Coronavirus e plasma iperimmune: su quante sacche possiamo ancora contare veramente?
"Adesso gli ospedali iniziano a chiedere il plasma, ma il plasma non c'è adesso". Alessandro Politi e Marco Fubini intervistano alcuni medici che raccontano come che le sacche di plasma iperimmune impiegato per combattere il coronavirus starebbero finendo. E quelle che abbiamo hanno poi i valori giusti per essere impiegate efficacemente contro il Covid? Non perdetevi il servizio giovedì 12 novembre a Le Iene dalle 21.10 su Italia1
"Adesso che è venuto fuori che il plasma sembra essere l’unica terapia antivirale con una certa efficacia, allora gli ospedali iniziano a chiedere il plasma, ma il plasma non c’è adesso”. A parlare è il professor Massimo Franchini che racconta come le sacche di plasma iperimmune usate per combattere il coronavirus starebbero finendo. E questo sarebbe un problema. Infatti, dopo lo studio ad interim di metà ottobre dell’Organizzazione mondiale della sanità “Solidarity Therapeutics Trial”, il plasma sembra essere rimasto l’unico antivirale che, pur non essendo certificato come cura, sta dando risultati nella lotta al coronavirus, come vi abbiamo raccontato in numerosi servizi di Alessandro Politi e Marco Fubini.
Lo studio dell’Oms, infatti, ha concluso che il Remdesivir, uno dei pochissimi farmaci che si pensava potessero aiutare i pazienti colpiti dal virus, sembra avere un effetto minimo o inesistente sulla mortalità e sul decorso ospedaliero dei pazienti. E non solo il Remdesivir, anche l’Idrossiclorochina e alcune combinazioni di farmaci che sono stati valutati dallo studio “sembrano avere un piccolo o inesistente effetto sulla mortalità a 28 giorni o sul decorso ospedaliero del Covid-19 tra i pazienti ricoverati”.
E così sembra che per ora non resti che puntare sul plasma. Come vi racconteremo nel servizio di Alessandro Politi e Marco Fubini domani sera a Le Iene, il plasma è stato utilizzato per trattare da maggio a oggi 200 persone nell’Ospedale di Padova, da dove stiamo documentato la lotta a questa seconda ondata, e 150 persone nel Veneto. In entrambi i casi, in questo periodo, nei pazienti trattati con il plasma non ci sono stati morti per coronavirus.
Ma come siamo messi in Italia in quanto a scorte? Il Centro Nazionale Sangue dice di avere ancora circa 2.500 sacche, ma non sappiamo se queste sacche hanno i valori giusti per essere usate efficacemente contro il Covid. Secondo molte ricerche, infatti, il valore di anticorpi per definire il plasma iperimmune, e quindi per essere di supporto nel combattere il coronavirus, deve essere superiore a 160.
Oggi molti clinici stanno chiedendo sacche di plasma iperimmune, ma le scorte starebbero finendo e alcune regioni non starebbero nemmeno facendo raccolta. E per quanto riguarda le sacche che già abbiamo, siamo sicuri che abbiano i valori giusti? Non perdetevi il servizio domani, giovedì 12 novembre a Le Iene dalle 21.10 su Italia1.