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Coronavirus, il coprifuoco funziona? In Francia la crescita dei casi non si è fermata | I DATI

Da oggi l’Italia intera è interessata da nuove restrizioni: dalle 18 chiusi ristoranti e bar, stop a palestre e piscine, “fortemente consigliato” non ricevere nessuno a caso al di fuori della cerchia famigliare. Ma questo coprifuoco funzionerà? In Francia, dove è stato applicato in buona parte del paese da ormai 11 giorni, i dati peggiorano più lentamente ma la pandemia continua a correre

Chiusure, non coprifuoco”. Ha descritto così il premier Giuseppe Conte le nuove restrizioni imposte ieri dal governo: bar e ristoranti chiusi alle 18, stop all’attività di palestre, piscine, teatri e cinema, didattica a distanza al 75% alle scuole superiori. E ancora, l’invito a non ricevere in casa persone esterne alla cerchia famigliare. In più, coprifuoco vero e proprio dalle 23 nelle zone dove il contagio corre di più, come in Lombardia.

Insomma, se non è un coprifuoco poco ci manca. E il motivo purtroppo è sempre lo stesso: i nuovi casi di coronavirus corrono velocissimi. Solo oggi si sono registrati 17.012 contagiati e 141 morti. I ricoverati in terapia intensiva sono 76 in più, in totale 1.284. Il 12 marzo, quando già eravamo in lockdown, erano 1.153.

Le nuove misure sono state adottate per cercare di contenere questi numeri drammatici, ma sono state criticate da più parti: c’è chi ritiene ingiusta la chiusura di palestre e cinema, chi invece pensa che le restrizioni siano insufficienti allo scopo. “Il virus dilaga incontrollato, servono lockdown locali”, ha dichiarato il consulente del ministro della Salute, Walter Ricciardi. La perplessità insomma è una: queste misure saranno sufficienti a contrastare la corsa della pandemia?

Per capirlo possiamo guardare all’unico esempio in cui simili restrizioni sono già state applicate da tempo: la Francia, che ormai da 11 giorni ha posto sotto pesanti limitazioni la regione di Parigi e altre importanti città come Lille, Lione, Tolosa e Marsiglia. Dalle 21 alle 6 in queste zone restano chiusi teatri, cinema, ristoranti e bar. Non è proibito circolare, ma per farlo serve una valida ragione da documentare tramite autocertificazione: insomma, misure molto simili a quelle varate dal nostro governo.

La decisione del presidente Macron è stata annunciata il 16 ottobre: quel giorno, secondo i dati ufficiali forniti dal governo, la Francia ha registrato 25.086 casi. Il 25 ottobre, dieci giorni dopo l’inizio del coprifuoco e quindi dopo un periodo di tempo sufficiente a misurare i primi effetti della misura, se ne sono registrati 52.013. Più del doppio

Anche guardando i numeri degli ospedali, la situazione non sembra rosea: il 16 ottobre si contavano 10.042 ricoverati e 1.800 pazienti in terapia intensiva. Il 25 ottobre erano registrati 16.477 ospedalizzati e 2.584 persone in rianimazione. Un peggioramento che viene misurato chiaramente anche dal tasso di occupazione dei posti in terapia intensiva: il 16 ottobre era del 35.4%, il 25 ottobre ha raggiunto il 50.9%.

Il coprifuoco, comunque, non è su scala nazionale ma limitato ad alcune regioni. Ma anche guardando i dati, ad esempio, di Parigi, la situazione non è migliorata significativamente: il 16 ottobre c’erano 604 ospedalizzati e 128 pazienti in terapia intensiva. Il 25 ottobre erano registrati 906 ricoverati e 186 persone in rianimazione. Una situazione che sta mettendo enormemente sotto pressione gli ospedali: il 16 ottobre il tasso d’occupazione delle terapie intensive era del 46.8%, il 25 ottobre è arrivato al 65.5%.

A essere ancora preoccupante a livello nazionale è il tasso di positività dei tamponi: se il 16 ottobre ogni 100 test, 13.6 erano positivi, al 22 ottobre (ultimo dato disponibile) si era già raggiunta quota 17. Non tutti i numeri, comunque, sono negativi: per esempio dall’entrata in vigore del coprifuoco l’Rt del contagio, ovvero il numero di replicazione effettivo, è stabile intorno all’1,38%. Questo significa che la pandemia sta accelerando in modo stabile, anziché esponenziale, ed è il primo passo per riportare sotto controllo i numeri di nuovi contagiati. 

Un primo passo che però sembra non essere sufficiente. Il capo del comitato tecnico scientifico francese, il dottor Jean-Francois Delfraissy, ha annunciato oggi che di fronte ai numeri ancora crescenti ci sono solo due opzioni: un coprifuoco più duro e più esteso, oppure un lockdown “leggero”. Insomma, per adesso in Francia le misure prese non sono state sufficienti a contenere la pandemia. E si vede chiaramente dal grafico elaborato dalla Johns Hopkins University: negli ultimi sette giorni, tutti in coprifuoco, la curva ha continua a salire.

Il nostro simil-coprifuoco sarà sufficiente a scongiurare un lockdown? Per saperlo, è necessario aspettare almeno una decina di giorni. E incrociare le dita, mentre continuiamo a rispettare tutte le misure di prevenzione.

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