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“Canapa mundi”, la fiera della cannabis light che resiste | VIDEO

cannabis light resiste

Nonostante le difficoltà che vi abbiamo raccontato a “Iene.it: aspettando Le Iene”, si è svolta regolarmente la fiera “Canapa mundi” a Roma, che mette in mostra il mondo che resiste al proibizionismo di Stato. Noi ci siamo stati e abbiamo raccolto la voce degli espositori: “Nessun problema, solo qualche politico che spara cavolate

Non abbiamo nessun problema con la legge, c’è solo qualche politico che spara cavolate”. Questa è solo una delle voci del “Canapa mundi”, la fiera a Roma che dal 2015 raccoglie espositori, produttori e consumatori di questa pianta e dei suoi derivati. Noi di Iene.ti siamo andati a parlare con chi era lì lo scorso weekend e ci siamo fatti raccontare il clima e cosa era in esposizione.

Facciamo estratti e distillati, l’importante è rimanere sotto lo 0,5 di thc”, ci racconta uno di loro. “Noi invece facciamo resina e altri estratti e prodotti”, ci dice un altro. “Non abbiamo avuto nessun problema con la legge, l’importante è rispettare il limite. C’è solo qualche politico che spara cavolate". “Un mucchio di imprese edili vorrebbero usare la canapa per le costruzioni ma non c’è più: devono comprarla in Francia!”, sostiene un altro espositore. Tante voci, insomma, di un mondo che resiste: quello della cannabis light, che noi de Le Iene stiamo seguendo da tempo nella loro battaglia per non essere stritolati dal proibizionismo e dalla miopia della politica.

Nella prima puntata di “Iene.it: aspettando Le Iene”, la nuova fascia digital condotta da Giulia Innocenzi e trasmessa il martedì e i giovedì dalle 20.45 su Mediaset Play, sul nostro sito e sulla pagina Facebook del programma prima di ogni puntata de Le Iene, abbiamo parlato di questo e altri temi con Luca Marola, il fondatore di EasyJoint.

La storia della sua azienda inizia il 14 gennaio 2017, quando entra in vigore la legge che regola la commercializzazione della canapa industriale: una pianta con meno dello 0,2% di thc. Nella legge non si parla del fiore, e quindi Marola ne approfitta e nasce la cannabis light. In poco tempo l’idea ha successo e la sua azienda ha un grande successo: in un anno arriva a fatturare un milione e mezzo di euro. La favola però dura poco: tra “guerra alla droga” di Salvini e tribunali, la cannabis light finisce nell’occhio del ciclone. Via ai sequestri e ai processi, tantissime persone finiscono alla sbarra con l’accusa di spaccio. Tra queste c’è anche Luca, che rischia dai 6 ai 20 anni di carcere. E un settore che in poco tempo era arrivato a dare lavoro a circa 12mila persone all’improvviso finisce in ginocchio.

Luca però non demorde e ha un’idea, che racconta a Giulia Innocenzi: “Ho messo in liquidazione EasyJoint, perché l’oggetto sociale a oggi sembra illecito: non è possibile commercializzare le infiorescenze della canapa. In ogni grado di giudizio del processo per spaccio chiamerò lo Stato come correo, perché è stato mio complice accettando le mie tasse e in particolare l’Iva”. E “chiederò indietro l’Iva”.

Per rivedere l’intervista a Luca Marola e tutti gli altri contenuti originali di questa puntata, clicca qui.  

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