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Testimoni di Geova: “Niente trasfusione a nostra figlia”. La salvano i medici

I genitori non hanno autorizzato una trasfusione di sangue alla figlia di 10 mesi in pericolo di vita perché Testimoni di Geova. Ma i medici dell’ospedale di Legnano si sono opposti e con l’aiuto del Tribunale dei minori hanno sospeso la patria potestà a madre e padre salvando la vita alla bambina. Anche noi de Le Iene ci siamo occupati di un dramma simile, con una madre che è stata isolata dalla famiglia 

Una bambina ha rischiato di morire a 10 mesi perché i genitori si sono opposti alla trasfusione di sangue in quanto Testimoni di Geova. L’hanno salvata i medici e l’intervenuto il Tribunale dei minori che hanno sospeso la patria potestà a madre e padre a Legnano (Varese). Noi de Le Iene nel servizio che potete vedere qui sopra, con Roberta Rei vi abbiamo raccontato un dramma simile con Grazia di Nicola, abbandonata dalle tre figlie per aver accettato proprio una trasfusione, nonostante fosse testimone di Geova anche lei.

“Se non ci muoviamo, la bambina morirà” hanno detto i medici dell’ospedale di Gallarate ai genitori della piccola di appena 10 mesi. La piccola poche ore prima era caduta in casa. Un incidente che inizialmente sembrava banale. Qualche ora dopo, la bimba inizia a tossire, suda e soprattutto vomita. I genitori la portano in pronto soccorso. I dottori capiscono che la situazione è grave e viene trasferita all’ospedale di Legnano: la bambina ha un’emorragia cerebrale e va operata.

Inizia l’operazione d’urgenza, ma in sala operatoria la situazione precipita. I medici si accorgono che la bimba ha bisogno di una trasfusione. Per poter procedere senza perdere ulteriore tempo devono chiedere l’autorizzazione ai genitori. Ma papà e mamma si oppongono perché sono testimoni di Geova (un’interpretazione di questo credo le proibisce).

I medici li invitano a desistere perché la bambina rischia di morire da un momento all’altro. I genitori vogliono obbedire alla loro religione. Davanti all’ennesimo rifiuto, l’ospedale allerta i carabinieri e il magistrato di Milano. È così che si arriva alla sospensione della patria potestà. I medici operano la piccola e con la trasfusione le salvando la vita.

Quella delle trasfusioni per i testimoni di Geova è una questione spinosa perché in gran parte sono fortemente contrari per motivi religiosi a questa pratica anche nel caso di pericolo di vita. Roberta Rei ci ha raccontato la storia di Grazia. Due anni fa le viene diagnosticato un tumore. “Ha creato un’emorragia interna e mi sono ritrovata a un bivio: accettare una trasfusione oppure morire”, racconta a Roberta Rei.

“Non è possibile che Geova voglia che io muoia”, si è detta. E così firma per l’operazione che va a buon fine. Una decisione che però ha delle conseguenze: la donna viene “dissociata” dai Testimoni di Geova perché si sarebbe “consegnata a Satana”, come recita il loro regolamento.

Uscire da quel mondo però non è facile: “Sono rimasta senza Dio, anche con le mie figlie non c’era più quel rapporto”. Iniziano così le discussioni e la convivenza è veramente difficile. Grazia da due anni non vede più le figlie, che sono andate via da casa e hanno tagliato i ponti con la donna che giudicano “Satana”, “una vergogna umana”.

Roberta Rei prova a mettersi in contatto con le ragazze ma appena le incontra viene allontanata dopo che una di loro dice una frase agghiacciante: “Ho dubitato a volte di essere felice che ora mia mamma sia viva. Era un tesoro e una persona meravigliosa, poi è cambiata”. Solo perché Grazia ha scelto di vivere.

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