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“La nostra consegna speciale in laguna: il pranzo ai medici di Venezia” | VIDEO

Marco, Nicola e Pietro Zambon e Silvia Rozas sono quattro giovani chef di Venezia. Anche loro hanno dovuto chiudere l’attività in queste settimane di divieti per arginare il coronavirus. Così hanno preparato il pranzo di Pasqua per oltre 50 medici e infermieri del loro ospedale. E la consegna è davvero speciale

“La crisi vera? Inizierà nel momento in cui i ristoranti torneranno aperti, per ora pensiamo alla solidarietà”. Sono le parole di Marco Zambon, un giovane chef che assieme ai suoi cugini ha preparato un pranzo speciale per questa Pasqua. Anche loro sono chiusi da settimane per i divieti di contenimento del coronavirus, così vogliono rendersi utili e dare il proprio contributo nella battaglia contro il coronavirus, come potete vedere nel video qui sopra. 

Così Marco, Nicola e Pietro Zambon assieme a Silvia Rozas si sono messi ai fornelli per un pranzo davvero speciale. “Abbiamo voluto ringraziare medici e infermieri dell’ospedale di Venezia”, spiegano a Iene.it. Così ci portano con loro mostrandoci dall’acquisto degli ingredienti al mercato di Rialto fino nella cucina del loro ristorante e poi via in barca lungo il canale per la consegna.

“Abbiamo cucinato un menù di carne e uno di pesce con piatti facilmente riscaldabili”, spiegano. Una volta preparati i primi di lasagne, i secondi con polpo e seppie nere alla veneziana hanno impacchettato le varie portate. E poi via, verso l’ospedale caricando tutto in barca. I quattro chef hanno attraversato la laguna veneta arrivando a destinazione. Tutto è stato distribuito al personale sanitario dei reparti di malattie infettive e di rianimazione come pranzo di Pasqua. 

Per questo ristorante è un periodo di consegne, ma questa è davvero speciale. “Da quando siamo chiusi facciamo solo come delivery”, spiegano. In base agli ultimi decreti e alle ordinanze regionali, la loro attività sarà una delle ultime che potrà riaprire, forse settimane dopo il 3 maggio. Oltre a dover usare i dispositivi di sicurezza più di prima, dovranno garantire almeno due metri di distanza tra un cliente e l’altro. “Noi prevediamo di ridurre i coperti di due terzi. E siamo uno dei locali più grandi di Venezia. Meno clienti significa avere meno incasso e meno personale. Senza dimenticare che noi viviamo soprattutto di turismo e la prossima estate non sappiamo come sarà”. 

Su Iene.it vi abbiamo raccontato anche l’iniziativa di Salvatore Francavilla, uno dei tanti ristoratori della Lombardia costretto a chiudere il suo locale in queste settimane. Assieme ai figli continua a cucinare pasti per consegnarli gratuitamente a medici e infermieri degli ospedali di Milano (leggi qui l’articolo).

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