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Uccisa dall'ex: non sono bastate 19 denunce per fermarlo

“Ti ricordi di me?”. Queste le ultime parole prima di freddare l'ex moglie al karaoke di Savona. Lei lo aveva già denunciato 19 volte

Ennesimo caso di femminicidio annunciato. Deborah Ballesio, 39 anni, è stata colpita al petto con un’arma da fuoco dall’ex marito Domenico Massari mentre si esibiva come cantante sul palco dei Bagni Acquario di Savona.

“E' salito dalla spiaggia gridando 'Ti ricordi di me? Finalmente ti ho trovata!”, racconta un testimone. Per Deborah solo pochi secondi per realizzare che il suo assassino era il suo ex marito, poi gli spari che non le hanno lasciato scampo. Ma questo è l’ennesimo caso di omicidio annunciato. Sono infatti ben 19 le denunce che la donna aveva già sporto nei confronti dell’ex marito. Nel 2015 Domenico Massari era stato condannato a tre anni e due mesi di reclusione per aver incendiato e distrutto il locale e la casa di Deborah ad Altare, in provincia di Savona, oltre alle continue denunce per molestie e per stalking. Due anni dopo Massari è riuscito a ottenere la scarcerazione per patteggiamento. “Prima o poi mi ucciderà” aveva detto Deborah alle amiche. Da tempo la donna, per paura, stava prendendo lezioni di kickboxing, aveva preso il porto d’armi ed era diventata istruttrice di tiro, ma questo non è bastato per fermare la follia dell’ex marito, che l’ha freddata in un sabato sera d’estate, ferendo, oltretutto, una donna di 62 anni, una ragazza incinta e una bambina di tre anni. Anche la legge non ha saputo difendere Deborah, dopo 19 denunce sporte Massari era ancora a piede libero e lo è tutt’ora: nel marasma generale l’uomo è riuscito a fuggire ed è ora ricercato.

La ministra Giulia Bongiorno, in merito al caso di Savona e ai femminicidi, promette che entro la fine di questa settimana otterrà l’approvazione della legge “Codice rosso” che prevede aumenti di pena per la violenza sulle donne e l’obbligo di intervento entro e non oltre 3 giorni dalla denuncia sporta. “Troppo spesso i pericoli che corrono le vittime sono sottovalutati”, dichiara la ministra. Saranno inoltre promossi corsi di formazione per tutte le forze dell’ordine per dare omogeneità alle misure di intervento che variano molto da regione a regione.

A tal proposito abbiamo chiesto il parere di Francesca Koch, presidente della Casa internazionale delle donne a Roma. “Quello di Savona è l’ennesimo terribile caso di violenza inascoltata. Nonostante le denunce non c’è stato modo di fermare quell’uomo. Il problema non sono tanto nelle leggi, ma c’è bisogno di una rivoluzione culturale” ci dichiara. “Il Codice Rosso agisce molto sul penale, ma la repressione non basta. Tutti si devono far carico delle problematiche che oggi ci sono nelle relazioni tra uomo e donne. E nel Paese oggi c’è un clima fortemente negativo: la legge Pillon, che allunga i tempi del divorzio, non è altro che un ulteriore attacco nei confronti delle donne, un'ulteriore subordinazione a mariti bugiardi, oltre che una manipolazione dei minori. Siamo di fronte una violenza maschile di tipo istituzionale. Di fronte a dei necessari cambiamenti, parlano di nuovi disegni di legge. Io vedo molta ipocrisia. Bisogna credere alle denunce delle donne. Questo è l’ennesimo assassinio annunciato e queste sono le ennesime lacrime di coccodrillo per chi non ha saputo muovere le istituzioni in modo da creare veramente il cambiamento”.

Sono tante le donne che hanno trovato la forza di denunciare le violenze subite, che la maggior parte delle volte avvengono tra le mura domestiche e che per, sottovalutazione, sono sfociate in omicidi.

Filomena, sfregiata con l’acido dall’ex marito mentre dormiva, era stata attaccata perché dopo anni di violenze aveva trovato la forza di chiedere la separazione. A Le Iene ha raccontato: “mi ha girata mentre dormivo per prendere bene il volto”.  

Marcella, salvata per pura fortuna da un passante, mentre l’ex marito la prendeva a martellate sul volto in pieno centro ad Avellino, ha raccontato la sua storia a Giulio Golia. Il mese precedente l’aggressione Marcella aveva inutilmente denunciato il marito per essere già stata picchiata a sangue con una bottiglia di vetro. Anche dopo l’aggressione con il martello l’uomo è stato fermato e poi rilasciato. 

Nina Palmieri si era occupata del caso di Annarosa Fontana. Sopravvissuta alle 17 coltellate da parte dell’ex compagno Paolo Chieco, aveva più volte denunciato la sua paura per l’uomo. Chieco è stato condannato a 12 anni di reclusione, diventati poi 4 mesi di effettiva detenzione e 19 mesi di domiciliari. La sera del suo omicidio, largamente annunciato, Annarosa aveva telefonato più volte a polizia e carabinieri chiedendo disperatamente un aiuto: “Mi segue, è qui nascosto e io ho paura per la mia persona” aveva detto al telefono. Un appello che purtroppo è rimasto inascoltato.

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