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Coronavirus, Foggia la più colpita in Puglia: “A mia madre hanno detto di tornare da sola dall'ospedale”

Luisa ci racconta i problemi per l’emergenza sanitaria a Foggia, la provincia pugliese più colpita dal Covid-19: “Mia sorella è dovuta andare da sola in macchina all’ospedale”. Poi cure e attenzioni "eccezionali". La sorella si dissocia da Luisa e ringrazia i medici che l'hanno "curata e coccolata al meglio"

Foggia è la provincia pugliese più colpita dal coronavirus con 490 casi e 9 morti. Luisa (il nome è di fantasia) ci ha contattato per raccontarci di una famiglia in cui ci sono stati parecchi contagi. 

Mia sorella stava molto male: febbre fino a 40, una tosse terribile”, racconta al telefono. “Al tredicesimo giorno non ce l’ha fatta più e ha telefonato al 118. Ha dovuto prendere la macchina per andare all'ospedale con il figlio. Le hanno fatto il tampone, è risultata positiva, l'hanno ricoverata e poi per carità trattata benissimo, veramente 'coccolata' dai medici".

“Mia madre ha iniziato a stare male dopo mia sorella”, prosegue Luisa. “Ha 62 anni, aveva una tosse fortissima e 39-40 di febbre. Dopo otto giorni sono venuti a prenderla con l’ambulanza. Il tampone è risultato positivo, a quel punto le hanno detto che doveva tornare a casa a curarsi. Non c’erano ambulanze disponibili, le hanno dato i numeri di servizi e taxi privati ma lei non aveva la borsa e quindi i soldi con sé. Le hanno detto di organizzarsi da sola per tornare perché non era prevista un'ambulanza per il ritorno a casa, a otto chilometri di distanza”.

Entrambe le donne, mamma e figlia, ringraziano i medici e gli infermieri che poi le hanno curate. Noi di Iene.it abbiamo provato naturalmente a contattare l’Asl di Foggia. Qui trovate la replica.

Qui di seguito trovate l'email che ci mandato la sorella di Luisa:
"Buongiorno, sono la signora P. M. In riferimento a quanto raccontato alle Iene da mia sorella Luisa (nome inventato per ovvie ragioni) racconto evidentemente stridente e veramente contraddittorio con quanto ho vissuto in ospedale in tutto questo periodo. Sono veramente mortificata, MI DISSOCIO da quanto dichiarato dalla stessa Luisa. Esprimo profonda solidarietà e gratitudine a tutti coloro che mi hanno curato, in modo particolare la Dottoressa Rosalba Fiorile. Ringrazio ancora di cuore tutto il personale medico, paramedico, e tutti gli operatori sanitari per avermi coccolata, consolata in questo terribile momento. Appena appresa questa notizia, ho fatto del mio meglio per poter smentire questa calunnia.
Ancora provati da questo virus, non riusciamo a capire il motivo di questo folle gesto.
Rinnovo il mio invito, quando tutto questo sarà passato, a rivederci e finalmente abbracciarci, perché questo virus ci ha tolto tutto. Chi era con me quel giorno, ricorderà sicuramente l'abbraccio che non ho potuto dare a mio figlio. Detto questo, l'unica cosa che posso fare è abbracciarvi virtualmente. Una cosa è certa, di fame per qualche giorno non si muore ma di coronavirus si può. Grazie ancora di tutto,se oggi posso raccontarlo è merito vostro. Porgo i miei più sinceri saluti".

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