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L'appello inascoltato per Alzano e Nembro, i 552 nuovi casi e tre scenari di rischio per l'autunno

I verbali desecretati del Comitato tecnico scientifico riaprono la ferita e le polemiche per la mancata zona rossa nell’epicentro dell’epidemia italiana. Da un altro documento emergono, concentrandosi molto sulla riapertura delle scuole, i prossimi eventuali scenari di rischio per l’autunno compreso quello di una “seconda ondata” di Covid. Primi “segnali di allerta” per la situazione attuale. Oggi 552 nuovi casi e 3 morti. L’Oms: “Contagi tra i bambini aumentati di 7 volte”

Mentre i contagi mostrano "segnali di allerta" (oggi, 7 agosto ci sono stati 552 casi e 3 morti), si torna a discutere dei momenti più duri dell’epidemia in Italia, ora che gli atti del Cts, il Comitato tecnico scientifico di consulenza sul coronavirus, sono stati descretati, e degli scenari di rischio possibili per l’autunno.

IL CASO ALZANO LOMBARDO E NEMBRO
Dopo la prima zona rossa nel Lodigiano, si discuteva a inizio marzo di istituirne un’altra in provincia di Bergamo tra Alzano Lombardo e Nembro in un focolaio dove già si registravano i primi picchi di quello che è stato poi un numero altissimo di contagiati e di morti. Il 3 marzo il Cts metteva nero su bianco nel verbale di una riunione la sua proposta al governo su quella Val Seriana che diventerà un epicentro drammatico del Covid in Italia.

Si proponeva “di adottare le opportune misure restrittive già adottate nei Comuni della zona rossa al fine di limitare la diffusione dell’infezione nelle aree contigue”. Non è stato fatto. L’esecutivo deciderà invece di trasformare prima tutta la Lombardia e alcune province in “zona arancione” l’8 marzo, per passare poi l’11 marzo al lockdown in tutta Italia. Dalla Regione Lombardia non sarebbe mai arrivata una richiesta di istituire una zona rossa tra Alzano Lombardo e Nembro, mentre il premier Conte avrebbe detto ai magistrati di Bergamo che stanno indagando su questo caso, a proposito del succitato verbale del Cts: “Io quel documento non l’ho mai visto”.

I RISCHI FUTURI: 3 SCENARI PER L’AUTUNNO
Un altro documento importante ci parla degli eventuali rischi per l’autunno. Si tratta di rischi eventuali, vale la pena ribadirlo, non si dice affatto che andrà per forza così in una di queste tre maniere. Tre gli scenari e cinque le soluzioni tracciati in un documento riservato degli esperti dell’Iss, l’Istituto superiore di sanità, e del ministero della Salute della Salute secondo quanto riporta il Corriere della Sera. Ci si concentra soprattutto sulla riapertura delle scuole che potrebbe far salire la curva epidemiologica incidendo sull’Rt, l’indice di trasmissione del virus di un +0,4. Su tutto questo sono previsti ovviamente ulteriori confronti

Il primo scenario è quello di una “trasmissione localizzata” con alcuni focolai e casi ancora sotto controllo: va prevista una risposta adeguata sulla tracciabilità dei contatti dei positivi. Il secondo prende in considerazione un’ipotesi già peggiore con un’impennata di casi, gestibile comunque senza interventi straordinari a livello di servizio sanitario nazionale. Il terzo è quello più duro, che ci riporterebbe ai momenti drammatici del cuore della pandemia con una vera “seconda ondata”, un numero altissimo di nuovi contagi e moltissimi malati che affollano ospedali e terapie intensive

Che fare? Nella relazione di sette pagine si individuano questi 5 interventi necessari e da dosare a seconda di quale sia l’eventuale scenario presente: “favorire il coordinamento con le Regioni" per prendere ogni misura idonea; “monitorare costantemente la situazione” sulla base di 21 indicatori e un algoritmo che calcola la tenuta delle strutture sanitarie; “garantire una comunicazione ufficiale” sempre aggiornata su contagi, tamponi effettuati e malati; avere un piano operativo aggiornato costantemente sulla scuola e sulle Residenze per anziani; “rafforzare i presidi sanitari” e in particolare “i dipartimenti per la prevenzione”.

LA SITUAZIONE ATTUALE
Oggi si sono registrani 552 nuovi casi e 3 morti. Il monitoraggio settimanale per il periodo tra il 27 luglio e il 2 agosto di ministero della Salute e Iss parla per il nostro paese di una situazione che, sebbene “non critica”, resta “fluida” e mostra "segnali di allerta” con un superamento su base nazionale dell’indice di contagio Rt del valore di 1, considerato il livello “di guardia”: siamo per la precisione a 1,01. Si conferma l’età media dei nuovi infetti a 40 anni, contro i 61 di marzo, e l’aumento degli asintomatici.

“CONTAGI TRA BAMBINI AUMENTATI DI SETTE VOLTE”
L'Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, fa sapere intanto che dal 24 febbraio scorso il numero di casi si è moltiplicato per sette tra bambini e neonati e per sei tra i giovani in genere. In questo momento nel mondo le percentuali dei contagiati a seconda dell'età sono: 64% tra i 25-64enni, 19,4% tra le persone tra 65 e 84 anni, 3,4% tra quelle oltre 84 anni, 1,2% tra i bambini fino a 4 anni, 2,5% tra quelli tra 5 e 14 anni e 9,5% tra i ragazzi dai 15 ai 24 anni.

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