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Trump abbandona i curdi. E la Turchia prepara l'aggressione in Siria

Dopo l’ok di Donald Trump, che ha detto di volersi sfilare da una guerra “ridicola”, il presidente turco è pronto a sferrare un attacco per riprendersi il nord della Siria, in mano ai curdi. Davide Grasso, il volontario intervistato da Nadia Toffa mentre combatteva contro l’Isis al fianco dei curdi: “Un’aggressione fascista”.

La Turchia è pronta a invadere il nord della Siria per sconfiggere i “terroristi curdi”. Lo ha annunciato ieri la Casa Bianca, rendendo noto il contenuto di una chiamata tra Donald Trump e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Sembra ormai mancare pochissimo all’operazione militare di Ankara, da tempo pianificata.

"È il momento per noi di sfilarci da ridicole guerre senza fine molte delle quali tribali", ha spiegato in un tweet  il presidente Usa. "È il momento di riportare i nostri soldati a casa”. "Ci stiamo preparando al peggio", ha commentato  l’Onu attraverso il suo coordinatore per le operazioni umanitarie in Siria.

L’obiettivo dell’offensiva di Ankara sono i curdi, fino ad oggi sostenuti dagli Stati Uniti nelle loro operazioni contro l’Isis, e si sono detti pronti a difendere il nord-est della Siria: “Siamo pronti alla guerra totale”.

Della lotta del popolo curdo contro gli uomini del Califfo Abu Bakr Al Baghdadi vi abbiamo parlato in più di un servizio, anche intervistando con Nadia Toffa i volontari italiani che sono andati a sostenere la “rivoluzione dei popoli del Rojava”. Italiani come Davide Grasso, che assieme ad altri 7 “compagni”, una volta ritornato in patria, è stato indagato dalla Procura di Torino perché ritenuto, alla luce del suo impegno militare con i curdi, “socialmente pericoloso”. Una misura di sorveglianza speciale, la cui richiesta è ancora una spada di Damocle per tre degli otto, che prevede che per almeno due anni siano allontanati dalla città di Torino, non possano uscire nelle ore notturne né guidare e debbano avere sempre con sé un libretto rosso, una sorta di carta identificativa delle persone “socialmente pericolose”.

“La Turchia invaderà tutta quella parte di Siria che in questi anni è stata conquistata dalla donne, dai giovani, dai movimenti più egualitari, che hanno riunito curdi, arabi, cristiani e yazidi", dice Davide Grasso, a Iene.it. E cioè la zona della Siria da cui sono partiti tutti gli attacchi contro l’Isis, e che lo hanno decimato. Fino ad oggi  l'odio contro i curdi era stato arginato dalla presenza di soldati Usa: adesso Trump ha deciso di ritirare queste poche centinaia di uomini verso sud, per far spazio a un'aggressione islamista e fascista. Una totale complicità tra il presidente più islamofobo del mondo, Trump, e quello più islamista, Erdogan. L’unica speranza per la Siria è proprio la zona del Rojava: è importante che tutti si mobilitino per chiedere al nostro governo di prendere posizione contro questa guerra”.

Fra i ragazzi torinesi andati a combattere con le forze curde contro i terroristi dell’Isis c'era anche Lorenzo “Tekosher” Orsetti, il militante ucciso dall’Isis durante l’assedio dell’ultima roccaforte di Baghouz.

Noi de Le Iene avevamo parlato con Lorenzo Orsetti poche ore prima che ripartisse per il fronte della guerra. E Orsetti, in un messaggio audio che potete ascoltare cliccando qui, aveva difeso quei 5 compagni di lotta: “Se li indagassero almeno avrebbero elementi per potersi difendere. Le autorità italiane stanno solo cercando di metterli sotto sorveglianza speciale. Il loro unico crimine è stato quello di venire in Rojava (Kurdistan siriano, ndr.) a difendere questa rivoluzione, alcuni tra l’altro neanche combattendo realmente, ma facendo giornalismo o lavorando nella società civile. Pare che il loro unico crimine sia quello di saper usare un’arma, ma a questo punto andrebbero indagate tantissime persone in Italia. Mi sembra profondamente ingiusto trattarli da terroristi”.

E “Orso”, questo il suo nome di battaglia, ci aveva anche mandato un video, che aveva girato in prima persona durante i combattimenti contro l’Isis nel deserto attorno ad Ajin.

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