiva della moglie del cugino di Azouz Marzouk apre una possibile pista alternativa nell’inchiesta di Antonino Monteleone e Marco Occhipinti sulla strage di Erba. Marta Calzolaro racconta nei dettagli lo scontro in carcere di Azouz con esponenti della ’Ndrangheta e ipotizza anche suoi rapporti sessuali con parenti di boss

Una testimonianza esclusiva apre una possibile pista alternativa, quella di una vendetta della ’Ndrangheta, nell’inchiesta di Antonino Monteleone e Marco Occhipinti sulla Strage di Erba.

Per la strage sono stati condannati all’ergastolo in via definitiva Rosa Bazzi e Olindo Romano. Per l’omicidio l’11 dicembre 2006 a Erba (Como) di Raffaella Castagna, il figlio Youssef di due anni, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. Movente: le continue liti condominiali.

Martedì scorso vi abbiamo raccontato del ritrovamento, una settimana dopo lo speciale Iene “Rosa e Olindo, due innocenti all’ergastolo?”, di reperti mai analizzati.

La nuova testimonianza che vi proponiamo è quella di Marta Calzolaro, moglie del cugino di Azouz Marzouk, mai messa a verbale dai Carabinieri per sua richiesta: al tempo aveva paura di subire ritorsioni pure lei. Anche ai militari avrebbe già detto che il movente della strage poteva essere quello di una vendetta della ’Ndrangheta, che controllava lo spaccio a Erba, dopo le liti pesanti in carcere di Azouz, coinvolto anche lui nello spaccio, con alcuni esponenti mafiosi calabresi.

È una pista a cui Azouz, che nella strage ha perso la moglie e un figlio, dice di non credere.

Marta Calzolaro rincara la dose: “In carcere Azouz aveva rapporti con ragazzini maggiorenni. Avevamo pensato: mica che aveva toccato qualche figlio di qualche calabrese importante?”.

La sua testimonianza è ovviamente tutta da verificare. Quando gliene parliamo, Azouz Marzouk si mette a ridere. Smentisce qualsiasi rapporto omosessuale con ragazzi in carcere, non la rissa con “i calabresi” che ha portato al suo trasferimento di carcere. Una delle persone con cui si è scontrato è Maurizio Agrati, temutissimo esponente della ’Ndrangheta.

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